Piero Prampolini nasce a Reggio Emilia il 29 novembre del 1925; tecnico dal carattere schivo, pur non essendosi mai laureato veniva sempre citato con il titolo di ingegnere, titolo decisamente meritato per la sua opera ma che lui puntualmente, e modestamente, rifiutava.
Infatti Prampolini non aveva mai né conseguito una laurea né tantomeno aveva frequentato corsi universitari ma vantava solo un attestato di disegnatore meccanico conseguito frequentando dei corsi serali ma ha sempre studiato in privato; a testimonianza di ciò a casa sua si trova una biblioteca contenente una ricca collezione di testi tecnici.
Un tecnico, dunque, che si è formato sul campo e che è stato in grado di progettare di tutto nell’ambito del campo motoristico, dai mono ai pluricilindrici, dalle moto da strada, ciclomotori compresi, alle moto da competizione, non disdegnando auto, macchine agricole e tanto altro.
L’unico rimpianto per non essersi laureato è stato quello di non aver potuto firmare i suoi progetti.
Nato in una famiglia numerosa e povera, riuscirà a far carriera partendo dalle Officine Reggiane, dove inizia nel ’39 come operaio semplice, arrivando ad essere il braccio destro di De Tomaso quando questi gestiva un impero motoristico che comprendeva, oltre ovviamente alla De Tomaso Automobili, marchi prestigiosi come Benelli, Innocenti, Ghia, Maserati, MotoGuzzi e Vignale.
Benelli, Mondial, MotoBi, MotoGuzzi e Parilla sono stati i marchi motociclistici ai quali ha dedicato, in 45 anni di attività lavorativa, tutto il suo talento e la sua creatività progettuale. Tra le sue realizzazioni più famose in campo motociclistico ricordiamo la Parilla Fox 175, la Mondial 175 TV, la MotoBi Catria 175, la Benelli 750 6 cilindri (prima 6 cilindri stradale di serie)
ed infine le straordinarie 350 e 500 4 cilindri da competizione che Jarno Saarinen portò al debutto vincente nel 1972 battendo l’accoppiata Giacomo Agostini/MV Agusta a Pesaro-Villa Fastiggi!
Come abbiamo già ricordato, nel 1939, a soli 14 anni, inizia a lavorare come operaio semplice Officine Reggiane. Ben presto si fa notare per la sua intraprendenza e voglia di apprendere e migliorarsi perciò passa per tutti i reparti produttivi, dalla fonderia alle lavorazioni sui motori avio ed infine, grazie all’attestato conseguito frequentando il corso serale di disegno per operai dell’Istituto “Gaetano Clerici”, viene promosso da operaio a disegnatore.
Antifascista convinto, viene costretto dai tedeschi a combattere ma poi riesce a fuggire e va a rifugiarsi a Cassano Magnago dove la Reggiane aveva trasferito il suo ufficio tecnico; qui, coinvolto in vari progetti per la ricostruzione post-bellica, ha l’opportunità di collaborare con due grandi tecnici di quei tempi: Camillo Battisti e Aurelio Lampredi.
Poi, lui e William Soncini (altro tecnico di gran valore) vengono contattati da Parilla e si trasferiscono a Milano dove costituiranno l’ufficio tecnico da cui uscirà la già citata Parilla Fox 175 che vincerà numerosi titoli di MSDS (Moto Sportive Derivate dalla Serie).
Prampolini passa poi alla Mondial, sempre a Milano, dove progetta la 175 TV, soprannominata Ocone ma lascia la città meneghina quando, nel 1955, Giuseppe Benelli lo vuole a Pesaro alla MotoBi dove gli viene dato l’incarico di progettare un motore a 4 tempi che conservi la caratteristica forma a uovo dei motori pesaresi a 2 tempi; ne scaturisce un motore estremamente affidabile – uno dei più longevi che arriverà sostanzialmente invariato fino alla fine degli anni ‘70 – e che si presta facilmente ad elaborazioni spinte per le competizioni.
Dopo essersi sposato lascia la MotoBi e torna a Reggio Emilia dove trova impiego alla OMER, un’azienda fondata da un altro ex dipendente delle Reggiane che produce motocarri con il proprio marchio ed effettua lavorazioni per conto di Benelli, Ducati e MV Agusta ma nel 1966 Filippo Benelli lo chiama alla corte dell’azienda di famiglia così Prampolini si licenzia dalla OMER e ritorna in quel di Pesaro dove si stabilisce definitivamente con la famiglia. A Pesaro gli viene affidata la gestione di tutta la parte tecnica e organizzativa della produzione. In questo periodo ricordiamo il progetto della Tornado 650 e delle straordinarie 350 e 500 da Gran Premio che vennero affidate alla guida magistrale di Saarinen.
Ma, dopo 4 anni, al vertice del gruppo nel quale è stata inserita la Benelli arriva Alejandro De Tomaso che ben presto chiama Prampolini al suo fianco, a Modena, dove spesso sarà costretto a subire le scelte discutibili prese dal manager argentino.
In questo periodo l’”ingegnere” lavora su tutti i marchi del gruppo: Benelli (254, 354, 504, 750 6 cilindri), Callegari e Chigi (metodi di produzione dei gommoni), De Tomaso Automobili (cambio e trasmissione della Guarà ed elaborazione del motore Ford per la Pantera), Maserati (cambio della Biturbo), Moto Guzzi (risoluzione dei problemi dei motori V35 e V50 e proposta di motori ad acqua e a 6 valvole, mai entrati in produzione).
Piero Prampolini va in a in pensione nel 1986, ma continua il suo lavoro alla Guzzi fino al 1996 come consulente continuando a garantire una sua assidua presenza in fabbrica.
Dopo una vita dedicata ai motori Piero Prampolini muore il 17 agosto 2023; aveva 98 anni.