Franco Gozzi (Modena, 29 novembre 1932 – Modena, 23 aprile 2013) ha ricoperto in Ferrari parecchi ruoli: è stato consulente editoriale, addetto stampa e il responsabile delle relazioni esterne prima di diventare direttore sportivo dal 1968 al 1970 nonché uomo di fiducia del Drake.
Molti anni fa, non ricordo esattamente l’anno ma siamo tra il 1964 ed il 1966, con l’intraprendenza tipica degli adolescenti mi decisi di scrivere alla Ferrari per chiedere quando e come avrei potuto visitare la fabbrica ed il reparto corse.
In breve tempo mi venne recapitata una lettera con tanto di logo SEFAC Ferrari con la quale mi veniva comunicato che era possibile visitare la prestigiosa fabbrica di Maranello nella seconda metà di settembre (anche qui i ricordi sono ormai alquanto vaghi e purtroppo quella lettera è andata smarrita, nonostante per anni io l’abbia conservata come una reliquia).
La firma era quella di Franco Gozzi.
Immediatamente chiedo ai miei genitori di regalarmi la visita alla Ferrari in vista di una “eventuale” promozione a pieni voti. Una volta ottenuta la promessa lascio a voi immaginare il mio impegno negli studi, caso unico nella mia carriera scolastica.
Così un giorno di settembre mi presento alla portineria di Maranello chiedendo all’allibito custode di visitare fabbrica e reparto corse. A fronte di una serie di chiarimenti da parte del custode circa le modalità (prenotazione, formazione di gruppi, definizione di una data precisa, ecc) per poter soddisfare la mia richiesta, io oppongo la lettera nella quale tali dettagli non erano evidenziati.
A questo punto il custode, gentilissimo, fa una telefonata e mi chiede cortesemente di aspettare qualche minuto.
Non passa infatti molto tempo e vedo avvicinarsi una persona dalla figura imponente (almeno a me cosi parve): era Franco Gozzi in persona.
Comprese subito il malinteso e mi chiese se avessi potuto attendere un giorno per dargli il tempo di organizzare per me una visita ad personam; apprezzai la disponibilità ma gli feci notare che venivo da Napoli e che le risorse finanziarie a mia disposizione non mi avrebbero consentito ulteriori spese di soggiorno a Modena, per cui sarei stato costretto a rinunciare.
Allora, con mia grande sorpresa, Gozzi mi chiese di attendere qualche minuto ancora e avrebbe risolto il problema.
Dopo meno di mezz’ora arriva in portineria un impiegato che mi si presenta con queste parole “Buongiorno, sono il sig. xxxxx, il dott. Gozzi mi ha incaricato di accompagnarla in visita alla fabbrica e al reparto corse”.
E così trascorsi una memorabile giornata in quel di Maranello grazie alla cortesia e alla disponibilità di quel gran signore che era Franco Gozzi.
PS1 – In quella breve attesa potei assistere ad un “rito” sbalorditivo: arriva nel piazzale un collaudatore alla guida di una 275 GT/B chiaramente scarburata; scende, alza il cofano dal quale spuntano 12 (dodici!) tromboncini d’aspirazione, impugna un giravite, due colpetti, una sgassata e … musica!!! Non ebbi il coraggio di chiedergli come avesse intuito così rapidamente quali fossero i carburatori su cui intervenire.
PS2 – Probabilmente l’anno era il 1966 perché, in quello stesso piazzale interno dove osservai all’opera quel collaudatore all’opera sulla 275, notai una vettura coperta da un telo la cui sagoma non mi risultò familiare e purtroppo non mi fu concesso di sbirciare; quando, al Salone di Torino, venne esposta la famosa 365P tre posti mi sembrò di riconoscere quelle forme.