Roberto Colombo nato a Casatenovo (prov. Lecco) il 5 gennaio 1927, morto a Stavelot (circuito di Spa, Belgio) il 6 luglio 1957. Viene ricordato come il “pilota operaio” perché, pur ingaggiato come pilota ufficiale dalla gloriosa MV Agusta, non abbandonò mai il posto di lavoro nello stabilimento alimentare di Vismara di Casatenovo in quanto sosteneva che “Il sudore, la fatica, la disciplina, la tensione della fabbrica formano e fanno rimanere umile anche chi fa grande sport e chi rischia la vita a 250 all’ora su una moto da corsa”.
Era candidato alla conquista del titolo iridato della 250 con la MV Agusta ma il destino non volle così.
Dopo i primi approcci a diverse tipologie di gare motociclistiche, la sua carriera nelle gare di velocità iniziò nel 1947, subito dopo il termine della seconda guerra mondiale, in sella a motociclette poco competitive fino a che arrivò ad avere nella propria disponibilità una Mondial 125 con la quale ottenne i primi risultati nelle gare nazionali di seconda categoria; nonostante la scarsità dei mezzi meccanici ed economici di cui disponeva riuscì poi a ben figurare anche nelle prime prove nazionali della categoria Seniores anche se spesso concludeva fuori classifica per noie meccaniche. Nel corso della sua carriera ha partecipato a tutte le classi per moto sciolte del Campionato Mondiale (125, 250, 350 e 500).
Debutta nel Campionato del Mondo da privato al Gran Premio delle Nazioni del 1949 nella classe 250 alla guida di una Moto Guzzi Albatros d’anteguerra aggiornata nel propulsore; purtroppo un guasto al cambio lo costringerà al ritiro quando lottava per una dignitosa decima posizione. Nei due anni successivi la cronica scarsità di mezzi a sua disposizione lo costringono a lottare per le posizioni di rincalzo fuori dai punti validi per le classifiche iridate. I primi punti arriveranno solo nel 1952 quando gareggia con due NSU, una Renfox 125 e una Renmax 250 poco competitive; come risultato di maggior prestigio sfiora il podio della 250 al Nazioni di Monza vinto in volata da Lorenzetti (Guzzi) su Haas (NSU), Anderson (Guzzi), Montanari (Guzzi).
I risultati iniziano a migliorare nel 1954: al Nazioni si ripete nella 250 con un altro quarto posto, questa volta alla guida di una Moto Guzzi, invece nella 125, dove dispone di una MV Agusta, è costretto al ritiro mentre lottava per il podio e finalmente, al Gran Premio di Spagna, arriva un risultato di prestigio: è secondo su MV dietro a Provini su Mondial.
Nel 1955 ottiene buone prestazioni con piazzamenti interessanti tanto che non sfugge all’attenzione del Conte Agusta che lo ingaggia per il 1956 nel ruolo di seconda guida dello svizzero Luigi Taveri. Finalmente alla guida di una moto ufficiale i risultati tendono a migliorare: nella classe 250 si piazza secondo al Tourist Trophy alle spalle di Carlo Ubbiali e quarto ad Assen chiudendo poi quarto in classifica generale mentre nella 350 è terzo nel Gran Premio casalingo di Monza.
Sulla base di questi risultati si prevedeva per lui un 1957 una stagione ad alto livello tanto che alla fine della stagione il Conte Agusta lo convoca a Cascina Costa e gli consegna un assegno sostanzioso dicendogli: “È giunta la sua ora: nel 1957 voglio da lei un titolo mondiale. Ha le qualità e le moto giuste per raccogliere quel che merita”. Colombo viene iscritto quindi come pilota ufficiale MV Agusta nelle 125, 250, 350 e apre la stagione alla grande: nella 125 inizia con un terzo posto in Germania, un sesto al TT inglese (era primo fino all’ultimo giro), un secondo in Olanda. Fa ancor meglio nella 250 con un secondo e un terzo posto nei primi due gran premi facendo registrare giri velocissimi; dopo i primi 3 Gran Premi della stagione si trovava ai primi posti delle classifiche, sia della 125, occupando una posizione in classifica migliore del compagno di squadra Luigi Taveri, che della 250.
Il 29 giugno 1957, al Gran Premio d’Olanda, Ubbiali cade rendendosi indisponibile per il successivo Gran Premio del Belgio; a fronte di questa situazione Il Conte Agusta sentenziò: “Adesso è Colombo la prima guida” offrendo così al pilota, fino ad allora inquadrato come una risorsa di rincalzo, l’occasione unica, da non perdere, di dimostrare di avere il potenziale di salire sul gradino più alto del podio di un Gran Premio. Ma purtroppo, proprio durante le prove ufficiali del Gran Premio del Belgio, nella doppia “esse” di Stavelot. sul Circuito di Spa- Francorchamps mentre stava testando la nuova 350 4 cilindri perse il controllo della moto andandosi a schiantare a forte velocità contro il terrapieno; Roberto Colombo si spense a soli 30 anni durante il trasporto in ospedale.
Alla notizia della sua morte, la MV decise di ritirare dalla gara gli altri piloti italiani, Umberto Masetti e Fortunato Libanori, lasciando liberi di correre gli stranieri John Surtees e Luigi Taveri.
La 250 di Colombo venne affidata all’emergente pilota inglese John Hartle che vinse sorprendentemente la gara davanti a Miller e Sandford con le Mondial guadagnandosi così un posto ufficiale nella MV per il 1958. Hartle dedicò allo sfortunato Colombo la corona d’alloro con cui all’epoca venivano cinti i vincitori dei Gran Premi; altrettanto fece Provini che gli dedicò la medaglia d’oro conquistata per aver stabilito il giro più veloce in gara.