Nel corso degli anni, da quando è iniziato il Campionato del Mondo di Formula 1, nel 1950, si sono spesso verificati episodi che rimarranno nella storia degli sport motoristici; di questi epici episodi ne vogliamo oggi ricordare uno che rimarrà unico ed irripetibile e che si verificò il 12 luglio del 1998 a Silverstone, nel corso dello svolgimento del Gran Premio di Gran Bretagna.
In quel Gran Premio, infatti, si verificò un episodio alquanto singolare nella storia del massimo campionato di automobilismo: Michael Schumacher, grazie all’arguzia di Ross Brawn, abile stratega e profondo conoscitore dei regolamenti sportivi, tagliava vittoriosamente il traguardo al volante della Ferrari passando dalla pit lane.
Probabilmente solo allo stratega inglese poteva venire l’idea di approfittare di una falla nel regolamento sportivo che consentì a Schumacher, a cui era stata inflitta la penalità di uno “stop & go”, di scontarla all’ultimo giro tagliando il traguardo passando dalla pit lane.
Quell’anno, dopo un biennio dominato dalla Williams, toccava alla McLaren motorizzata Mercedes proporsi come il team maggior candidato alla conquista del Mondiale di Formula 1; infatti, prima del Gran Premio di Gran Bretagna di cui vi parliamo in queste note, la McLaren si era aggiudicata 5 Gran Premi, 4 con Mika Hakkinen che alla fine dell’anno sarà Campione del Mondo, e uno con David Coulthard, contro i tre di Schumacher.
Era dal 1979, quando aveva trionfato con Jody Scheckter e la T4, che la Ferrari non conquistava un titolo mondiale piloti; Schumacher era approdato a Maranello nel 1996 ma, a parte qualche prestigiosa vittoria di tappa, dovrà aspettare ancora qualche anno per arrivare a realizzare la fantastica striscia di 5 titoli consecutivi (2000 – 2004).
Come abbiamo visto la stagione, dopo due anni di dominio Williams, cominciò all’insegna della McLaren che schierava la favolosa Mp4-13, progettata dal geniale Adrian Newey, a cui la Ferrari rispondeva con la F300, una monoposto competitiva, specie nelle mani di Schumacher, ma non al livello della monoposto anglo/tedesca.
Il team inglese dimostrò subito tutta la sua forza con due doppiette nei primi due Gran Premi (Australia e Brasile) addirittura doppiando tutti nel Gran Premio di esordio; non buonissimo fu invece l’inizio della Ferrari con Schumacher costretto al ritiro già al 5° giro per problemi al motore in Australia e poi terzo in Brasile con un notevole distacco.
La McLaren sembra imbattibile ma gli inglesi non hanno fatto i conti con Schumacher che risponde con una vittoria al Gran Premio d’Argentina e poi, dopo tre vittorie consecutive delle McLaren, si aggiudica i Gran Premi di Canada e Francia portandosi a sole 6 lunghezze da Hakkinen con il punteggio di 50 a 44.
Il 10 luglio il circus della Formula 1 sbarca a Silverstone per il Gran Premio di Gran Bretagna, nono appuntamento della stagione.
In prova sono ancora le McLaren che si mettono in evidenza con Mika Häkkinen che conquista la pole position, la nona consecutiva per il team McLaren; Schumacher riesce a piazzarsi in prima fila precedendo la Williams di Jacques Villeneuve.
Il giorno della gara piove; al via scattano bene sia Hakkinen che Schumacher mentre Villeneuve si fa sorprendere da Coulthard e Alesi.
Hakkinen forza l’andatura e tiene a distanza il tedesco della Ferrari. L’asfalto bagnato provoca diverse vittime di testacoda e uscite di strada che riducono a soli dieci piloti quelli rimasti in gara.
Al quinto giro Coulthard riesce a superare Schumacher ma poi al 38° giro, nel tentativo di doppiare Wurz, è vittima di un testacoda,finisce fuori pista ed è costretto al ritiro; Hakkinen mantiene un vantaggio su Schumacher di circa mezzo minuto.
Ma la pioggia aumenta di intensità e al 43° giro vengono esposte le bandiere gialle ; immediatamente dopo entra in pista la safety car che rientra al 49° giro con ancora in testa Hakkinen davanti a Schumacher, Irvine, autore di una bella rimonta, e Alesi.
Hakkinen resta però a sua volta vittima di una uscita di pista cedendo così il comando a Schumacher e nel contempo deve difendersi dall’arrivo di Irvine lasciando così il tedesco libero di involarsi verso la vittoria. Ma i giochi non sono ancora fatti.
A tre giri dalla fine arriva infatti il colpo di scena che rischia di sovvertire l’esito della corsa che appariva ormai scontato: i commissari infliggono uno “stop & go” a Schumacher per aver doppiato Wurz in regime di bandiere gialle.
Ma la comunicazione arriva al box Ferrari in ritardo rispetto ai tempi previsti dal regolamento sportivo e per di più il provvedimento viene scritto a mano e in termini alquanto confusi tanto che gli uomini del box Ferrari (Todt e Brawn) non capiscono se al loro pilota sia stata inflitta la penalizzazione di 10 secondi da aggiungersi al tempo finale o di uno stop&go della durata di 10 secondi.
L’incertezza era giustificata dal fatto che i commissari avevano citato l’art. 57 senza specificare il riferimento al comma C o al comma E: nel primo caso è prevista una fermata ai box (stop&go) mentre nel secondo caso il tempo viene addebitato a fine corsa.
Nel dubbio, tenendo conto sia del fatto che il box Ferrari era posizionato in linea d’aria oltre la linea del traguardo che della norma che consentiva di scontare lo stop& go entro tre giri dalla comunicazione (esattamente quanti ne mancavano alla fine), gli uomini di Maranello
decidono di far rientrare al box Schumacher il tedesco solo all’ultimo giro, prima di tagliare il traguardo, segnalandogli di mantenere un ritmo sostenuto per terminare con un vantaggio superiore ai dieci secondi, garantendosi così la vittoria in entrambi i casi.
Dopo i primi attimi di smarrimento, dopo che la Ferrari ha fatto rilevare i vizi di forma (e di sostanza) della comunicazione dei commissari, Schumacher viene dichiarato ufficialmente vincitore del Gran Premio di Gran Bretagna.
A seguito dei ricorsi avanzati dalla McLaren la Corte d’Appello Internazionale della FIA chiarì che il provvedimento nei confronti di Schumacher rientrava nella modalità di addebito di 10 secondi al tempo finale, provvedimento che però non avrebbe avuto nessun effetto sull’esito della gara in quanto il pilota della Ferrari si era garantito un margine ben maggiore. Uso il condizionale perché comunque la stessa Corte chiarì anche che per regolamento questo tipo di penalizzazione poteva essere inflitta solo negli ultimi 12 giri di un Gran Premio, e quindi non poteva essere applicata “dopo” la gara.
Ma, a prescindere da questi arzigogoli regolamentari, la norma che tagliava la testa al toro era quella che invalidava totalmente il provvedimento: la penalizzazione era stata comunicata al box Ferrari in ritardo rispetto ai 25 minuti previsti dal regolamento, invalidandone così gli effetti.
A seguito di questo singolare episodio il regolamento sportivo verrà modificato con l’imposizione di 25 secondi sul tempo finale per le infrazioni non scontate durante la corsa e il posizionamento della linea del traguardo in corrispondenza di quella dell’inizio della corsia dei box (dove inizia il tratto a velocità limitata).
La gara finisce così con Schumacher primo davanti ad Hakkinen e Irvine; quarto è Wurz, su Benetton, primo dei doppiati tra i quali troviamo anche il Campione del Mondo uscente, Jacques Villeneuve su Williams, finito 7° ad un giro dal vincitore.
Il ricordo del Gran Premio di Gran Bretagna del 1998 rimarrà fortemente legato a questa insolita vicenda ma di quell’entusiasmante Campionato riamrranno ben fissi nella memoria degli appassionati altri episodi straordinari come la strepitosa vittoria di Schumacher a Budapest ottenuta con una geniale strategia a tre soste, l’episodio di Spa con l’incidente tra Schumacher e Coulthard e, purtroppo, l’epilogo amaro di Suzuka dove Schumacher si fece spegnere il motore al via sprecando tutto il vantaggio ottenuto conquistando la pole position per ritirarsi per una foratura.