Nei pochi anni di partecipazione al motomondiale, di cui gli inizi come privato assistito dalla VENEMOTOS di Ippolito, l’importatore venezuelano della Yamaha, Cecotto si è messo in luce in tutte le cilindrate cui ha partecipato: nel 1975, all’esordio nel mondiale, nell’unico anno di partecipazione alla 250 ottenne due vittorie ed il quarto posto nella classifica finale di campionato; nella 350 si laureò Campione del Mondo a danno di Giacomo Agostini che all’epoca era pilota ufficiale Yamaha e già vantava 13 titoli mondiali; nel 1978 ha vinto il Campionato del Mondo F750.
Dunque brillanti risultati in 250, 350 e 750; non così nella 500, la classe regina del motociclismo ma, possiamo anticipare, non certo per mancanza di talento e, solo in parte, per qualche caduta di troppo.
Nel 1976 Cecotto abbandona la 250 e si dedica alla 350 e alla 500 dove partecipa in sella a una Yamaha YZR500 dell’anno precedente assistito dal suo storico team Venemotos. L’obiettivo era battere l’amico Barry Sheene (Suzuki) considerato il favorito per il titolo.
L’inizio è promettente con un secondo posto dietro Sheene al Gran Premio di Francia; tuttavia l’adattamento alla moto si rivelerà più difficoltoso del previsto tanto che il giovane venezuelano cadrà ben 13 volte nel corso del campionato e quel secondo posto rimarrà il miglior risultato, anzi l’unico piazzamento a punti della stagione che concluderà al 19° posto; visti gli scarsi risultati abbandona la classe 500 dopo il Gran Premio d’Italia per difendere il titolo della 350 che purtroppo perse a favore di Walter Villa con la HD. Il titolo della 500 andò a Barry Sheene.
Paradossalmente alcuni osservatori, tra cui l’uomo Yamaha ex campione del mondo Rodney Gould, ritenevano che in virtù del suo eccezionale talento (qualcuno all’epoca lo paragonò a Mike Hailwood) Cecotto avesse vinto troppo presto nella sua carriera senza comprendere appieno come avesse realizzato quei brillanti risultati e che pertanto si sarebbe perso alle prime difficoltà non riuscendo appunto a capire perché andasse più piano o come fosse diventato così incline alla caduta.
Ma a sua discolpa dobbiamo rimarcare che gli scarsi risultati di Cecotto con la 500 furono influenzati anche dalla disorganizzazione e dalla mancanza di preparazione del team Venemotos per una categoria impegnativa come la classe 500 .
Nel 1977 entra a far parte del Team Yamaha Factory, partecipa ancora alla 350 e alla 500 ma, pur ottenendo qualche vittoria in entrambe le categorie, il risultato finale è alquanto scarso a causa di brutti incidenti che lo tengono lontano dalle piste per un lungo periodo.
Già al Gran Premio d’Austria al Salzburgring, secondo GP della stagione, Cecotto rimase ferito nel terribile incidente che vide coinvolti anche Uncini, Braun e Fenandez e che costò la vita al pilota svizzero Hans Stadelmann.
Si riprenderà dagli infortuni in tempo per il Gran Premio di Svezia dove finì al secondo posto. Cecotto vinse poi due gare consecutive al Gran Premio di Finlandia e al Gran Premio di Cecoslovacchia dove fece doppietta vincendo anche la 350.
Nonostante avesse saltato la maggior parte della stagione a causa di infortuni si classificherà quarto nella classifica finale del campionato. Ancora una volta il titolo di Campione del Mondo andrà a Barry Sheene con la Suzuki.
Nel 1978 Cecotto lascia le 350 per dedicarsi alle due cilindrate maggiori, la 500 e la 750.
Nella classe regina si trovò ad affrontare un nuovo rivale, forse più ostico di Sheene, lo statunitense Kenny Roberts.
Ben presto, infatti, si renderà conto che nella 500 la Yamaha privilegia Roberts, probabilmente in ottica promozionale per il mercato americano, e per Takazumi Katayama, sostenuto per motivi nazionalistici; finirà terzo in classifica generale (il miglior risultato in top class) con l’unica vittoria di Assen, in Olanda.
Il titolo finì “inevitabilmente” a Roberts con Sheene secondo e Cecotto terzo, risultato ottenuto con quattro podi tra cui la vittoria di Assen conquistata di misura per 1/10 di secondo su Roberts; nel resto delle gare non riuscì a ottenere risultati costanti e subì anche quattro ritiri per guasti meccanici.
Fu subito dopo il successo di Assen, durante le prove del successivo Gran Premio del Belgio a Spa, che Cecotto ebbe la conferma delle preferenze riservate all’americano. Da poco il direttore sportivo del team ufficiale Yamaha, ing. Mizoguchi, era stato sostituito dall’ing. Susumu Doi e Cecotto sperava che questo cambio della guardia potesse cambiare la situazione.
Accadde infatti che Johnny era riuscito a conquistare la pole mentre Kenny Roberts era costretto a fermarsi lungo la pista con il motore grippato. A quel punto Roberts e Carruthers, il capotecnico dell’americano, si recarono da Doi per chiedergi di girare con una moto di Cecotto; Doi non esitò a far rientrare ai box il venezuelano per “chiedergli” (per pura formalità) di cedere la sua moto a Roberts, richiesta alla quale Johnny, preso alla sprovvista non seppe dire di no.
In gara Cecotto, partito dalla pole, fu costretto al ritiro per rottura del motore mentre Roberts si piazzò secondo alle spalle del vincitore, l’olandese Wil Hartog.
Nella foto vediamo il pilota americano alla guida di una moto con il #4 di Cecotto palesemente ricoperto con il #2 di Roberts.
Nel 1979 ancora una volta il Gran Premio d’Austria gli fu fatale perché subì una brutta frattura alla rotula che lo costrinse a saltare metà stagione. Rientrò in campionato per le ultime quattro gare ma, a causa del dolore che gli procuravano i suoi infortuni, non riuscì a ottenere risultati costanti e si classificherà appena 20esimo mentre Roberts si involerà verso il suo secondo campionato del mondo consecutivo della 500.
In virtù di questi risultati, per la stagione 1980 la Yamaha confermò la fiducia a Roberts e non fornì più il supporto ufficiale a Cecotto.
Nonostante il licenziamento, nel 1980 Johnny rimase fedele alla Yamaha, sia pur da privato, gareggiando con una Yamaha/Bimota 350 e una Yamaha 500 in vendita ai privati.
L’inizio del campionato sembrò foriero di una buona annata quando, nella prima di campionato in Francia, vinse nella 350 e fu quarto nella 500; tuttavia, dopo questo promettente inizio le sue moto furono soggette a numerosi guasti meccanici e non riuscì a far di meglio che un onorevole quarto posto nella 350 ed un modesto settimo posto nella 500.
Alla luce di questi risultati e di scarse prospettive, alla ancor giovane età di 24 anni decise di lasciare le corse motociclistiche per dedicarsi alle quattro ruote.
Passato alle monoposto ebbe ben presto accesso alla Formula 1 ma purtroppo durante le qualifiche del Gran Premio di Gran Bretagna rimase vittima di un grave incidente che gli procurò gravi fratture ad entrambe le gambe e questo pose fine alla sua carriera in Formula Uno.
Nonostante non abbia avuto il tempo ed i mezzi (ha gareggiato in Formula 1 solo due anni per squadre minori come la Theodore e la Toleman) molti ritengono che tra i piloti titolati nel motociclismo solo Surtees, Hailwood e Cecotto siano arrivati in Formula 1 a pieno titolo e con ottime prospettive; purtroppo mentre Surtees riusciva a coronare il sogno di laurearsi Campione del Mondo con le 2 e le 4 ruote, sia Hailwood che Cecotto vedevano la loro carriera stroncata da un incidente con danni importanti alle gambe.
Quando decise di passare alle monoposto il palmarès dei suoi 5 anni di partecipazione alla classe 500 faceva registrare purtroppo solo 3 vittorie (Finlandia e Cecoslovacchia nel 1977, Olanda nel 1978), un terzo (1978) ed un quarto posto (1977) e 12 pole position.
I Campionati del 1977 e del 1978 sono quelli in cui a causa di infortuni e ritiri per guasti meccanici perse l’opportunità di vincere il titolo della 500, mai più così tanto alla sua portata per la velocità dimostrata in pista.