Nell’autunno del 1971 Carlo Abarth, seguendo l’esempio di Enzo Ferrari, per dare un futuro al suo marchio cedette la casa dello Scorpione alla FIAT.
La missione aziendale dell’Abarth, famosa per le sue trasformazioni radicali di vetture di serie, prevalentemente “utilitarie”, come le FIAT 500 e 600 o la Simca 1000, dalle quali derivava anche delle brillanti berlinette sportive di cui la più famosa è probabilmente la 1000 bialbero derivata dalla 600, veniva inizialmente indirizzata allo sviluppo e alla revisione delle vetture del gruppo destinate ai rally.
Ma l’Abarth negli ultimi anni si era dedicata anche alla progettazione e sviluppo di vetture Sport di varie categorie, da 1000cc a 2000cc, che partecipavano prevalentemente alle cronoscalate, non disdegnando le piste.
Più o meno in concomitanza con le vendita della sua azienda alla FIAT, Carlo Abarth cedette le sue ultime “barchette” ad Enzo Osella, un suo ex-collaboratore che dal 1964 si era messo in proprio. Nel 1972 Arturo Merzario si aggiudicò il Campionato Europeo con una Osella Sport 2000 ex Abarth rivisitata da Antonio Tomaini, il valente tecnico modenese che ha militato in Abarth, Osella, Ferrari e infine in Alfa Romeo con la quale conquistò il titolo DTM nel 1993 con Nicola Larini.
Inizialmente la FIAT concedette ancora spazio alle ambizioni “pistaiole” dell’Abarth; nel 1974 venne perciò varato il progetto di un2000cc 6 cilindri in linea, affidato all’ing. Stefano Jacoponi (ex Ferrari), destinato ad essere montato su vetture Sport; parallelamente partì anche il progetto di una vettura Sport, denominata SE027, la prima dell’Abarth con telaio monoscocca.
Purtroppo, quando ancora la fase di sviluppo non era completata, il gruppo FIAT, orientato sempre più verso i rally, decise che l’Abarth avrebbe dovuto abbandonare tutte le attività orientate alle gare in pista.
Di conseguenza il progetto SE027 venne abortito, il motore venne ceduto alla Holbay che lo avrebbe utilizzato, senza successo, in Formula 2 mentre i 3 prototipi della SE027 vennero ceduti a privati.