Nei primi anni del Campionato del Mondo di motociclismo i Gran Premi avevano una durata molto maggiore di quelli attuali.
Il record appartiene al Gran Premio d’Olanda del 1950, disputato sull’originario circuito stradale di Assen lungo 16 chilometri e 536 metri, dove Umberto Masetti (che alla fine dell’anno si sarebbe laureato Campione del Mondo) vinse la gara della classe 500 con la Gilera.
Il centauro italiano in quella occasione concluse i 18 giri del circuito in 2h 00:43.2 (2 ore, 43 secondi e 2 decimi) coprendo una distanza totale pari a 297 chilometri e 600 metri; sono tempi che nelle gare moderne trovano un riscontro solo nelle varie edizioni della 200 miglia di Imola.
Questi tempi, oggi quasi inverosimili, incominciarono a ridursi inizialmente sia per una pur minima riduzione del numero dei giri previsti per il Gran Premio che per l’innalzamento delle medie dovuto all’evoluzione dei mezzi meccanici ma ebbero poi una drastica riduzione quando, nel 1955, la sede del Gran Premio venne trasferita dall’originario tracciato cittadino, che attraversava le località di De Haar, Barteldsbocht, Oude Tol, Hooghalen, Laaghalen e Laaghalerveen, su un circuito completamente nuovo che utilizzava un terzo del circuito cittadino originale, unito a sezioni appositamente costruite, ma meno di un terzo della lunghezza e molto più simile a un moderno circuito di corse su strada.
Il Gran Premio d’Olanda del 1955 venne vinto da Geoff Duke, anche lui con la Gilera, in 1h 37:03.2. Tra gli anni ‘60 ed i primi anni ‘70 la durata si attesterà su pochi minuti in più dell’ora per poi abbassare il limite psicologico dell’ora solo nel 1973, frutto di più fattori come l’evoluzione dei mezzi meccanici, alcune modifiche al circuito, la riduzione del numero di giri, quando Phil Read con la MV Agusta 500 si aggiudicò il Gran Premio in 50′ 34″ 2.
Il Gran Premio d’Olanda del 2022 è stato vinto da Francesco Bagnaia (Ducati) in 0h40’25”.205.