Il Thunderbike Trophy venne inserito nel programma delle gare del Motomondiale nel 1995.
Per alcune specifiche del regolamento tecnico poteva essere però considerato come un antesignano del Campionato Mondiale Supersport e pertanto fu oggetto di disputa tra i gestori del Motomondiale (DORNA) e quelli della Superbike (Flammini Group).
Erano le prime avvisaglie del conflitto che si sarebbe in seguito inasprito tra gli organizzatori del motomondiale e quelli del campionato mondiale Superbike.
Ma perché la Thunderbike suscitò questa diatriba tra i gestori dei due massimi campionati di motociclismo?
Per comprenderne i motivi è sufficiente ricordare che la nuova categoria del Motomondiale, la cui presenza nel calendario era limitata all’ambito delle gare europee, era riservata a motociclette derivate dalla serie con motori da 600cc, a 4 cilindri e a 4 tempi e pertanto si poneva in diretta concorrenza con il Campionato Europeo Supersport, istituito sin dal 1990, che era a sua volta inserito nel programma del Mondiale dedicato alle moto di serie; dunque i due campionati erano in diretto conflitto avendo la stessa titolarità a livello europeo e ammettendo la partecipazione degli stessi modelli di moto.
A sostegno della propria ragione, la DORNA affermava che il Flammini Group non poteva vantare nessuna esclusiva sull’organizzazione di campionati con moto a 4 tempi mentre dal canto suo i Flammini avocavano a sé l’esclusività di un Campionato per moto derivate dalla serie.
Ad ingarbugliare la situazione va ricordato che la DORNA aveva istituito la nuova classe del Motomondiale senza interpellare la Federazione Internazionale; spettò comunque a quest’ultima dirimere la questione e lo fece autorizzando la DORNA ad inserire la nuova classe nel programma del Motomondiale; la decisione, poco salomonica in verità, venne presa sulla base del fatto che non esisteva alcuna clausola di esclusiva sul Campionato Europeo Supersport.
Il Thunderbike Trophy diventava quindi la quinta classe del campionato, assieme alle tradizionali 125, 250, 500 e sidecar.
Il campionato del 1995, disputato sulla base delle 8 gare europee – Spagna, Germania, Italia, Olanda, Francia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Europa (Catalunja) – venne conquistato dal tedesco Udo Mark (Furtwangen il 20 settembre 1963) su Kawasaki con 140 punti, contro i 112 dello svizzero Yves Briguet, frutto di tre vittorie, due podi e tre piazzamenti, di cui un 7° posto come peggior risultato.
Analogamente nel 1996 venne disputato sulla base di 9 gare europee – Spagna, Italia, Francia, Olanda, Germania, Gran Bretagna, Austria, Repubblica Ceca, Catalogna (il GP Città di Imola non venne incluso) -; il titolo andò al pilota francese William Costes (Clermont-Ferrand il 1º luglio 1972) su Honda con tre vittorie, tre secondi posti, un quinto e due ritiri che gli fruttarono 146 punti contro i 120 del “solito” Briguet che si fermò a 120.
Oltre ai protagonisti assoluti, ricordiamo altri piloti di fama presenti in questo Campionato come Gregorio Lavilla, Ruben Xaus, Wilco Zeelenberg, ponendo un particolare accento sulla vittoria del nostro Massimo Meregalli al Gran Premio d’Italia al Mugello nel 1996.
Nonostante l’approvazione della Federazione, era chiaro che le ragioni stessero prevalentemente dalla parte del Flammini Group che, tanto è vero che il trofeo non andò oltre la sua seconda edizione mentre a partire dal 1997 l’Europeo Supersport veniva prima convertito nella formula World Series per poi assurgere, dopo due anni, al rango di Campionato del Mondo nel contesto delle categorie del WSBK.