Johnny Cecotto debutta nel Mondiale al Gran Premio iridato in Francia al Paul Ricard e, non senza stupore, ottiene una doppietta vincendo sia la gara della 250 che quella della 350.
Nella 250 farà il bis in Belgio classificandosi alla fine 4° in classifica generale ma sarà davvero sorprendente la conquista del titolo della 350 ai danni del pluriiridato Giacomo Agostini.
Quell’anno Johnny conquisterà il titolo con 4 vittorie (Francia, Germania, Nazioni a Imola e Finlandia ) contro una di Agostini (Spagna), Hideo Kanaya (Austria), Charlie Williams (TT), Dieter Braun (Olanda), Otello Buscherini (Cecoslovacchia), Pentti Korhonen (Jugoslavia), tutti su Yamaha, a dimostrazione del salto di qualità delle Yamaha private.
Ma la sfida per il titolo è ristretta tra la Yamaha ufficiale di Agostini e la performante dalla ottima messa a punto Yamaha della Venemotos, scuderia venezuelana sorretta dal potente importatore Yamaha Andrea Ippolito.
L’esito di quella sfida si può concentrare nei 4 podi condivisi da Cecotto e Agostini con Cecotto per tre volte (Francia, Nazioni, Finlandia) più in alto di Agostini che invece finì primo davanti al giovane venezuelano solo in Spagna.
Alla fine Cecotto prevarrà con 76 punti contro i 59 di Agostini.
Si consumava così il confronto generazionale tra il giovane Cecotto (19 anni) e il più maturo
Agostini (33 anni, 13 titoli mondiali).
Qualche tempo dopo Johnny dichiarò: “Eravamo un team privato di tre persone che pensavano di fare qualche gara. Francamente non ho del tutto idea di come riuscimmo ad andare così forte quella stagione, oltretutto su piste sconosciute: ogni cosa girò meravigliosamente bene ed alla fine interrompemmo l’egemonia di Agostini, pilota ufficiale Yamaha, che aveva vinto gli ultimi sette campionati mondiali 350”.
“Ho l’impressione di non essere mai stato troppo simpatico ad Agostini perché io e Barry Sheene, che eravamo molto scapestrati nel paddock, lo prendevamo spesso di mira per via del suo aspetto “serioso”: Ricordo in particolare un gavettone in Finlandia che lo fece infuriare…”