Nonostante i pochi anni di partecipazione al Mondiale, Johnny Cecotto si è conquistata la fama di essere uno dei piloti motociclistici più talentuosi di tutti i tempi, ma probabilmente fu alla guida delle poderose F750 2 tempi/4 cilindri che Johnny espresse al massimo il suo talento, una categoria della quale, in virtù dei risultati conseguiti in breve tempo, il pilota venezuelano può essere considerato un vero specialista.
Infatti già nel 1975, anno dell’esordio fuori dal Venezuela, non si fece mancare una prestazione eccellente, oserei dire strabiliante, alla 200 miglia di Daytona e la vittoria alla 200 miglia di Imola.
Ed in effetti fu proprio la sua brillante prestazione offerta quell’anno a Daytona che lo rivelò alla platea internazionale degli appassionati di motociclismo.
Si schierò al via della prestigiosa gara alla guida della sua Yamaha TZ750 sponsorizzata e assistita dalla Venemotos e strabiliò il pubblico presente e la stampa internazionale, che non conosceva affatto questo giovanissimo rookie (aveva da poco compiuto 19 anni), mettendo in atto una delle più spettacolari rimonte nella storia del motociclismo partendo ultimo e finendo terzo dopo aver compiuto ben 74 sorpassi.
Si mise subito in evidenza già dalle prove qualificandosi in prima fila in compagnia di Gene Romero, Kenny Roberts, Teuvo Lansivuori e Steve Baker, tutti piloti di talento e grandi conoscitori delle insidie della 200 miglia americana.
Purtroppo al momento della partenza la moto accusò una perdita di liquidi per cui gli ufficiali di gara, per motivi di sicurezza, decisero di rimuoverlo dalla griglia ma, subito dopo lo start, si capì che il liquido fuoriuscito non era olio ma acqua traboccata dal radiatore e pertanto gli fu permesso di rientrare in gara, ovviamente da ultimo; ma il giovane venezuelano non si scoraggiò e diede inizio alla sua strabiliante prova di forza e di abilità alla guida.
Liberatosi ben presto delle moto meno performanti, alla fine del decimo giro era già al decimo posto; al 50° giro raggiunge e supera Agostini conquistando il terzo posto ma a quel punto il motore, fortemente sollecitato dalla imperiosa azione di rimonta, cominciò a dare segni di surriscaldamento che indusse Johnny a moderare la sua azione ed accontentarsi di un comunque prestigioso terzo posto dietro il vincitore Gene Romero ed il secondo piazzato Steve Baker.
Poche settimane dopo trionferà alla 200 miglia di Imola battendo Patrick Pons e Steve Baker.
Nel 1976, Cecotto tornò a Daytona ben intenzionato a prendersi la giusta rivincita, tanto più che in questa occasione si schierava al via come pilota ufficiale Yamaha.
Il tema della gara fu una battaglia estenuante tra Cecotto e Kenny Roberts, entrambi alla guida di una Yamaha ufficiale, ma gestite da due team diversi.
Il ritmo imposto alla gara dai due campioni fu tale che al 33° dei 52 giri Roberts fu costretto a rallentare per l’eccesso di usura della gomma posteriore che poi, a nove giri dalla fine, esplose, facendogli quasi perdere il controllo e costringendolo a rientrare ai box.
A questo punto, temendo lo stesso inconveniente, il box richiamò Cecotto per verificare lo stato degli pneumatici ma Johnny ignorò i cartelli di segnalazione e portò la moto vittoriosamente al traguardo; ad una verifica subito dopo l’arrivo ci si rese conto che forse con un solo giro in più anche le gomme di Cecotto avrebbero reso l’anima.
Nel 1978 lascia le 350 (classe nella quale si era laureato Campione del Mondo nel 1975) per dedicarsi alle due cilindrate maggiori, la 500 e la 750.
Purtroppo si renderà ben presto conto che nella 500 la Yamaha propende per Kenny Roberts, mirando al mercato statunitense, e per Takazumi Katayama, sostenuto dalla casa madre per motivi nazionalistici; finirà terzo in classifica generale con l’unica vittoria di Assen, in Olanda.
Ma nella 750 è tutta un’altra musica e Johnny con quattro vittorie, tra cui la sua seconda 200 miglia di Imola, si laurea Campione del Mondo mettendosi dietro Kenny Roberts, Christian Sarron, Gianfranco Bonera e Patrik Pons.
Tornerà a trionfare ad Imola nella 200 miglia del 1980, questa volta non più a validità iridata, diventando recordman della corsa con tre vittorie.
Questo record verrà pareggiato da Kenny Roberts che, dopo essersi congedato dal Motomondiale alla fine del 1983, si congederà definitivamente dal motociclismo attivo nel 1984 partecipando, e vincendo, alle due classiche 200 miglia di Daytona ed Imola, realizzando la tripletta in entrambe le manifestazioni.
Nel 1991, nel corso delle manifestazioni per il 50° anniversario della Daytona 200, l’AMA (American Motocrcyclist Association) convocò una giuria di giornalisti della stampa motociclistica e di ex piloti, che nominarono il successo di Cecotto del 1975 come la migliore prestazione nei primi 50 anni della gara.