Nell’ottobre del 1975 uno sconosciuto promotore si propose per un rilancio alla grande dell’Australian Tourist Trophy da disputarsi nel febbraio del 1976.
Questo evento aveva rappresentato la più prestigiosa manifestazione di sport motociclistico dell’Australia disputata in prova unica sul circuito di Phillip Island fino ai primi anni ‘70, ma aveva poi perso la sua importanza ed il suo richiamo sul pubblico degli appassionati quando, nel 1973, venne istituito l’Australian Road Racing Championship, un campionato nazionale disputato su più gare.
Il promotore, che si presentava con l’attraente denominazione di Tourist Trophy Promotions, era una divisione della Besa Pty Ltd (una società dalla vita alquanto travagliata che ha cambiato spesso ragione sociale e mission) e come biglietto da visita affermava di aver firmato contratti (o quantomeno di avere avuto contatti più che promettenti) con importanti piloti partecipanti al Motomondiale quali Giacomo Agostini, reduce dalla conquista del 15° titolo mondiale, e gli altri Campioni del Mondo 1975 Paolo Pileri (125), Walter Villa (250) e Johnny Cecotto (350).
Con questo premesse l’Auto Cycle Council of Australia (dal 1992 Motorcycling Australia) non potè che accogliere con entusiasmo la proposta ritenendola una buona opportunità per dimostrare alla Federazione Internazionale, agli addetti ai lavori, ai media e alla platea di appassionati quanto l’Australia fosse in grado di ospitare un evento di portata internazionale da svolgersi in prova unica con la prospettiva di candidarsi come prova da inserire nel calendario del Campionato del Mondo.
Come sede della gara, in sostituzione di Phillip Island, venne individuato il circuito di Laverton ricavato da una base aerea di 5,3 chilometri situato 22 km a ovest della città. Il layout del circuito comprendeva la pista principale della base aerea, con una sezione approssimativamente a pianta quadrata con prevalenza di curve a destra.
L’evento veniva annunciato in un momento particolare del Motomondiale che vedeva il probabile ritiro della Yamaha dalle competizioni Gran Prix (cosa che poi avvenne) e contemporaneamente la messa in vendita ai privati della Suzuki RG500; Agostini decise di non aspettare la decisione definitiva della Yamaha e si accordò con il suo vecchio team della MV Agusta, che a sua volta aveva deciso per il ritiro, per riportare in pista le moto del 1975 gestite con un suo team personale.
La manifestazione ebbe luogo il 7 febbraio del 1976; vi parteciparono parecchi piloti italiani; oltre ai già citati Campioni del Mondo vennero ingaggiati i tre piloti della Diemme-Yamaha Giovanni Proni, Otello Busherini e Attilio Riondato, Felice Agostini, il fratello minore di Giacomo, i giapponesi Sadeo Asami e Yamachan Yamasaki e l’americano Pat Hennen.
Cecotto invece dovette rinunciare a causa di problemi alla caviglia che si era fratturato nell’ultima prova di Campionato del Mondo e venne perciò sostituito da Gianfranco Bonera.
Per la prima volta i Campioni del Mondo italiani – Paolo Pileri 125, Walter Villa 250, Giacomo Agostini 500 – gareggiavano nel corso di una stessa manifestazione in Australia.
Ovviamente, oltre a questo gruppo di piloti di caratura internazionale, erano presenti tutti i top rider australiani e neozelandesi; tra questi ricordiamo in particolare l’australiano Kenny Blake ed i neozelandesi Stuart Avant, John Boote e John Woodley che portavano in gara le nuovissime Suzuki RG500.
Le gare iniziarono con la disputa del TT 125; la vittoria andò a Pileri che vinse coon un distacco di 38 secondi su Bianchi; il migliore tra i piloti locali, Ray Quincey, si piazzò terzo a circa 1 minuto.
L’evento più importante della giornata di gare era indubbiamente il TT Senior 500 che vedeva al via Giacomo Agostini con la sua rombante MV 500 4 tempi , in mezzo ad un nugolo di Suzuki a due tempi; al via anche il potente bicilindrico H-D di Bonera e alcune Suzuki e Yamaha bicilindriche.
Al via Agostini è pronto allo scatto e balza al comando ma ben presto Stu Avant, dopo aver regolato il mucchio delle Suzuki, al secondo giro supera il Campione italiano; dalla terza posizione in giù troviamo le Suzuki di Kenny Blake, Greg Johnson, Laurie Barnett, Peter Jones e Bill Horsman.
Ma per Agostini i problemi non erano finiti perché si avvicinava minaccioso Blake che all’ottavo giro superava a sua volta l’italiano.
A questo punto le posizioni sembravano stabilizzate fino a che Avant, in un tornante, veniva disarcionato dalla sua moto, Blake ringraziava e tra gli applausi del pubblico si involava verso la vittoria più importante della sua carriera; dietro Agostini, secondo, si piazzavano le Suzuki di Greg Johnson e Peter Jones.
Avendo battuto Agostini, Blake con questa vittoria divenne una leggenda nel suo paese; purtroppo il pilota neozelandese morirà nel 1981 nel corso del TT all’isola di Man.
Nella TT Unlimited per moto da 750cc Hansford regolò Hennen, mentre nella 250 si impose Walter Villa davanti a Buscherini, Proni, Felice Agostini e Quincey che offrì ancora una volta la migliore prestazione tra i piloti locali.
La TT 350 fu la gara conclusiva della manifestazione; alla fine del primo giro Villa era davanti, mentre il suo compagno di squadra Bonera stava volando dopo una brutta partenza finendo poi al terzo posto.
Ma più della cronaca del giorno di gare con la clamorosa vittoria di Kenny Blake, la manifestazione di Laverton viene da molti ricordata per il rocambolesco epilogo della manifestazione.
Quella che sembrava una giornata trionfale per i piloti italiani, secondo posto di Agostini a parte, si rivelò un calvario una volta intrapresa la via del ritorno.
Il giorno dopo, infatti, si apprese che la Besa Pty Ltd, era andata in amministrazione controllata, e con essa ovviamente la Tourist Trophy Promotions, per un accumulo di debiti stimato in circa 80.000 dollari.
Ne pagarono le spese principalmente gli italiani; piloti e meccanici, persero i loro voli di linea e dovettero per di più constatare che tutto il loro materiale, moto comprese, era stato sequestrato perché non era arrivato il pagamento delle spese di trasporto aereo.
Nonostante le stime non ufficiali parlassero di una affluenza di pubblico di circa 30/50.000 persone, il promotore dichiarò solo 13.600 spettatori paganti pertanto venne depositato solo il montepremi ma non le cifre di ingaggio dei piloti italiani.
Quando la notizia arrivò in Italia, la stampa locale attaccò l’organizzazione etichettando l’incontro come “Il gigantesco scandalo”. Il credito che vantava la Pandair, la società di trasporto aereo incaricata del trasporto da e per l’Italia, ammontava a 29.000 dollari.
La situazione era veramente grave perché a breve sarebbero iniziate le attività sportive in Europa ma per fortuna si riuscì a raggiungere un accordo grazie all’intervento dell’avvocato del governo vittoriano John Cook, coinvolto nell’operazione dal figlio Damien Cook, del BMW Club di Victoria. In base a tale accordo il materiale veniva spedito in Italia ma trattenuto presso l’aeroporto di Milano Malpensa fino a quando i legittimi proprietari avessero provveduto a saldare le bolle di trasporto.
Sull’esito “finanziario” di quel TT venne anche aperta una inchiesta governativa.
Ma non furono solo le conseguenze del dissesto finanziario a far piovere critiche feroci sulla manifestazione, o meglio sull’organizzazione.
Nonostante le belle e appassionanti gare, ci furono numerose lamentele da parte degli spettatori per il biglietto d’ingresso di 5 dollari più eventuali 2 per il programma, la scarsa visibilità del campo di gara a causa della natura piatta del circuito, le scarse strutture igieniche e la mancanza di un adeguato sistema di comunicazione pubblica dovuto all’interferenza del radar RAAF con la radio della direzione gara.
Ma ancor peggio andò quando si accesero delle dispute (per usare un eufemismo) quando gli spettatori che avevano pagato un extra di 7,50 dollari per un posto di tribuna trovarono i loro posti già occupati a causa della mancanza di un servizio di controllo dei biglietti. Ad aggravare questo problema si aggiunse quello delle tre “Tribune Riservate” programmate, di cui solo una sola era stata allestita!
E così l’evento che avrebbe dovuto promuovere l’Australia degna assegnataria di una tappa del Campionato del Mondo di motociclismo ottenne l’effetto opposto tanto che solo 13 anni dopo, il 9 aprile 1989 sul circuito di Phillip Island, verrà disputato il primo Gran Premio motociclistico d’Australia valido per il Campionato del Mondo. Per la cronaca quello fu il secondo appuntamento della stagione 1989; le vittorie andarono a Wayne Gardner nella 500 trionfatore in patria, Sito Pons nella 250 e Alex Crivillé nella 125.