Il 1° luglio del 2022 veniva a mancare l’ingegnere Sandro Colombo, all’anagrafe Alessandro, tra i soci fondatori dell’AISA (Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile) di cui è stato Presidente dal 1988 al 2002 e Presidente Onorario dal 2002.
Ha collaborato come dirigente tecnico o come consulente esterno con Gilera, Bianchi, Ossa, Piaggio e Catene Regina in campo motociclistico e in quello automobilistico con Innocenti, Fiat, Ferrari e Magneti Marelli.
Per l’AISA ha tenuto molte conferenze dedicate alla tecnica della Bianchi, della Gilera e della Guzzi , al progettista della Guzzi Giulio Carcano, alle moto e piloti italiani Campioni del Mondo nel 1950, all’evoluzione della tecnica dell’automobile e della motocicletta, alla motorizzazione del dopoguerra, ai record di velocità per motocicli.
Ha diretto le riviste Autotecnica, Mototecnica e Legend Bike, ha collaborato con il Corriere della Sera e ha scritto numerosi libri di tecnica e di corse sulle Bianchi, sulle Gilera, sulle Guzzi, sulla Vespa e tanto altro ancora.
Dunque una vita professionale ricca di esperienze della incredibile durata di oltre 60 anni durante la quale ha avuto l’occasione di lavorare con personaggi di grande spessore come Enzo Ferrari, Giuseppe Gilera, Alec Issigonis.
Si era conosciuto con Enzo Ferrari nel 1963, quando Colombo era responsabile dell’ufficio tecnico auto all’Innocenti che in quel tempo voleva realizzare un coupé con motore Ferrari (progetto che venne poi abortito); a Modena, nei locali dell’ex Scuderia Ferrari, un gruppo di tre disegnatori dell’Innocenti furono impegnati nei disegni del progetto in collaborazione con tre progettisti della Ferrari sotto la supervisione di Colombo e di Ferrari stesso; la loro conoscenza si consolidò sulle basi di una reciproca stima.
Alcuni anni dopo, all’inizio degli anni ’70, il Drake, che in quel periodo accusava problemi di salute che a volte lo tenevano lontano dalla quotidianità dell’Azienda, lo volle al suo fianco come assistente personale.
Colombo era giunto alla Ferrari tramite la FIAT quando era stato assunto nel nuovo Centro Studi di Orbassano del marchio torinese: prima ancor di prendere contezza del nuovo incarico Colombo venne contattato dal direttore tecnico del settore auto FIAT, ingegner Oscar Montabone, che gli propose di passare alla Ferrari, quale assistente del Drake che lo aveva esplicitamente richiesto; proposta che Colombo accettò senza esitazioni.
Così nel mese di settembre del 1971 si trasferiva a Maranello con un incarico generico di assistenza del Presidente con il compito di stabilire un collegamento diretto fra la Gestione Sportiva Ferrari e la Fiat e come vicario di Ferrari nella Gestione Sportiva.
L’incarico di Colombo, limitato inizialmente ad un periodo transitorio legato allo stato di salute di Ferrari, venne formalizzato il 30 novembre 1971 con un Ordine di Servizio in cui si precisava che l’ incarico ufficiale dell’ingegnere era quello di “assistente del Presidente con riferimento a tutto quanto attiene l’attività della Gestione Sportiva: svolgimento dei programmi progettativi, costruttivi, sperimentali, agonistici”.
Il ruolo di Colombo assumeva maggiore rilevanza quando, il 15 aprile 1972, veniva emesso un ulteriore Ordine di Servizio relativo alla Organizzazione della Funzione Tecnico-Agonistica con particolare riferimento alla Gestione Sportiva: “GS: ing. Colombo. Direzione e responsabilità conseguenti dalla Gestione Sportiva che compendia l’attività dell’Ufficio Tecnico, Ufficio Disposizioni, Ufficio Esperienze e Direzione Sportiva, oltre alla fabbricazione e messa a punto delle vetture stesse. Si avvale del Dott. Schetty per i collaudi della Formula 1 e dei prototipi e degli Ingg. Caliri e Ferrari per l’assistenza tecnica in officina e fuori sede rispettivamente per la formula prototipi e Formula 1”.
Nel 1973 gli verrà assegnato anche l’incarico di Direttore Sportivo della Scuderia, nel periodo di transizione tra Peter Schetty e Luca di Montezemolo.
Di fatto, nel triennio 1971-1973, Colombo è stato il braccio destro del Drake; tanti i successi sportivi ma in particolare a lui va il merito di aver contribuito al passaggio epocale dal tradizionale telaio in tubi al monoscocca.
E fu proprio Colombo in persona che, durante il British International Motor show di Londra, si rivolse a John Thompson, titolare della TC Prototypes, una piccolissima azienda specializzata nella costruzione di monoscocche, per commissionargli la realizzazione di tre telai da Formula 1 per la Ferrari; su questa base nasceva la 312 B3 in sostituzione della fallimentare B3 “Spazzaneve” di Forghieri. In verità la B3 di Colombo non ebbe miglior fortuna ma la sua evoluzione, la B3-74 sviluppata da Forghieri, consentì a Regazzoni di arrivare secondo in Campionato con soli tre punti meno di Emerson Fittipaldi (Mc Laren).
Purtroppo il biennio 1972/73 per la casa di Maranello fu alquanto tribolato sia per gli aspetti tecnico/sportivi che per quelli gestionali, tanto che Ferrari decise per una “pausa di riflessione” in Formula 1, di conseguenza Colombo venne richiamato in FIAT.
Sandro Colombo era nato il 14 marzo 1924 a Valbrona, in provincia di Como.
Iniziò sin da piccolo ad essere affascinato dai motori perché una delle gare motociclistiche più prestigiose dell’epoca, il Circuito del Lario che si disputò tra gli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso, transitava proprio per Valbrona.
Figlio di operai dalle limitate possibilità economiche, fu spinto dalla madre ad impegnarsi negli studi superiori; dopo aver conseguito il diploma di Scuola Magistrale, si preparò per sostenere da privatista l’esame di Maturità Scientifica, che conseguì con eccellenti voti.
Si iscrisse poi ad Ingegneria al Politecnico di Milano, lavorando nel contempo come disegnatore nello studio del professor Mario Speluzzi, per sostenere le spese. Nel 1947 si laureò con un anno di anticipo rispetto al normale corso di studi e ben presto venne assunto alla O.M. (Officine Meccaniche) di Milano, alla progettazione di materiale rotabile ferroviario.
Alla fine del 1950 approdò alla Gilera, come Capo Servizio Studi ed Esperienze, dove poté dedicarsi alle moto da competizione nel periodo di maggior fulgore della casa di Arcore. (Nella foto scattata sul podio del Gran Premio delle Nazioni 1953 vinto da Geoff Duke, vediamo Duke e Colombo al centro con Giuseppe Gilera alla loro sinistra e Luigi Gilera sul lato opposto).
Da lì iniziava la sua lunga carriera di progettista nel settore motociclistico e successivamente anche in quello automobilistico.
Sulla base dell’esperienza accumulata in Gilera, nel 1954 decise di mettersi in proprio riuscendo ad avviare importanti consulenze nel settore delle moto sportive o da competizione come per la Bianchi e la spagnola Ossa.
Nel 1958 iniziò la sua esperienza nel campo delle 4 ruote quando venne assunto alla Innocenti di Milano prima come Responsabile Settore Sperimentale Auto e Moto e poi come Direttore Ufficio Tecnico Auto.
Fu in questo periodo, che durò circa 13 anni, che ebbe l’occasione di conoscere Alecc Issigonis, il famoso progettista della Mini; nel 1971, quando all’Innocenti subentrò la British Leyland, venne assunto in FIAT destinato al nuovo Centro Ricerche Fiat ma, come abbiamo ampiamente raccontato, Torino fu solo una stazione di transito perché approdò a Maranello richiesto da Enzo Ferrari in persona.
Dopo la parentesi in Ferrari alla fine del 1973 rientra in in Fiat ma ben presto passa alla direzione Ricerche Magneti Marelli (che dal 1967 era stata assorbita in FIAT) nel settore della elettromeccanica per le applicazioni automobilistiche, in partnership con il Centro Ricerche Fiat. Nel 1977 gli viene assegnata la direzione tecnica centrale della Magneti Marelli.
Verso la fine del 1980, Colombo si mette nuovamente in proprio e apre un ufficio di progettazione a Milano in corso Indipendenza, per consulenze a grandi Case tra cui la stessa Magneti Marelli e la Piaggio con l’incarico specifico di progetti per la Gilera (che dal 1969 era stata incorporata nel Gruppo Piaggio), quasi un ritorno alle origini.
Nel corso della sua attività professionale l’ing. Colombo ha avuto importanti incarichi tecnici e dirigenziali: nel 1973 venne nominato consulente tecnico dal magistrato che si occupava dell’incidente mortale di Monza del 20 maggio dove perirono Pasolini e Saarinen; Commissario Tecnico, in seguito Presidente della Commissione tecnico-sportiva della FMI – Federazione Motociclistica Italiana; Commissario Tecnico Internazionale, poi Vice-Presidente infine membro del Technical Advisory Committee della FMI – Federazione Internazionale Motociclistica.
Da uomo di cultura qual era, è stato anche appassionato di musica classica, collezionista di antiche mappe e carte geografiche, di preziosi oggetti in ferro di antica tradizione artigianale, in particolare di chiavi e armi da fuoco dal XVII al XIX secolo.
Oggi, chi volesse approfondire la conoscenza dell’evoluzione della tecnica motoristica del ‘900 non potrebbe prescindere dall’eredità che ci ha lasciato Sandro Colombo sotto forma di libri, testimonianze, studi, incontri.
In occasione della sua scomparsa così ha scritto di lui il presidente dell’AISA Lorenzo Boscarelli: “Uomo di tecnica, di organizzazione industriale, ma anche di cultura, Sandro Colombo è stato un rappresentante di quella tradizione tipicamente italiana che completa la funzionalità della soluzione progettuale con il gusto estetico e il rispetto per la cultura, intesa nelle sue più diverse accezioni”.