Il 23 giugno 1979 si disputava il Gran Premio d’Olanda, conosciuto anche come Dutch TT, sul vecchio e difficile circuito di Assen che aveva uno sviluppo di 7.712 Km, un circuito dove solo i migliori potevano aspirare alla vittoria, noto infatti come “L’Università del motociclismo” o anche come “La Cattedrale della velocità” a causa del suo impegnativo tracciato che presentava un elevato grado di difficoltà e al contempo consentiva delle medie elevatissime.
In seguito il circuito ha subito alcune modifiche che ne hanno ridotto la lunghezza del tracciato e ne hanno eliminato i tratti più pericolosi; gli ultimi interventi risalgono al 2006.
Come da tradizione vigente fino al 2015, il Gran Premio olandese per motivi prettamente religiosi si svolgeva l’ultimo sabato di giugno. Poi, per esigenze televisive, è stato spostato alla domenica come tutti gli altri Gran Premi del Motomondiale.
Il TT Circuit è l’unico circuito su cui si corre ininterrottamente una prova del motomondiale dal 1949, con l’eccezione dell’edizione del 2020 causa COVID.
Quello del 1979 è un Gran Premio che trova un piccolo posto nella storia del Campionato del Mondo perché per certi versi segna una linea di demarcazione tra il motociclismo dell’epoca romantica e quello del motociclismo moderno visto prevalentemente come spettacolo e business.
Infatti quel giorno per la prima volta la RAI trasmetteva la diretta di un Gran Premio di motociclismo disputato fuori dall’Italia.
Quella diretta fu resa possibile grazie a Federico Urban (il criticato quanto competente telecronista della RAI, da molti accusato di tenere un tono troppo pacato durante le sue telecronache) che segnalò ai responsabili della RAI che l’Eurovisione della gara di Assen veniva offerta gratuitamente da parte della TV olandese senza chiedere il pagamento di alcun diritto e per di più a colori.
La decisione fu presa in tempi stretti e perciò il Gran Premio non fu incluso nel palinsesto e così in Italia solo coloro che quel pomeriggio accesero casualmente la televisione potettero assistere all’epico duello tra i due alfieri della Suzuki, Barry Sheene e Virginio Ferrari.
I meno informati impararono ad apprendere che un pilota italiano, appunto Virginio Ferrari, in sella alla Suzuki dell’italianissimo Team Gallina – Nava – Olio Fiat, era in lizza per il titolo di Campione del Mondo della classe 500, la classe regina del motomondiale.
Il Campione del Mondo in carica era il “marziano” Kenny Roberts, candidato a ripetersi anche nel 1979 e che, alla vigilia di Assen, si trovava in testa al campionato.
Fino alla gara in Olanda Ferrari era già salito più volte sul podio senza però riuscire a vincere ancora un Gran Premio.
Quello di Assen rimase l’unico successo di Virginio Ferrari in quel campionato ma rimane nella storia per la battaglia che il pilota italiano sostenne nei confronti del due volte Campione del Mondo (1976/77), l’inglese Barry Sheene.
La vittoria dell’italiano, che così si portava in testa al mondiale, ebbe il merito di riaccendere l’entusiasmo degli appassionati e l’interesse dei media verso il Campionato del Mondo di motociclismo, una attenzione che, almeno in Italia, si era assopita dopo il ritiro di Giacomo Agostini.
In verità, dopo il ritiro del 15 volte Campione del Mondo e della MV Agusta, le moto e i piloti italiani avevano vinto molto nelle cilindrate minori ma questo non riusciva a suscitare l’interesse degli appassionati e dei media tanto che i Gran Premi spesso non venivano trasmessi dalla RAI neanche in differita o registrata, nonostante i titoli iridati dei nostri colori che vogliamo qui sinteticamente ricordare:
– 1976: Bianchi Morbidelli 125, W. Villa HD-Aermacchi 250/350;
– 1977: Bianchi Morbidelli125, Lega Morbidelli 250;
– 1978: Lazzarini MBA125.
Dunque torniamo alla gara durante la quale Virginio Ferrari e Barry Sheene si affrontarono in un duello mozzafiato senza esclusione di colpi infiammando il pubblico di 210.000 spettatori presenti in circuito e di tutti quegli appassionati che casualmente erano riusciti ad assistere al Gran Premio in TV.
La pole venne conquistata da Kenny Roberts mentre Ferrari, nonostante avesse ancora la mano destra dolorante per una frattura rimediata all’inizio di giugno durante una gara della Formula 750 sul circuito di Nogaro (Francia), aveva ottenuto il settimo tempo.
Ma Roberts non era l’unico avversario temibile; ricordiamo i talentuosi Sheene e Cecotto e gli specialisti di Assen, gli olandesi Wil Hartog, Jack Middelburg e Boet Van Dulmen.
Alla partenza era proprio il pilota di casa Wil Hartog che scattava in testa tirandosi appresso Sheene, Ferrari, Roberts e tutti gli altri a seguire.
Col passare dei giri Roberts incomincia ad avere problemi di assetto (finirà ottavo) mentre Ferrari passa prima Sheene, poi Hartog e incomincia a forzare per creare un divario tra sé e gli inseguitori; in seguito Hartog cede anche a Sheene.
Al tredicesimo passaggio sono al comando Ferrari e Sheene.
L’italiano aumenta il forcing, sigla il giro più veloce in 2:54:5 alla media di 159,225 Km/h (un tempo addirittura inferiore di un secondo e mezzo al tempo della pole-position di Kenny Roberts!!), e accumula un vantaggio di sei secondi su Sheene quando mancano solo due giri al termine della corsa.
Ormai la vittoria sembra cosa fatta ma la mano malandata di Virginio incomincia ad accusare lo sforzo e incredibilmente, quando inizia l’ultimo giro, Sheene ha recuperato cinque dei sei secondi che lo separano da Ferrari.
A quel punto i due danno vita ad uno spettacolo di alta scuola, fatto di sorpassi all’esterno, staccate con la moto di traverso e traiettorie inventate.
Barry passa in testa; sembra che ormai il finale di gara sia scritto ma Virginio, nonostante la mano dolorante, ha un impeto d’orgoglio e reagisce con un audace sorpasso all’esterno ma il campione inglese non ci sta e ripassa, ma per Virginio è una di quelle giornate in cui ti senti imbattibile e niente ti può impedire di rincorrere il massimo traguardo, non il dolore fisico né tantomeno il valore dell’avversario, e alla fine è lui che con un sorpasso all’ultima curva che fa impazzire il pubblico sugli spalti e i telespettatori da casa (tutti in piedi sul divano, avrebbe urlato oggi qualcuno!) va a tagliare il traguardo con appena un decimo di vantaggio sull’inglese e con oltre 21 secondi su Hartog.
Per la cronaca riportiamo anche gli altri vincitori della giornata: in 350 si affermò Gregg Hansford con la Kawasaki, nella 250 la vittoria andò a Graziano Rossi con la Morbidelli, ennesimo trionfo di Nieto su Minarelli 125 ed infine quarta vittoria stagionale nella 50 per Eugenio Lazzarini che alla fine della stagione sarà Campione del Mondo.
Quel successo valse a Ferrari anche la conquista della leadership iridata con sei punti di vantaggio su Kenny Roberts, ma purtroppo alla fine della stagione sarà solo secondo mentre Roberts riuscirà a laurearsi per la seconda volta Campione del Mondo.
Una settimana dopo Assen, il 1° luglio 1979, gli amanti dello sport dei motori potranno godere di un’altra epica battaglia, quella tra Villeneuve e Arnoux al Gran Premio di Francia sul circuito di Digione.