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Bob Anderson, come Surtees e Hailwood anche lui riuscì a conquistare almeno un podio iridato sia con le 2 che con le 4 ruote
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Bob Anderson, come Surtees e Hailwood anche lui riuscì a conquistare almeno un podio iridato sia con le 2 che con le 4 ruote

Settembre 5th, 2022 Fabio Avossa Piloti, storie e glorie

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Bob Anderson (Hendon, 19 maggio 1931 – Northampton, 14 agosto 1967) è stato un pilota motociclistico di buon livello, classico componente del Continental Circus (in termini pratici: un gruppo di piloti privati, squattrinati, nomadi, spesso con la famiglia al seguito); come la maggior parte dei piloti inglesi approda al motomondiale nel 1958 in sella alle Norton 350 e 500 ma alla fine del 1960 è vittima di un infortunio alla schiena mentre partecipava ad una gara in Sud Africa che lo induce a passare alle corse automobilistiche all’età relativamente avanzata di 29 anni nonostante non avesse alcuna esperienza con la guida delle monoposto.

Tutta l’attività agonistica di Anderson si è svolta in forma privata, salvo tre eccezioni; due volte ha avuto il privilegio di salire su una moto ufficiale, al Tourist Trophy del 1960 quando fu ingaggiato dalla MZ per partecipare alla Ultra-Lightweight (classe 125) dove finì 5° e al Gran Premio d’Olanda del 1966 con la Yamaha 250 2 tempi 4 cilindri, dove ottenne lo stesso risultato, e una volta in Formula 1, nel 1967, quando fu ingaggiato dal team Brabham per disputare il Gran Premio del Sud Africa finendo 5° anche in questa occasione.
Anderson è stato uno degli ultimi piloti privati in Formula 1 prima che l’escalation dei costi rendesse impossibile partecipare senza sponsorizzazioni.
Non viene ricordato per i suoi successi, infatti non ha conquistato nessun titolo iridato né con le moto né con le monoposto, non ha vinto neanche un Gran Premio e il suo miglior risultato in classifica generale è il 5° posto della classe 350 nel 1958 e nel 1960, però può vantare di essere stato l’unico pilota, dopo Surtees e Hailwood, capace di andare a podio sia nel Motomondiale che nel Mondiale di Formula 1.
E, anche se pochi, sono tutti podi di prestigio: al TT del 1958 si piazza secondo nella Senior (classe 500) con la Norton alle spalle di Surtees (MV Agusta); nello stesso anno finisce secondo con la Norton nella gara delle 350 al Gran Premio di Svezia dietro al vincitore Duke (Norton) ma davanti ad Hailwood, anche lui su Norton ed infine conquista un terzo posto, sempre in sella alla fidata Norton, nella 350 al Gran Premio d’Olanda del 1960 dietro alla coppia della MV Agusta, Surtees e Hocking.
In Formula 1 conquisterà il suo unico podio finendo terzo con la Brabham nel Gran Premio d’Austria del 1964 vinto da Lorenzo Bandini (Ferrari) davanti Ginther (BRM); in quel GP erano presenti anche Hailwood (Lotus-BRM) finito 8° e Surtees (Ferrari 158), che quell’anno conquisterà il titolo iridato, costretto al ritiro per rottura di una sospensione.
Nel suo palmarés Anderson vanta due prestigiose vittorie alla North West 200, la classica stradale dell’Irlanda del Nord.
Anderson è nato a Hendon a nord di Londra ma ha vissuto a Haynes nel Bedfordshire; ha iniziato gli studi come ingegnere agrario ma ben presto ha trovato lavoro come meccanico presso un rivenditore di macchinari. Ha debuttato nelle competizioni motociclistiche nel 1953 gareggiando con una Triumph 500. Nel 1955 lo vediamo gareggiare sui circuiti inglesi alla guida di una Matchless G45. Passato a una Norton nel 1956, arrivò secondo al Senior Manx Grand Prix e vinse la classe 500 alla North West 200. Nel 1957 si mette in particolare evidenza conquistando numerose vittorie a Cadwell Park, Crystal Palace, Snetterton e Brands Hatch oltre ad un nuovo trionfo alla North West 200 questa volta nella 350.
Nel 1958 approda al mondiale con le Norton 350 e 500; proprio nell’anno del debutto ottiene i suoi risultati più importanti piazzandosi al secondo posto sia nel Senior TT alle spalle di John Surtees, sia nel GP di Svezia dove conclude alle spalle di Geoff Duke nella 350.
Nel 1959 e nel 1960 prosegue nelle stesse classi ma nel 1960, al Tourist Trophy, partecipa estemporaneamente anche alla gara delle Ultra-Lightweight (classe 125) con una MZ ufficiale. In quei due anni Anderson si metterà in evidenza risultando sempre tra i più veloci piloti privati alle spalle delle irraggiungibili MV Agusta. Il 1960 è anche l’anno del suo podio al Gran Premio d’Olanda.

Passato alle 4 ruote, Anderson inizia con una Lola Formula Junior mettendosi ben presto in evidenza tanto che Colin Chapman lo ingaggia per il 1962 nel Team Lotus di Formula Junior, fiducia ben ripagata con una splendida affermazione a Monthlery e con il secondo posto nella prestigiosa gara di contorno al Gran premio di Monaco.
Debutta nel mondiale di Formula 1 il 20 luglio 1963 in occasione del Gran Premio di Gran Bretagna sul circuito di Silverstone al volante di una Lola Mk 4 Climax iscritta privatamente dalla DW Racing, scuderia da lui stesso fondata e composta da soli 2 meccanici, piazzandosi 12°, a sette giri dal vincitore Jim Clark; seguiranno la vittoria a Vallelunga nel Gran Premio Roma, il terzo posto a Imola ed il quarto a Siracusa, tutte gare non titolate, nonchè le prime partecipazioni al mondiale al Nurburgring e a Monza.
L’anno successivo, il 1964, risulterà il migliore della sua carriera in Formula 1 arrivando 3° al Gran Premio d’Austria sul circuito di Zeltweg al volante di una Brabham Bt11; viene insignito del von Trips Memorial Trophy come miglior principiante privato della stagione 1964.
Nel 1965 lo troviamo ancora alla guida della sua Brabham Bt11 Climax; nel 1966 il regolamento impone il passaggio ai motori da 3000 e Anderson si presenta al via della stagione con la solita BT11 equipaggiata però con il motore Climax da 2400cc con la quale è sesto a Monza nella giornata trionfale di Ludovico Scarfiotti con la Ferrari.
Nel corso del 1966 ritorna sorprendentemente una tantum al Motomondiale in sella ad una Yamaha 250 ufficiale ad Assen nel Dutch TT , concluso con un ottimo 5° posto; sembra che Anderson fosse stato ingaggiato per aiutare la Yamaha a risolvere i problemi di guidabilità della scorbutica 4 cilindri 2 tempi.

Nel 1967 è ancora alla guida della sua privatissima BT11 con la sola eccezione del Gran Premio del SudAfrica dove viene schierato con una Brabham ufficiale con la quale finirà al 5° posto.
Un mese dopo il GP di Gran Bretagna, il 14 agosto 1967, durante una sessione di test sul circuito di Silverstone, perde il controllo della sua monoposto a causa di un aquaplaning: gravemente ferito al torace e al collo, morirà sull’ambulanza durante il trasporto all’ospedale di Northampton. Bob aveva da poco compiuto 36 anni.
In realtà anche un altro pilota può vantare un simile exploit, è Jean-Pierre Beltoise (Boulogne.Bellancourt, 26 aprile 1937 – Dakar, 5 gennaio 2015), francese, pilota di moto e di auto noto principalmente come pilota di Formula 1; nel 1972 vinse il Gran Premio di Monaco di Formula 1 ma, a differenza degli altri tre piloti citati, aveva un passato molto meno prestigioso come pilota del Motomondiale.

Con le moto conquistò 11 titoli nazionali in 3 anni, gareggiò nel Motomondiale dal 1962 al 1964 nelle classi 50, 125 e 250 ottenendo come miglior risultato un 6º posto nel 1964 nel campionato della classe 50 alla guida di una Kreidler avendo come miglior risultato parziale un terzo posto al Gran Premio di Francia rientrando così nella ristretta schiera di ex motociclisti passati alle monoposto di Formula 1 che sono riusciti a conquistare almeno un podio iridato sia con le due che con le quattro ruote.

In Formula 1 ha corso per Matra e BRM ottenendo, come migliori risultati la già citata vittoria al GP di Monaco del 1972, 8 podi ed il 5° posto in classifica generale nel 1969.

Purtroppo lo ricordiamo anche come responsabile della morte di Ignazio Giunti per la sconsiderata manovra che attuò durante lo svolgimento della 1000 Km di Argentina del 1971.

              
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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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