Alla fine del 1977 Giacomo Agostini decise di ritirarsi dalle competizioni motociclistiche.
Dopo essersi dedicato nel triennio 1978/79/80 alle 4 ruote in Formula 2 e in Formula Aurora (un campionato nato in Inghilterra al quale partecipavano monoposto di Formula 1 delle stagioni precedenti gestite da scuderie private), in verità con risultati poco soddisfacenti, nel 1981 Agostini si concesse un anno sabbatico durante il quale però mantenne i contatti con i suoi sponsor, in particolare con la Philip Morris, e con la Yamaha che lo portarono nel 1982 a rientrare nel Motomondiale nella nuova veste di titolare e direttore sportivo del Team Yamaha Marlboro Agostini.
Una esperienza non del tutto nuova per il pluri iridato italiano che in effetti aveva svolto in autogestione gli ultimi due anni di attività in moto ed i tre anni in monoposto.
Nel primo anno di attività del team nella classe 500 vennero ingaggiati i piloti Graeme Crosby e Graziano Rossi.
Il pilota neozelandese vinse le 200 miglia di Daytona e Imola e finì secondo nel campionato del mondo della classe 500 alle spalle del campione Franco Uncini. Meno brillanti furono le prestazioni di Rossi. In precedenza, nel 1980, Crosby aveva vinto il Senior TT, il mondiale TTF1 e la 8 ore di Suzuka guidando la Suzuki del team Yoshimura in coppia con l’americano Wes Cooley che l’aveva già vinta l’anno precedente in coppia con Mike Baldwin.
Il team di Agostini rimase in attività per 14 anni; nei primi 11 in collaborazione con la Yamaha conquistò tre titoli costruttori (1986, 1987, 1988) e, con Eddie Lawson, tre titoli piloti (1984, 1986, 1988).
Agostini si avvarrà della collaborazione di tecnici di valore, tra i quali ricordiamo Fiorenzo Fanali (ex MV Agusta) e Kel Carruthers (Campione del Mondo nel 1969 con la Benelli 250).Nel 1983 le ambizioni del team crebbero con l’assunzione dell’ex rivale Kenny Roberts, che diede luogo all’epica battaglia con Freddie Spencer, una sfida che le cronache dell’epoca assimilarono al duello del 1967 tra lo stesso Agostini e Mike Hailwood.
Nel 1986 il team si impegna anche nella 250 con Martin Wimmer e Tadahico Taira.
Nel 1990, stante la riduzione dei finanziamenti da parte della Marlboro che decise di sostenere anche (e soprattutto) il team di Kenny Roberts, Agostini schierò solo due moto nella classe 250 per Cadalora e Crivillè, un ridimensionamento che prende maggior forma nel 1991 quando viene schierata una sola Yamaha TZ-M 250 con Paolo Casoli che finirà decimo in campionato.
Nel 1992 Agostini passa alla Cagiva, assumendo la denominazione di “Cagiva Team Agostini”, dove rimase per tre anni fino al ritiro della casa varesina dalle competizioni non senza regalare ai Castiglioni la soddisfazione della prima vittoria con Eddie Lawson e un terzo posto in campionato con Kocinski.
Il 1995 fu l’ultima stagione del team Agostini nel motomondiale che gestì una Honda NSR 250 affidata a Doriano Romboni; il pilota italiano vinse il Gran Premio del Brasile ed ottenne altri due piazzamenti a podio, risultati che gli fruttarono la nona posizione in campionato.
Lawson è stato sicuramente la punta di diamante , ma qui vogliamo ricordare anche tutti gli altri piloti che hanno militato nelle fila del team Agostini: Graeme Crosby, Graziano Rossi, Kenny Roberts, Virginio Ferrari, Raymond Roche, Bob McElnea, Didier de Radigues, Tadahico Taira, Martin Wimmer, Luca Cadalora, Alex Crivillè, Freddie Spencer (quando purtroppo era ormai entrato in una parabola discendente perciò a volte sostituito da Cadalora), Paolo Casoli, Niall Mackenzie, Alex Barros, Doug Chandler, Mat Mladin, John Kocinski, Doriano Romboni.