Dopo le sofferenze della guerra ed i primi segnali di rinascita nel dopoguerra, gli anni ‘60, in virtù di una generosa ripresa economica, furono forieri di grandi cambiamenti in tutti i campi, compresi gli sport motoristici; tra gli eventi più significativi ricordiamo lo sbarco dei maggiori costruttori giapponesi nel Campionato del Mondo di motociclismo.
Come abbiamo accennato nel titolo, il Campionato del 1961, il 13° della storia, presentava numerose ed interessanti novità:
Con il ritorno dei Gran Premi di Spagna e di Svezia, assenti rispettivamente dal 1955 e dal 1959, e con l’introduzione di due nuove nazioni, la Repubblica Democratica Tedesca (DDR o Germania Est) e l’Argentina, gli eventi a calendario diventano undici, ben 4 più dell’anno precedente.
Non essendo al via del Gran Premio inaugurale della stagione, in Spagna, la 500 non fu la classe che disputò il maggior numero di Gran Premi, a dimostrazione che, pur essendo definita la classe regina, a quei tempi non era la monopolizzatrice delle attenzioni degli appassionati.
Quello d’Argentina è il primo Gran Premio disputato al di fuori dell’Europa pertanto da questa stagione il campionato può davvero assurgere al rango “mondiale”; invece quello della DDR è il primo Gran Premio iridato che si disputa oltre la “cortina di ferro” ma, sorprendentemente, questo paese aderente al blocco sovietico si apre ad un evento sportivo internazionale proprio mentre inizia a chiudere i propri confini verso l’Europa occidentale, un processo che raggiungerà il suo culmine con la costruzione del muro di Berlino il 13 agosto.
La regola della distanza minima di un Gran Premio viene cambiata: a partire da quest’anno i Gran Premi inseriti nel calendario del Campionato del Mondo dovranno durare almeno un’ora.
La Honda conquista i suoi primi titoli mondiali con Tom Phillis in 125 e Mike Hailwood in 250.
Dopo il debutto della Honda, avvenuto nel 1959, e quello della Suzuki l’anno dopo, nel 1961 un terzo costruttore giapponese decide di venire a mettere in discussione il dominio dei costruttori europei nelle competizioni motociclistiche ed in particolare in quelle del Motomondiale. Il debutto della Yamaha è però più “timido” di quello delle sue connazionali, infatti la casa di Iwata preferisce evitare il prestigioso quanto impegnativo TT e decide di scendere in campo domenica 21 maggio 1961 al Gran Premio di Francia che si disputa sul circuito di Clermont-Ferrand.
Carlo Ubbiali e John Surtees, che hanno conquistato tutti i titoli iridati nei due anni precedenti lasciano il motomondiale, con l’inglese che passa stabilmente in Formula1.
L’importatore Honda per l’Inghilterra forma un team, guidato dall’ex pilota Reg Armstrong, che farà gareggiare Mike Hailwood e John Hartle con le Honda 250 dell’anno precedente.
Lo scozzese Bob McIntyre, svincolato dal contratto con la Gilera, si schiera nella classe 350 con una Bianchi che non partecipava ad un Gran Premio iridato dal 1957.
Il pilota della DDR Ernst Degner si rende protagonista di un episodio particolare: durante la stagione viene ingaggiato dalla Suzuki che si impegna ad aiutarlo ad abbandonare segretamente la Germania dell’Est con tutta la sua famiglia mentre in cambio Degner, che è anche un valido tecnico, porterà in dote i tanti segreti delle MZ progettate dal geniale Walter Kaaden; in seguito otterrà la licenza di pilota della Germania Ovest.
Il conte Domenico Agusta, contrario all’aumento del numero di Gran Premi, annuncia il ritiro della MV Agusta dal mondiale e dalle manifestazioni internazionali salvo poi presentarsi il 16 aprile ad Imola per la Coppa d’Oro Shell con il pilota Gary Hocking in sella ad una MV 500 avendo trovato, per salvarsi la faccia, l’escamotage di iscrivere le moto con la denominazione “MV Privat”.
Una settimana dopo altro “coup de théâtre” del Conte che, nonostante avesse annunciato di dedicarsi solo alle due classi maggiori (350 e 500), al Gran Premio di Spagna, sul circuito del Montjuich, schiera Gary Hocking nella 250; il rhodesiano non deluderà vincendo la gara; questa sarà l’ultima vittoria di una MV Agusta in 250.
4 maggio 1961, Gran Premio di Germania (Hockenheim): meno di due anni dopo la sua prima apparizione al Tourist Trophy, la Honda ottiene la sua prima vittoria in un Gran Premio iridato che coincide anche con la prima vittoria di Kunimitsu Takahashi, primo pilota giapponese a riuscire nell’impresa. Nello stesso Gran Premio ricordiamo un’altra prima volta, quella dell’accoppiata cecoslovacca del pilota František Šťastný e della sua Jawa 350.
Tourist Trophy, il 12 giugno gareggiano le 125 e le 250, il 16 tocca alle 350 e alle 500.
- Nella 250 Hailwood conquista la prima vittoria della Honda al Tourist Trophy, la più importante per Soichiro Honda.
- E’ l’anno della consacrazione di Hailwood che è il primo pilota nella storia del TT ad ottenere la vittoria in 3 classi diverse vincendo, oltre alla 250, anche la Ultra-Lightweight TT (classe 125) ancora alla guida di una Honda e la Senior TT (classe 500) con la sua Norton Manx risultando, in quest’ultima gara, il primo pilota ad infrangere la barriera delle 100 miglia orarie di media alla guida di un monocilindrico (l’anno precedente Surtees aveva già superato tale media ma alla guida di una MV Agusta 4 cilindri).
- La Yamaha conquista il suo primo punto iridato grazie a Fumio Itō.
Il 30 luglio, nella classe 350 del primo Gran Premio iridato della DDR, si assiste all’esordio di una moto “d’oltre cortina” la sovietica CKEB S360 (Ckeb era l’Agenzia di sviluppo per il Motorsport dell’Unione Sovietica) che sul serbatoio riporta la sigla “Vostok” in onore della navicella spaziale russa che il 12 aprile aveva portato in orbita Jurij Gagarin, primo uomo nello spazio.
Le griglie del primo Gran Premio d’Argentina, disputato il 15 ottobre sul circuito di Buenos Aires, risultano semi deserte per le notevoli assenze dovute al fatto che molti, fra team ufficiali e privati, ritengono eccessive le spese di trasferta per partecipare ad un GP, l’ultimo dell’anno, che non ha più niente da dire ai fini dell’assegnazione dei titoli iridati; sono presenti solo il team Honda, un pilota Yamaha, e il privato Frank Perris nella 500, gara che vede la prima vittoria di un sudamericano, l’argentino Jorge Kissling, e di una Matchless G50, la casa inglese non vinceva un gara di livello internazionale dal lontano Tourist Trophy del 1910.
Al termine si aggiudicheranno il titolo iridato Tom Phillis con la Honda 125, Mike Hailwood con la Honda 250 e Gary Hocking con le MV Agusta 350 e 500.
A latere del Campionato del Mondo:
la Federazione Internazionale, stimolata dal crescente successo di cui i ciclomotori godono tra i giovani aprendo così uno spazio per un mercato importante per i costruttori europei, vara una Coppa Internazionale per motocicli da 50cc denominata Coppa dei Campioni FIM, da disputarsi in otto gare su diversi circuiti europei; la Coppa farà da apripista per la nuova classe 50 che verrà inserita nel calendario del Motomondiale a partire dal 1962;
il 30 aprile durante una gara della 500 fuori campionato al Nurburgring muore il pilota inglese Dickie Dale, ex pilota ufficiale Guzzi, MV, Norton e BMW; aveva appena vinto la 350;
il 18 luglio, in Italia, un giovane italiano che ha appena festeggiato il suo 19° compleanno sta per prendere il via nella sua prima gara in salita; il suo nome è Giacomo Agostini;
sono nati quest’anno i futuri protagonisti del motomondiale Helmut Bradl, Fausto Gresini, Gert Kafka, Fausto Ricci, Freddie Spencer.