Come è noto il motore ausiliario Cucciolo, presentato nel luglio del 1945 alla Fiera di Torino, era un progetto sviluppato già dal 1943 dall’avv. Aldo Farinelli coadiuvato dal fratello Ezio Furio e dal perito Aldo Leoni che era stato poi ceduto alla SIATA che iniziò a produrlo nel proprio stabilimento di via Leonardo da Vinci 23 a Torino. L’innovativo (per l’epoca) motorino a 4 tempi venne messo in vendita nell’autunno dello stesso anno in “scatola di montaggio” con la denominazione Cucciolo; inizialmente il prezzo si aggirava sulle 20.000 lire per arrivare a 37.000 lire dopo la svalutazione del 1946.
Il successo di vendite fu tale che la SIATA, per sopperire alle richieste cui non riusciva a far fronte, si rivolse alla alla SSR Ducati e, dopo circa 12 mesi, anche alla CANSA di Cameri (NO), per incrementarne i volumi di produzione.
Alla fine del 1946, la Ducati si aggiudicò la produzione del Cucciolo in esclusiva, facendolo diventare, di fatto il suo primo prodotto motociclistico ma, non avendo ancora essa stessa le necessarie capacità produttive, darà ancora seguito alla collaborazione con la CANSA fino al 1948; dopodiché la Ducati produrrà il Cucciolo in assoluta autonomia.
La prima versione prodotta dalla SIATA era caratterizzata da alette ad andamento elicoidale; già con la seconda versione si passerà alle più classiche alette orizzontali.
In effetti con la stessa denominazione T1 furono prodotti tre motori diversi: pochissimi esemplari della versione originale SIATA, una versione prodotta dalla Ducati (identificabile dalle nervature orizzontali ai lati del motore) ed una terza della CANSA che produsse una versione modificata del Cucciolo, il T2 SC (SIATA-CANSA), più robusto e più costoso rispetto al T1 prodotto da Ducati; le modifiche principali interessavano il coperchio carter sul lato sinistro e la testata separata dal cilindro.
Il Cucciolo fu utilizzato principalmente per motorizzare telai da bicicletta; ma già dal 1948 l’ing. Alfredo Capellino sviluppò il progetto di un telaio elastico destinato ad accogliere il Cucciolo che poi cederà alla Caproni che lo siglò CCC (Ciclo Capellino Caproni); ma sul tema del telaio per il motore Cucciolo si cimentarono oltre 150 produttori come Necchi, Faggi, Musa e Battaglia, Teloflex, Leprotto, Bianchi, alcuni costruttori inglesi e francesi, altri americani, perfino alcuni dei paesi dell’Est.
Negli ultimi mesi del 1948, dagli stabilimenti di Borgo Panigale, ormai operativi a pieno ritmo, uscì la versione T2, più efficiente, robusta e molto simile al Siata-Cansa. Dal primo motore Cucciolo SIATA discenderà una generazione di motori Ducati che saranno prodotti fino alla fine degli anni ’50.
CANSA: oltre l’elettrotecnica anche un po’ di aeronautica alle origini della Ducati
La CANSA di Cameri è stata una azienda che che ha sviluppato le proprie attività industriali prima nel settore aeronautico e successivamente in vari settori industriali, tra i quali le carrozzerie per autobus.
Le sue origini risalgono al 1913 quando l’ingegnere aeronautico Giuseppe Gabardini (Torino 1879 – Novara 1936) trasferisce la propria attività imprenditoriale da Taliedo (MI) a Cameri (NO) dove rileva le attività della A.V.I.S., una scuola di volo fallita, e fonda la Aeroplani Gabardini-Officine e la scuola di volo-Aerodromo Cameri che si insediano nell’area dell’aeroporto di Cameri; la produzione della neo costituita azienda aeronautica era orientata prevalentemente alla costruzione di aerei militari.
Nel 1936 la società entra a far parte del gruppo FIAT e assume la denominazione sociale di CANSA (Costruzioni Aeronautiche Novaresi Società Anonima).
Nel 1946 cambia ulteriormente ragione sociale in CaNSA (Carrozzerie Novaresi Società Anonima) e la missione aziendale che, oltre alla produzione del Cucciolo, si orienta alla produzione di carrozzerie per autobus, diventando la carrozzeria ufficiale degli autobus e filobus Fiat. Alla fine degli anni Sessanta, la denominazione Cansa venne abbandonata in favore di Carrozzeria Fiat Cameri. Nel 1972 la Cansa chiude i battenti.
Le carrozzerie originali Fiat vennero prodotte presso l’ex stabilimento Cansa fino all’apertura dello stabilimento Iveco di Valle Ufita, nell’avellinese, alla fine degli anni ‘70.