Se non avete mai sentito parlare della Condor, sappiate che non siete i soli.
Con Moto Rêve, Motosacoche e Universal (ormai scomparse da tempo), Condor è stato uno dei costruttori di moto più importanti della Svizzera, con sede a Courfaivre, ma la loro fama e le loro moto non sono quasi mai uscite dai confini elvetici; le Condor infatti costavano mediamente quasi il doppio dei modelli equivalenti di costruzione tedesca o inglese.
Nei primi anni ’70, la Ducati costruì per conto della Condor una serie di moto da 350cc destinate all’esercito svizzero. Ma dal momento che l’esercito era obbligato ad usare solo moto di produzione nazionale, queste Ducati furono ribattezzate con il marchio della fabbrica svizzera Condor-Werke AG.
Il mistero del sito di produzione della A350.
In realtà nessuno sembra sapere con certezza dove fossero prodotte queste moto, men che meno i motori. Stando alle dichiarazioni del progettista Raymond Schaller, l’A350 sarebbe stata prodotta a Courfaivre e solo il motore arrivava completo dall’Italia. Altre fonti riportano che la A350 sarebbe stata totalmente costruita in Ducati e poi importata dalla Condor.
Queste storie contrastanti sono probabilmente dovute alla circostanza, precedentemente già ricordata, che l’esercito svizzero richiedeva una moto completamente prodotta in Svizzera, in modo che in caso di emergenza si potesse essere certi della disponibilità di ricambi e assistenza. Probabilmente la verità starebbe nel mezzo, come spesso accade quando circolano notizie contrastanti, ovvero è verosimile che le moto venissero assemblate in Ducati con componenti prodotte in Italia su specifiche svizzere e marchiate Condor.
In verità sussistono dubbi anche sull’origine del motore; è infatti difficile dire se la Condor ha utilizzato motori Ducati prodotti a Borgo Panigale o forniti dalla filiazione spagnola Mototrans; è in effetti possibile che si tratti di motori spagnoli almeno per le moto costruite dopo il 1974, quando anche la casa madre importava motori dalla consorella spagnola.
Forse la fonte più attendibile è quella del giornalista belga Marc Poels (purtroppo scomparso nel 2014 vittima di un incidente stradale in sella alla sua fida Ducati ST4S ) riconosciuto come uno dei maggiori conoscitori della storia della Ducati; egli sosteneva che il montaggio delle moto era tutto realizzato dalla Condor, con motori forniti dalla Ducati modificati secondo specifiche dell’esercito svizzero, telai fabbricati dalla Verlicchi e sistema elettrico completo dalla Bosch. Probabilmente serbatoio e sella venivano prodotti in Svizzera.
Breve storia del costruttore CONDOR
Nel corso degli anni, a partire dagli inizi del secolo scorso, in Svizzera hanno operato 74 produttori di moto; alcuni hanno raggiunto la fama mondiale, tra questi la Condor può essere collocata al secondo posto tra i produttori elvetici di motociclette subito dopo la Motosacoche. Le moto prodotte a Courfaivre sono state dotate di motori prodotti in proprio ma sono stati adottati anche motori forniti da produttori esterni come le conterranee MAG, Moser, Zürcher & Lüthi, la francese AMC, l’inglese Villiers.
Nel 1893 Edouard Scheffer e Victor Donzelot aprono a Courfaivre una fabbrica di macchine utensili per strumenti da orologiaio con il nome di Sheffer Freres. Nel 1899 l’azienda scelse un logo che rappresentava i grandi uccelli delle Ande, i Condor. Più tardi, nel 1901, la fabbrica fu ribattezzata Condor-Werke AG e iniziò a costruire motociclette; inizialmente la fabbrica si limitava a costruire telai su cui montava propulsori di altri costruttori.
Nel 1908 viene messa in produzione la motoleggera 1,25 CV che sarà un successo di vendite; in seguito ebbe un discreto successo una 250 con motore MAG venduta in circa 3000 esemplari; nel 1925 nel listino Condor erano presenti undici modelli che spaziavano da un 250 monocilindrico fino al bicilindrico a V da 998cc con motori di varia provenienza.
Durante la seconda guerra mondiale venne fornito all’esercito un piccolo lotto della A540 monocilindrica e della A680 bicilindrica, quest’ultima realizzata in collaborazione con la connazionale Universal. Tra il 1944 ed il 1945, su richiesta dell’esercito svizzero, la Condor realizzò una moto con motore boxer di circa 600cc e trasmissione a cardano che fu proposta sia in versione militare con la denominazione A580 che in versione civile denominata C580. Alcuni esemplari dei modelli civili furono venduti all’estero, ma in numero esiguo perché all’epoca il prezzo di una Condor era circa due volte più alto di quello di una omologa BMW. Nel 1947 per l’esercito venne prodotto anche il sidecar A750.
Nel frattempo il ruolo della motocicletta militare, è più in particolare quello del sidecar, era cambiato dopo la seconda guerra mondiale, essendo stato in pratica rilevato dalla Jeep. Alla fine degli anni ‘50, perciò, l’esercito svizzero chiese alla Condor di realizzare una moto più piccola, leggera e maneggevole e più facile da gestire rispetto alla pesante A580, che fosse basata su un 250cc monocilindrico.
Ma il numero di moto richieste dall’esercito non era sufficiente a rendere conveniente per la Condor lo sviluppo di un motore proprio, fu perciò contattata la Maserati che aveva già in produzione un moderno motore di 246cc, mentre la Condor si sarebbe impegnata a costruire il telaio.
Forse sorprenderà molti lettori leggere di una Maserati costruttore di moto, perciò a beneficio di questi faremo un breve accenno alla genesi di questo ramo del prestigioso marchio modenese: com’è noto, nel 1937 i fratelli Maserati cedettero l’azienda all’industriale modenese Adolfo Orsi che trasferì la Maserati da Bologna a Modena. Nel 1947 Orsi trasforma il ramo d’azienda che produceva candele, accumulatori e lampadine in una una società separata dalla casa madre, la Fabbrica Candele Accumulatori Maserati S.p.A. Nel 1953, per superare uno stato di crisi la direzione dell’azienda decise di entrare nel settore della produzione di motoveicoli mediante l’acquisizione della bolognese Italmoto; la produzione cessò nel 1960 a causa della crisi del settore e della forte concorrenza delle altre aziende motociclistiche (Benelli, Ducati, Gilera, Moto Guzzi, Moto Morini, MV Agusta, ecc.).
Risultato dell’accordo con la Maserati fu che nel 1958 nacque la Condor A250 Gran Sport.
Ma la collaborazione durò solo un anno per la decisione della Maserati di non produrre più motociclette; il motore non ebbe perciò un sufficiente sviluppo, anche perché venne a mancare la collaborazione del progettista che nel frattempo aveva lasciato la Maserati. Venne impostata la produzione di una prima serie di 200 moto ma alla fine ne vennero costruite non più di 30.
Allora la Condor ritornò sulla decisione di sviluppare un proprio motore ispirandosi a quello della BMW R26. Il progetto fu affidato a Raymond Schaller che in precedenza aveva disegnato la A580. Da questa nuova versione della A250 derivò anche una versione civile, la C250.
Per una decina di anni la A250 ha soddisfatto le richieste dell’esercito che però, alla fine degli anni ’60, richiese una moto più performante. Ancora una volta però le quantità richieste dal nuovo contratto rendevano oneroso lo sviluppo di un nuovo motore, così la Condor si rivolse alla Ducati, prendendo in considerazione anche l’importazione di moto complete e non solo il blocco motore.
Inizialmente ci si accordò perché la Ducati fornisse il suo monocilindrico 250 nella versione carter stretti; successivamente la Condor decise di richiedere la fornitura del 350 carter larghi; nacque così la Condor A350.
Nel 1971 la Condor acquisì l’esclusiva per la vendita di Ducati in tutta la Svizzera; il rapporto proseguì anche quando nella proprietà Ducati subentrò la Cagiva ma poi l’impegno con Ducati e Cagiva si interruppe nel 2003, quando la Cagiva decise di curare in proprio l’importazione delle Ducati in Svizzera. Nel frattempo, già dal 1978, la Condor aveva chiuso la produzione di motociclette.
La A350 è stato l’ultimo modello di moto costruito dalla Condor. Dopo la cessazione della produzione di moto la Condor ha continuato a costruire biciclette fino al 1995 per poi dedicarsi ad altri prodotti industriali.
Una precisazione: per un breve periodo, alla fine degli anni ’60, venne prodotta la Seeley Condor che non condivideva nulla con il marchio del costruttore svizzero, era infatti una café racer ottenuta da un motore Matchless G50 montato su un telaio di progettazione e produzione Seeley.
La CONDOR A350
La Condor dunque si è distinta per essere stata l’unica industria motociclistica – almeno tra i produttori europei – la cui produzione era per la maggior parte destinata all’esercito e alle forze di polizia.
Come abbiamo visto, all’epoca dei fatti di cui raccontiamo, venivano fornite all’esercito la A580 e il sidecar A750 che alla fine degli anni ‘50 vennero sostituite dalla A250, in un primo momento assemblata con un motore Maserati e poi, dopo la imprevista chiusura della produzione della casa modenese, con un motore realizzato in casa. Ma poi alla fine degli anni ‘60, dietro la richiesta di una moto più performante, ci si rivolse alla Ducati.
I primi contatti risalgono al luglio 1967; a marzo 1968 venne chiesta al Consiglio di Amministrazione l’autorizzazione all’acquisto di tre motori Ducati di 250 cc da esaminare. Evidentemente l’esito dell’esame dovette risultare positivo perché, poco prima del Salone di Ginevra del 1969, furono ordinati 22 motori Ducati completi. Poi, come abbiamo già detto, la Condor si orientò sulla più performante versione da 340cc derivato dalla Ducati 350 Scrambler/Mark3 carter larghi con distribuzione tradizionale a molle (non è accertato, ma è probabile sugli ultimi esemplari prodotti siano stati montati motori a distribuzione desmodromica) che fu soggetto di modifiche secondo specifiche della stessa Condor.
La produzione della A350 iniziò nel 1973 con una prima fornitura di 500 moto e terminò nel 1978 quando la Condor concluse la sua avventura di produttore di moto; in quei sei anni furono prodotte 3000 moto. Anche se la produzione cessò nel 1978, molti esemplari della A350, circa 1500, rimasero in servizio presso l’esercito svizzero fino al 2001, e forse oltre.
Di questa moto non è mai stata prodotta una versione civile ma, quando alla fine del 1990 sono stati messi all’asta alcuni esemplari attirando l’attenzione di alcuni appassionati, specialmente olandesi, queste moto hanno cominciato a comparire sul mercato civile, spesso trasformate in apprezzabili special, prevalentemente in stile cafè racer.
Oggi i figli del promotore dell’accordo Condor/Ducati fanno gareggiare delle moto con motore Condor preparato montato in un telaio a traliccio di loro fabbricazione che risultano particolarmente performanti.
DETTAGLI TECNICI DELLA A350
Motore
Il propulsore della A350 mostra una attenzione tipicamente svizzera al dettaglio. La Condor chiese infatti di apportarvi alcune modifiche per aumentarne l’affidabilità e la durata che effettivamente erano alquanto deficitarie sui monoalbero Ducati dell’epoca, tanto che non si è mai compreso perché la Ducati non abbia apportato alcune di queste modifiche ai propri motori di serie.
Il motore Ducati fu depotenziato da 30 CV a poco meno di 17 a 5000 giri/minuto adottando un albero a camme dal diagramma meno spinto e riducendo il rapporto di compressione a 8,2:1 mediante il montaggio di un diverso pistone, in modo che potesse funzionare anche con carburanti a basso numero di ottani.
Venne inoltre dotato di un filtro olio a cartuccia supplementare montato all’esterno del carter motore. La flangia di fissaggio del tubo di scarico fu modificata per evitarne l’allentamento dovuto alle vibrazioni. Per agevolare gli interventi di prima manutenzione l’astina e il tappo di riempimento dell’olio erano dipinti di rosso e modificati per poter essere aperti a mano, senza doversi servire necessariamente di una chiave; il tubo di rabbocco dell’olio fu allungato per agevolare l’operazione.
Quando i motori venivano rimontati dopo un intervento di revisione, l’imbiellaggio veniva equilibrato dai meccanici della Condor con la classica precisione svizzera; ciò rendeva il motore molto più regolare ed elastico.
L’impianto elettrico, a 6 Volt, alimentava una accensione classica a puntine platinate e bobina, a differenza del sistema elettronico utilizzato sulle Ducati della stessa epoca. Per evitare riflessi di luce il collettore di scarico e la marmitta furono ricoperti con una vernice di alluminio/ceramica biancastra opaca spruzzata a caldo e ad alta pressione, una soluzione tecnica importata dalla Germania.
Telaio e ciclistica
La Condor realizzò un telaio a doppia culla in tubi in cui il motore era alloggiato tramite cinque supporti in gomma, un sistema simile all’Isolastic della Norton Commando. Stranamente il telaio era dotato del supporto per il cavalletto laterale che però non risulta che sia mai stato montato. La forcella era una Marzocchi da 35 mm; anche gli ammortizzatori dei primi esemplari erano del fornitore italiano ma successivamente furono sostituiti con dei Koni serie D, con la possibilità di regolare il precarico.
Ruote da 18”e freni a tamburo 200 mm erano forniti dalla Grimeca. Pneumatico anteriore da 3.25×18 “, posteriore da 3.50×18”. L’attacco della ruota posteriore fu realizzato in modo da rimuovere la ruota lasciando in sede corona e catena. Peso a secco 177kg; altezza sella 800mm; lunghezza 2.120 millimetri; altezza dal suolo 170 millimetri.
Componenti e accessori
Il faro, fornito dalla Bosch come gli altri componenti elettrici, era parzialmente oscurato come era in uso sui veicoli militari per non essere individuati dagli aerei nelle ore notturne. Ovviamente la moto aveva tutta una serie di accessori utili all’uso militare come borse laterali con un grande, robusto portapacchi posteriore, una tasca porta-mappa posizionata sul dorso del serbatoio, supporti per due fucili, uno per lato. Capacità serbatoio carburante 14 litri compresi 3 di riserva.
La A350 è stato l’ultimo modello di moto costruito dalla Condor.
Le 3000 A350 assemblate nel corso dei sei anni di produzione sono così suddivise: 1973 (500), 1974 (715 ), 1975 ( 715), 1976 ( 715), 1977 (178 ), 1978 (177 ); solo nel 2001 l’esercito ha sostituito la A350 con la BMW F 650 GS.