Il circuito di Monza, diventato operativo nel 1922, è il terzo circuito permanente più antico, dopo quello inglese di Brooklands, inaugurato nel 1907 ma in disuso dall’ormai lontano 1939, e di quello di Indianapolis, ancora oggi operativo sin dal 1909.
Nell’immaginario collettivo della gran parte degli appassionati di Formula 1 parlare di Gran Premio d’Italia equivale a parlare dello storico circuito di Monza.
Ed in effetti è una “quasi” verità perché la tappa italiana del prestigioso Campionato del Mondo di Formula 1 ha avuto la propria sede sempre nel circuito di Monza, costruito nel 1922 a nord di Milano, con l’unica eccezione del 1980; quell’anno, infatti, per la prima, e per ora unica volta, il Gran Premio d’Italia, si svolse sul Circuito di Imola ma poi dall’anno successivo il Gran Premio d’Italia ritornò a Monza, mentre ad Imola venne assegnato il Gran Premio di San Marino.
Il circuito di Monza ha ospitato anche il Gran Premio delle Nazioni del Motomondiale senza soluzione di continuità dal 1949 al 1968, per poi alternarsi con gli altri circuiti permanenti italiani.
Ma la storia di questa simbiosi è molto più antica perché il Gran Premio d’Italia nasce molto prima dell’istituzione del Campionato del Mondo, avvenuta solo nel dopoguerra, nel 1950. Il primo Gran Premio d’Italia valido per il mondiale di Formula 1 era il 21° della serie e fu determinante per l’assegnazione del titolo che finì nelle mani di Nino Farina con l’Alfa Romeo.
Il primo Gran Premio d’Italia della storia si disputò infatti il 4 settembre 1921 a Montichiari in provincia di Brescia, su un circuito ricavato da strade aperte al traffico.
Nel frattempo era stata decisa la costruzione di un autodromo all’interno del Parco di Monza per commemorare il venticinquesimo anniversario dalla fondazione dell’Automobil Club di Milano nato consociando alcune associazioni nate precedentemente fra cui il Club Automobilisti Italiani sorto nel 1897, considerato uno dei primi sodalizi automobilistici al mondo.
Il 3 settembre 1922 veniva inaugurato il circuito di Monza; a partire da quell’anno il Gran Premio d’Italia, ancora non valido per il mondiale, avrà come unica sede di svolgimento il circuito di Monza ad eccezione degli anni 1937, 1947, 1948.
Nel 1928 durante la corsa si verificò un gravissimo incidente: Emilio Materassi perse il controllo della sua Talbot sul rettilineo d’arrivo e alla velocità di circa 200km/h piombò in mezzo al pubblico assiepato a bordo pista causando la morte di 22 spettatori e ferendone circa 40; a seguito di questo drammatico incidente nei due anni successivi il Gran Premio non si svolse, riprendendo solo nel 1931.
Nel 1937 per decisione del regime l’edizione n° 15 del Gran Premio si svolse sul Circuito del Montenero a Livorno in concomitanza con la 17a Coppa Ciano mentre nel 1938, ritornato nella sua sede “naturale” di Monza venne disputata l’ultima edizione prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Finita la guerra, il circuito fu destinato come deposito per accogliere i residuati bellici gestiti dall’ARAR perciò i lavori per ripristinare le strutture danneggiate dagli eventi bellici iniziarono solo nella primavera del 1948 e pertanto il Gran Premio venne disputato nel 1947 a Milano e nel 1948 a Torino, per tornare a Monza nel 1949.
In breve sintesi queste le sedi in cui in sole 5 occasioni il Gran Premio non è stato disputato a Monza: Montichiari-1921, Livorno-1937, Milano-1947, Torino-1948, Imola-1980.
Il Gran Premio italiano è il quarto più antico Gran Premio nazionale dopo quelli di Francia (1906), Spagna (1913) e Russia (1913); con il Gran Premio di Gran Bretagna condivide il prestigioso primato di essere gli unici due Gran Premi sempre presenti nel calendario del Mondiale di Formula 1; nel 2021, è giunto alla sua 91ª edizione; salvo rare eccezioni è stato sempre disputato la prima o la seconda domenica di settembre. In oltre 100 anni di storia non è stato disputato soltanto 10 volte, le due già ricordate (1929 e 1930) e, ovviamente, dal 1939 al 1946 a causa degli eventi bellici.
IL GRAN PREMIO D’ITALIA DEL 1921
Per la definizione del circuito fu scelto un percorso racchiuso nel territorio di Montichiari, vicino Brescia; il circuito, della lunghezza di 18 Km, aveva una forma triangolare con il suo apice in località Fascia d’Oro dove venne realizzata la caratteristica curva parabolica – una delle prime al mondo – che sviluppava una lunghezza di 544,60 metri.
A quel primo Gran Premio d’Italia aderirono le più prestigiose case dell’epoca; tra gli equipaggi maggiormente candidati alla vittoria citiamo: l’Alfa Romeo con Enzo Ferrari, la Fiat con Pietro Bordino, l’Isotta Fraschini con Alfieri Maserati, la Mercedes con Giulio Masetti, la OM con Ferdinando Minoia, ma ci piace citare anche la presenza di Maria Antonietta Avanzo, unica donna al via a bordo di una Alfa 20/30 ES e lo squadrone francese della Ballot.
Al via le macchine partirono in ordine di numero a 60″ l’una dall’altra.
La vittoria andò alla francese Ballot 3L equipaggiata con pneumatici Pirelli del pilota transalpino Jules Goux seguito dal connazionale Jean Chassagne anch’egli alla guida di una Ballot 3L; terzo arrivò un altro francese, Louis Wagner con la Fiat 802.
Il vincitore completò i 30 giri (circa 540 KM) in 3 ore 35 minuti e 9 secondi a 144 km/h di media, mentre Piero Bordino con la FIAT realizzava il giro più veloce ad oltre 150 km/h di media!
In 4a, 5a e 6a posizione finirono, rispettivamente, l’italo americano Ralph De palma (Ballot 3L), Ugo Sivocci (FIAT 802) e Pietro Bordino (FIAT 802)
Nella locandina che vediamo qui raffigurata
possiamo notare che vengono indicate diverse date; il motivo è quello che oltre al Gran Premio per vetture da competizione di grossa cilindrata, nel 1921 si disputarono anche il Gran Premio Gentlemen (vinto da Masetti su Mercedes) e il Gran Premio Vetturette nel quale si imposero le piccole Bugatti 13 che occuparono i primi 4 posti per cui, in seguito a questa vittoria trionfale, Ettore Bugatti ribattezzò questo modello “Brescia”.
Non mancarono le motociclette, che disputarono il Gran Premio delle Nazioni a cui parteciparono i più valenti centauri dell’epoca come Piero Maggi, Badino Mai, Gentile Minazio e Damiano Rogai; tra le case motociclistiche ricordiamo la partecipazione di AJS, Della Ferrera, Maffeis e dell’americana Harley-Davidson, che si impose con la sua squadra ufficiale.
E non solo: alle 8,00 del mattino di quel 4 settembre, nello stesso istante in cui veniva dato il via al Gran Premio d’Italia, dal vicino aeroporto di Ghedi (Brescia) si alzavano in volo anche gli aeroplani per disputare la propria competizione, affrontando lo stesso tracciato delle auto ma in senso contrario.