In verità sarebbe più corretto dire misconosciuta perché non si può non assurgere al mito, alla leggenda con questi numeri: 75 titoli, 796 vittorie e 1510 podi conquistati in oltre 30 intensi anni di carriera tanto da meritarsi l’appellativo di “Freccia del Sud”.
E con questi numeri il catanese Sebastiano Zerbo è il pilota che più di ogni altro al mondo nella storia delle gare di velocità ha vinto gare e titoli in competizioni motociclistiche di velocità su pista ufficialmente riconosciute.
Non si può infatti non rimanere esterrefatti di fronte al palmarès di questo pilota supportato solo da una immensa passione che gli è stata trasmessa del padre.
Sebastiano Zerbo, conosciuto come “Nuccio”, nato a Catania il 24 aprile del 1971, è uno di quei piloti bravi, ben dotati che avrebbero meritato traguardi più prestigiosi, più altisonanti ma che non hanno trovato sulla loro strada le giuste condizioni per realizzare compiutamente i propri sogni, e forse proprio per questo, con quei numeri, è diventato leggendario, almeno nell’ambito del panorama motociclistico italiano.
Non sappiamo a quali traguardi potrebbe essere arrivato in campo internazionale se avesse trovato i giusti canali (principalmente finanziari) ma di una cosa possiamo essere certi: non si ottiene per caso un tale numero di titoli e vittorie, soprattutto in Italia dove ha spesso battuto piloti che nel prosieguo della loro più fortunata carriera si sono poi imposti nei più importanti campionati del mondo.
Certamente non lo ha aiutato la sua origine siciliana che gli ha reso difficile procurarsi sponsor e, almeno agli inizi, la scarsa conoscenza dei maggiori circuiti nazionali.
Eppure, ora che ha superato la classica soglia dei 50 anni (quando scriviamo siamo negli ultimi giorni del 2021) fa ancora programmi per la prossima stagione, continuando ad avere la stessa voglia di sempre nel mettersi in gioco: nel 2022 avrà un duplice impegno come portacolori del team S. Evolution Racing (un team piemontese nato nel 2006 grazie a Michele Sarno) partecipando alla Coppa Italia e ad alcune gare del National Trophy 1000, non tralasciando il suo ruolo di istruttore di guida nei corsi organizzati dalla squadra stessa.
Già da bambino lo si vedeva scorrazzare sulle minicross e sulla Vespa 50 per le strade del quartiere popolare in cui viveva; poi, poco più che adolescente, inizia a correre un po’ con tutto: dalle corse con i cavalli a quelle con gli scooter, per poi passare alla velocità su pista; vince in tutte le categorie a cui partecipa, dalle 125 alle 250 alle moto a quattro tempi di grossa cilindrata (a 15 anni era già in sella ad una RC30). Negli anni continua ad arricchire il suo palmarès vincendo in quasi tutti i campionati di diverse categorie disputati in Italia, sia su pista che in salita, arrivando, nel 2010, a partecipare ad 8 trofei nel corso di un solo anno.
Ha praticamente corso con moto di qualsiasi marca e cilindrata, sia da Gran Premio che Derivate di serie.
Le sue performance gli hanno fruttato alcune convocazioni nel mondiale 125, nel mondiale SBK Endurance e nell’AMA Superbike, ma anche come wild card nel Campionato Mondiale Superbike e nel Campionato Mondiale TT-F1.
Non sempre si é limitato a gareggiare nell’ambito dei confini nostrani, ha infatti partecipato anche al Campionato Superbike brasiliano, in cui ha dovuto battersi con piloti del livello dei brasiliani Alex Barros ed Eric Granado e dell’argentino Leandro Mercado.
Tra i titoli più prestigiosi vanta due titoli europei nel Challenge APRILIA 250 e poi il Trofeo Inverno, il Ninja Trophy, la Hornet Cup, il Trofeo Dunlop Cup, ecc.
Molte delle sue vittorie sono arrivate tra gli anni ’80 e ’90, un periodo d’oro del motociclismo nostrano che in quel periodo ha prodotto in gran quantità talenti che si sono poi distinti a livello internazionale; ricordo qualche nome , rigorosamente in ordine alfabetico, di alcuni piloti più o meno titolati emersi dal vivaio italiano a quei tempi, giusto per capirne il livello: Biaggi, Cecchinello, Chili, Cadalora, Capirossi, Casanova, Gianola, Gramigni, Gresini, Locatelli, Melandri, Reggiani, Romboni, Rossi.
Se è vero che il suo straordinario palmarès si è evoluto al di fuori del contesto mondiale, però c’è da chiedersi se sia lecito confrontare la sua plurivittoriosa carriera con quella di qualche pilota (magari più fortunato nel trovare i giusti canali o nel trovarsi al posto giusto nel momento giusto) che in una intera carriera nel Motomondiale sia riuscito fortunosamente ad ottenere una sola vittoria iridata (e gli esempi sono tantissimi) o che addirittura sia riuscito a vincere un mondiale senza nessuna vittoria in Campionato come, ad esempio, lo spagnolo Manuel Herreros che nel suo personale palmarès vanta il suo unico mondiale – classe 80 – conquistato nel 1989 senza nessuna vittoria di tappa e con sole due vittorie in tutta la carriera.