Spesso viene attribuita all’ing. Fabio Taglioni (10 settembre 1920 – 18 luglio 2001), e di conseguenza alla Ducati, l’”invenzione” della distribuzione desmodromica.
In realtà noi tutti appassionati di sport motoristici, ma anche estimatori della Ducati e del suo geniale progettista, dovremmo ormai sapere che l’adozione della distribuzione desmodromica risale agli albori del ‘900 e che fu portata al successo in competizione dalla Mercedes prima ancora del costruttore di Borgo Panigale.
Ma quel che forse pochi ricordano è che tra le prime case costruttrici a sperimentare questo particolare schema di comando delle valvole è stata la FIAT.
Infatti, già nel corso della prima guerra mondiale, la direzione della casa torinese pensava ad una nuova serie di vetture di serie e da Gran Prix.
Il pool incaricato di sviluppare questi progetti era costituito dai tecnici Becchia, Bertarione, Cappa, Jano (che gli appassionati ricorderanno anche in Alfa, Lancia e Ferrari) e Zerbi coordinati dall’avvocato Cavalli allora a capo della Direzione Tecnica Auto.
Per ottenere elevati regimi di rotazione si pensò appunto all’adozione della distribuzione desmodromica; gli studi diedero vita nel 1920 al motore 401 (4 cilindri, 85mm di alesaggio, 131mm di corsa, 2972cc, valvole disposte a V70°, 112 CV a 4000 giri/minuto) destinato ad essere montato sulla GP siglata 801.
La 801/401 ottenne risultati deludenti e purtroppo, nonostante le prestazioni del motore fossero alquanto promettenti, non fu possibile svilupparlo a causa delle lotte sindacali in corso all’epoca. In seguito la 801 verrà dotata di un motore 8 cilindri siglato 402.