Schierandosi al via del Gran Premio della Toscana sul circuito del Mugello, la Ferrari stabiliva il prestigioso record dei 1000 Gran Premi disputati nell’ambito del campionato del Mondo di Formula1.
La Ferrari aveva debuttato come costruttore di Formula 1 il 21 maggio 1950 schierandosi al via del Gran Premio di Monaco (secondo GP in calendario) con i piloti Alberto Ascari, Luigi Villoresi ed il francese Raymond Sommer a cui affidava la guida della monoposto 125 dotata di un classico (per la Ferrari) 12 cilindri a V di 60° da 1500cc che, grazie alla sovralimentazione con compressore volumetrico Roots a doppio stadio, erogava 315CV a 7500 giri/minuto.
In qualifica si distinguevano le Alfa Romeo di Fangio e Farina seguite dalla Maserati di Gonzalez mentre le Ferrari si qualificheranno in sesta, settima e nona posizione con, rispettivamente, Villoresi, Ascari e Sommer.
In gara, vinta da Fangio con l’Alfa Romeo, le esordienti monoposto di Maranello si metteranno in buona evidenza conquistando un ottimo secondo posto con Ascari ed il quarto con Sommer mentre, purtroppo, Villoresi sarà costretto al ritiro per problemi alla trasmissione.
Poi, 60 anni dopo, la Ferrari stabilirà un prestigioso record partecipando, il 13 settembre 2020, al Gran Premio della Toscana, nona prova della stagione potendo vantare anche un altro record praticamente imbattibile, ovvero quello di aver partecipato a tutte le stagioni del Campionato Mondiale di Formula1, almeno fino ai nostri tempi.
Per una fortuita combinazione la Ferrari raggiungeva il traguardo delle 1000 presenze sul circuito di sua proprietà.
Era, questa, la prima edizione del Gran Premio della Toscana; inizialmente la gara non era prevista nel calendario 2020, ma fu inserita al posto di altri GP cancellati a causa della della pandemia da COVID-19. Visto il divieto di denominare con lo stesso nome due diversi GP, ed essendo già presente nel calendario il Gran Premio d’Italia, la Federazione denominò questa manifestazione come “Gran Premio della Toscana”.
I due piloti di Maranello, Vettel e Leclerc, si presentarono al via alla guida della SF1000, la sessantaseiesima monoposto costruita dalla Scuderia Ferrari per la partecipazione al Mondiale di Formula1; evidentemente la sigla “SF1000” si riferiva proprio alla millesima partenza della Scuderia in un Gran Premio iridato.
Per l’occasione le due monoposto vennero schierate con una livrea speciale che riprendeva la tonalità della 125S, la prima vettura da competizione della Ferrari, che era verniciata di un rosso tonalità borgogna; anche le tute dei piloti avevano la stessa tonalità. Come ulteriore richiamo al passato i numeri di gara erano verniciati a mano.
Purtroppo il risultato della gara non farà onore al prestigioso record, d’altronde la SF 1000 è ritenuta tra le peggiori Ferrari di Formula 1 di sempre, superata forse solo dalla T5 del 1980 di Scheckter e Villeneuve. Infatti mentre la SF1000 può vantare un misero palmarès di appena tre podi e un deludente sesto posto in classifica costruttori, la T5 in quattordici gare non si riuscì ad ottenere nessuna vittoria, nessun podio, nessuna pole, nessun giro veloce in gara; Villeneuve finì in zona punti quattro volte, Scheckter una sola volta; nel mondiale Costruttori la T5 chiuse al decimo e penultimo posto, raccogliendo la miseria di 8 punti a fronte dei 120 della Williams.
La vittoria andò alla Mercedes di Hamilton, al suo 90° successo personale, mentre le Ferrari si piazzarono ottava con Leclerc e decima con Vettel, a circa mezzo minuto dal vincitore.