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Michael Schumacher, la gara perfetta al Gran Premio d’Ungheria del 1998
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Michael Schumacher, la gara perfetta al Gran Premio d’Ungheria del 1998

Novembre 16th, 2021 Fabio Avossa Piloti, storie e glorie

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Questa storia inizia con un contatto radio tra Ross Brawn, direttore tecnico della Ferrari e grande esperto di strategie di gara, e il suo pilota, il mitico Michael Schumacher, al suo terzo anno in Ferrari; la casa di Maranello lo ha ingaggiato per cercare di riportare il titolo iridato a Maranello dopo quello conquistato da Scheckter nell’ormai lontano 1979.

Il dialogo fu breve e conciso; Brawn: “Michael, hai 19 giri per tirare fuori 25 secondi. Abbiamo bisogno di 19 giri da qualifica da te per vincere la gara” a cui Schumacher rispose con un ancor più sintetico :“Ok. Grazie.” (almeno così riferirono alcune cronache dell’epoca, altre invece riportavano quest’altra esortazione di Brawn: «Michael, con due soste non arriveremo più su del terzo posto. Piano B, piano B! Servono 16, 18 giri sui tempi da qualifica, con meno benzina a bordo. Ce la possiamo fare?», due versioni comunque sostanzialmente identiche).

Era il 16 Agosto 1998, Gran Premio d’Ungheria, circuito di Brno.

Per l’ennesima volta quell’anno la prima fila è tutta McLaren con la coppia di piloti Hakkinen/Coulthard; con un distacco di 4 decimi segue Michael Schumacher con la Ferrari F300, una posizione critica per il circuito di Brno dove è notoriamente difficile sorpassare.

La distanza del Gran Premio é programmata su 77 giri.

Al via le prime tre posizioni rimangono invariate; Schumacher dà un primo saggio del potenziale della F300 e delle sue capacità di guida quando al 32° giro stampa il giro veloce in 1.19.952 ripetendosi nel giro successivo con un 1.20.1. Il passo della Ferrari è nettamente migliore di quello delle McLaren che girano sull’1.21, ma il sorpasso in pista è impresa quanto meno difficile se non impossibile.

Nel corso del 43° giro Ross Brawn, che ha ormai inquadrato la situazione, fidando sulle superlative doti di guida del pilota tedesco decide di variare la strategia da due a tre soste e non esita a contattare via radio il suo pilota esortandolo a realizzare tempi da qualifica avvantaggiandosi di una macchina più leggera per il minor peso di carburante che consente anche un ottimale utilizzo degli pneumatici.

Tra l’altro lo stratega della Ferrari ha tenuto conto anche dei problemi di gomme di cui sembrano soffrire le due McLaren, situazione che in seguito si aggrava per Hakkinen che soffre di altri problemi tecnici, tanto che non riuscirà ad andare oltre il sesto posto.

Avuto l’OK del pilota, dopo soli 18 passaggi dalla prima sosta il box richiama Schumacher e, dopo una brevissima sosta di soli 6,8 secondi, lo fa rientrare con pista libera mettendolo così in condizione di spingere al massimo; dal box McLaren rispondono richiamando Coulthard ma il suo pit è di 8.0 secondi e pertanto Schumacher, autore peraltro di un giro velocissimo, passa in testa.

Le McLaren non si fermeranno più, perciò il pilota della Ferrari deve spingere al massimo per mettere tra sé e le due monoposto inglesi un gap sufficiente per poter effettuare la terza sosta mantenendo la prima posizione.

E Schumacher non si fa certamente pregare infilando una sequenza devastante di giri veloci (1.19.9;, 1.19.5; 1.19.8; 1.19.8) mentre le McLaren girano sull’1.21 alto/1.22.

Il ritmo tenuto dal tedesco è talmente vicino al limite che al 52° giro compie un errore, l’unico, arrivando lungo ad una curva, finendo nella ghiaia e perdendo così 4/5 secondi, ma per sua fortuna la monoposto non subisce alcun danno e il pilota può proseguire mantenendo il suo passo tra l’1.19 e l’1.20 mentre le McLaren non hanno la forza di reagire alla prepotente azione del tedesco.

Al 54° giro Schumacher ha già accumulato 16 secondi di vantaggio che dopo 4 giri diventano 21; ormai Michael è in piena trance agonistica, tanto che al 60° passaggio stampa uno straordinario giro record in1.19.286 guadagnando ulteriori 2 secondi; a soli 17 giri dal termine, il vantaggio accumulato dal tedesco è di 27 secondi, sufficienti per effettuare la terza sosta senza perdere la testa della corsa, infatti due giri dopo si completa l’opera: la Ferrari numero 3 rientra per il terzo pit stop e torna in pista con ancora 5 secondi di vantaggio su Coulthard.

La geniale strategia di Ross Brawn impostata sulle tre soste ha avuto successo, grazie anche alla eccezionale abilità del Kaiser.

Gli ultimi 15 giri sono una cavalcata trionfale, quasi una formalità: Schumacher taglia vittorioso il traguardo con 9.4 secondi di vantaggio su Coulthard mentre sul terzo gradino del podio si piazza Jacques Villeneuve con la Williams.

Con questa vittoria, la sua quinta stagionale, Schumacher si rimise in gioco per il titolo riducendo da 16 a 7 i punti di svantaggio dalla vetta ma il titolo finirà nelle mani di Hakkinen.

Ross Brawn ci aveva visto giusto cambiando la strategia in corsa, ma senza la prestazione magistrale del tedesco, unita ai problemi riscontrati in casa McLaren, la vittoria probabilmente non sarebbe arrivata.

              
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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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