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La CAGIVA F4 (mai nata) inizialmente destinata alle gare SBK, ma poi …
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La CAGIVA F4 (mai nata) inizialmente destinata alle gare SBK, ma poi …

Novembre 9th, 2021 Fabio Avossa Amarcord

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Nel 1995, forse già in odore di cessione della Ducati al Texas Pacific Group, i Castiglioni incaricano Tamburini ed il CRC (Centro Ricerche Cagiva) da lui diretto di rispolverare il progetto, nato inizialmente in ambito Ducati, di una moto da 750cc a 4 cilindri che avrebbe dovuto essere il punto di partenza di una nuova generazione di SBK.

Nasceva così il progetto CAGIVA F4, un prototipo di moto da competizione destinato al mondiale Superbike; progettazione e sviluppo del propulsore vennero realizzati in collaborazione con la Ferrari Engineering di Piero Ferrari.

Il nome della nuova moto derivava infatti dalla “F” di “Ferrari” e dal “4” riferito al numero dei cilindri.

E’ d’obbligo qui ricordare che Piero Ferrari, il figlio del Drake, ha sempre nutrito una grande passione per le moto, di qui l’amicizia con Claudio Castiglioni.

Il motore nacque con soluzioni esclusive come le valvole radiali (venne scartata la soluzione delle 5 valvole) ed il cambio estraibile, soluzioni alquanto pregevoli ed insolite per una moto destinata alla produzione e difatti praticamente assenti su moto della stessa categoria. Venne studiata anche una versione con testate rovesciate ovvero con condotti di scarico posteriori e aspirazione all’anteriore ma non ebbe un seguito pratico.

La soluzione delle valvole disposte radialmente e non parallele tra loro consentiva di realizzare una camera di combustione emisferica anziché nella classica forma a tetto.

Responsabile tecnico del progetto era l’ing. Riccardo Rosa, ex Alfa Romeo, Ferrari, Fondmetal, poi progettista della CAGIVA 500 C593 e C594, passato poi in Benelli dove progettò la favolosa Tornado 900 tre cilindri, oggi titolare della RTR Project s.r.l.

Il motore veniva presentato dalla Ferrari Engineering alla stampa e al pubblico il 18 luglio 1995 in occasione del GP di San Marino al Mugello; il nuovo propulsore presentava il blocco cilindri fortemente inclinato in avanti così da avere i condotti di aspirazione praticamente verticali e l’alimentazione elettronica.

In seguito venne allestito un prototipo completo la cui estetica richiamava la Cagiva C594 da Gran Premio dalla quale riprendeva le sovrastrutture (carenatura, sella e codino).

Per le prove su strada alla carenatura della C594 venne adattato un faro doppio ripreso da una Cagiva Canyon e un faro sul codino al posto dei due scarichi sottosella della GP. Alla presa d’aria centrale vennero aggiunte due prese d’aria supplementari. Si stima che il peso della moto fosse di circa 185 kg.

Il telaio, dopo aver sperimentato alcune soluzioni originali, si presentava come un classico doppia trave laterale.

Ovviamente non era la versione definitiva ma un prototipo allestito al solo scopo di testare su strada le parti meccaniche, motore e ciclistica, in forma anonima o quantomeno non definitiva.

Pier Francesco Chili e Fabrizio Latini furono incaricati dei collaudi; il primo collaudo avvenne il 2 agosto 1995 sul circuito del Mugello.

Purtroppo la F4 non fu mai messa in produzione e quindi non partecipò mai alle competizioni destinate alle derivate dalla serie.

Di lì a poco infatti il progetto fu abortito. Il sogno di vedere una moto con marchio Cagiva motorizzata Ferrari svanì a causa della pesante situazione finanziaria causata dagli ingenti investimenti fatti per la partecipazione al Mondiale della classe 500, tantopiù che la Ferrari Engineering si ritirò dal progetto dichiarandosi insoddisfatta delle prestazioni ottenute dal motore in fase di test al banco.

Ma i Castiglioni, da quei grandi sognatori che erano, non abbandonarono del tutto il progetto: il gruppo Cagiva aveva da poco acquisito il marchio MV Agusta e venne perciò presa la decisione di destinare il progetto F4 al rilancio di quel marchio dal glorioso passato (gloria conquistata prevalentemente, se non esclusivamente, in campo agonistico).

Il motore venne profondamente rivisto perdendo qualsiasi parentela con il progetto originario mantenendone però la peculiarità delle valvole radiali; Massimo Tamburini si occupò dell’estetica mentre i telaisti del CRC realizzarono un telaio misto a traliccio e piastre in lega.

La moto, una delle moto sportive più belle mai viste denominata MV Agusta F4 750, venne presentata al salone di Milano 1997 in versione Serie Oro caratterizzata da molte parti come il forcellone, le piastre laterali del telaio  e le ruote in magnesio anodizzato in color oro mentre tutte le sovrastrutture come la carenatura, la cover sella passeggero, il parafango anteriore, il serbatoio e l’air box erano realizzati in fibra di carbonio. L’uso di questi materiali consentì di contenere il peso sotto i 181 kg. 

La produzione della Serie Oro era limitata a 300 esemplari numerati, tutti pre-vendutiI; questo esclusivo modello veniva consegnato con un certificato di autenticità e un badge in oro 24 carati con il numero di serie. Tra i primi proprietari troviamo il 15 volte Campione del Mondo Giacomo Agostini (13 titoli con la MV) e il re di Spagna Juan Carlos.

              
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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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