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Valentino Rossi, come il mito diventa leggenda – La storia
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Valentino Rossi, come il mito diventa leggenda – La storia

Settembre 13th, 2021 Fabio Avossa Piloti, storie e glorie

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Alex Crivillé, Campione del Mondo della classe 125 nel 1989 e della classe 500 nel 1999, ricorda la prima volta che vide in azione Valentino Rossi in 500: “Ho visto che aveva qualcosa di speciale. Durante il pre-campionato notai che era diverso. Era velocissimo e frenava come poche volte avevo visto. Mi fece un’entrata e non cadde, allora pensai. Non è normale, è una super fuoriserie. Da lì ho capito che era un pilota straordinario. Il tempo mi ha dato ragione“.

Nonostante l’annuncio fosse ormai nell’aria, quando il 5 agosto 2021 Valentino Rossi annunciò il ritiro dalle competizioni del Motomondiale, la notizia fu accolta quasi con sorpresa, come se nessuno avesse voluto accettarla come reale; la data di quella conferenza stampa segnava la fine di un’epoca.

Valentino Rossi, classe 1979, a 42 anni, dopo aver gareggiato per ben 26 anni nel Motomondiale, dopo tante battaglie in pista nelle quali si è scontrato con grandi campioni, partendo da Biaggi per arrivare a Marquez e Vinales, passando per Barros, Capirossi, Checa, Crivillé, Dovizioso, Gibernau, Hayden, Harada, Lorenzo, Melandri, Pedrosa, Kenny Roberts Jr, Stoner, ha capito che era arrivato il momento di dire basta, dopo che l’ennesima evoluzione delle moto, dovuta ad una elettronica sofisticata, a un’aerodinamica profondamente rivoluzionaria e agli pneumatici Michelin dell’era monogomma (ma sarebbe meglio dire mono-fornitore), ha imposto un radicale adattamento dello stile di guida, difficile da raggiungere dopo tanti anni di militanza con mezzi di diversa generazione, perdipiù senza il sostegno di un fisico ormai non più giovanissimo.

Dall’esordio, avvenuto nel 1996 nella classe 125, fino al Gran Premio d’Italia del 2010, quando non potè prendere parte alla gara a causa della frattura di tibia e perone destri rimediata nella seconda sessione di prove libere, Rossi non aveva mai saltato un Gran Premio.

VALENTINO ROSSI ED I 9 TITOLI MONDIALI

Nella sua lunghissima carriera Valentino ha conquistato i suoi 9 titoli mondiali – 125 (1997), 250 (1999) 500 (2001) MotoGP (2002, 2003, 2004, 2005, 2008, 2009) come risultato di 115 vittorie e 235 podi (199 500/MotoGP, 21 in 250 e 15 in 125).

Con questi numeri si colloca negli annali del Motociclismo al secondo posto dietro il solo Giacomo Agostini superato anche, ma solo per numero di titoli, da Angel Nieto. Nei circa 70 anni di storia del Motomondiale con 9 titoli come lui ricordiamo solo Hailwood e Ubbiali.

Delle sue vittorie restano sicuramente memorabili:

  • Phillip Island 2003 dove riuscì a rimontare 10 secondi di penalizzazione per avere sorpassato in regime di bandiera gialla finendo la gara con un vantaggio di 5.212 secondi su Loris Capirossi.
  • Welkom (Sud Africa) 2004 quando, al debutto con la Yamaha, vinse dopo una accesa battaglia con Biaggi su Honda
  • Laguna Seca 2008, con il discusso sorpasso su Stoner al cavatappi ma principalmente per una accorta e furba tattica di gara
  • Catalogna 2009 con il famoso sorpasso su Lorenzo all’ultima curva dell’ultimo giro.

Ma andrebbero ricordate anche le tante belle gare disputate sui circuiti di Jerez e del Mugello a lui molto congeniali. Una pietra miliare della sua carriera è sicuramente il Gran Premio d’Olanda del 2009: era il 27 giugno, quando Valentino vincendo la gara della MotoGP otteneva la sua centesima vittoria in carriera.


Tra gli innumerevoli record conquistati da Rossi ricordiamo un primato di longevità con un intervallo di 18 anni e 342 giorni fra il primo podio ottenuto il 4 agosto 1996 in classe 125 al Gran Premio di Austria e il terzo posto conquistato il 12 luglio 2015 nel GP di Germania; il primato precedente apparteneva ad Angel Nieto che, salendo sul podio nel 1986, aveva maturato un intervallo di 18 anni e 328 giorni.

VALENTINO ROSSI TRA RECORDMAN E SHOWMAN

Tra gli altri record che annovera il palmarès di Rossi ricordiamo che ad oggi è l’unico pilota che sia riuscito a conquistare il titolo iridato in quattro classi differenti (125cc, 250cc, 500cc e MotoGP); è  uno dei soli 5 piloti che siano riusciti a conquistare il titolo della top class con le moto di due diversi costruttori; detiene il record di podi nel Motomondiale.

Ma rimangono memorabili quanto le sue vittorie ed i suoi record, le gag alla fine di molte gare: ricordiamo il giro d’onore con la bambola gonfiabile, lo sponsor “polleria Osvaldo”, Robin Hood, le T-shirt con le scritture “pensa se non ci avessi provato” e “scusate il ritardo”, il travestimento da forzato del lavori come “condannato a vincere”, la multa per “eccesso di velocità”, l’ “Impresa di pulizie La Rapida” e tante altre ancora.

E poi i caschi personalizzati, in particolare quelli del Mugello e le varie acconciature dei capelli (geniale quando si rasò i capelli come Galbusera).

Questa sua capacità comunicativa gli ha fruttato, oltre ad una grande notorietà, il conferimento nel 2005 una laurea Honoris Causa “Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni” su proposta della facoltà di sociologia dell’Università di Urbino.

VALENTINO ROSSI “THE DOCTOR”


Non si può negare che il “personaggio” Valentino, prima ancora del pilota, abbia avvicinato al Motomondiale uno stuolo di persone di tutte le età, genere e nazionalità che forse mai prima avevano assistito ad una gara motociclistica. In qualunque circuito si disputi una gara del Motomondiale non manca mai una tribuna dedicata ai supporter di Valentino, facilmente individuabile dal giallo dominante.

VALENTINO ROSSI – LA STORIA

Valentino Rossi entra in confidenza con i motori fin da piccolo grazie al padre Graziano, pilota di ottimo livello che gareggiò nel Motomondiale a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80; dopo i primi approcci con i kart, ben presto passa alle minimoto. Nel 1993 passa alle ruote alte e partecipa al Campionato Sport Production con una Cagiva Mito 125, campionato che conquisterà l’anno seguente. Nel 1995 partecipa alla classe 125 del Campionato Italiano e di quello Europeo conquistando il titolo nazionale e piazzandosi terzo in quello continentale.

La sua strepitosa carriera iridata iniziò il 31 marzo 1996 quando si schierò al via della 125 del Gran Premio della Malesia sul circuito di Shah Alam gara in cui con un 6° posto ottenne già all’esordio i primi punti iridati; il 4 agosto del 1996 otteneva il suo primo podio iridato con un terzo posto al Gran Premio di Austria; ma già al Gran Premio successivo, disputato il 18 agosto in Repubblica Ceca sul circuito di Brno, arrivava la prima vittoria battendo in volata Jorge “Aspar” Martinez, gara in cui conquistava anche la sua prima pole position.

L’anno successivo, vincendo ben 11 gare su 15 della 125, conquistava il primo dei suoi nove titoli mondiali.
Con il passaggio in 250 si ripeterà lo stesso copione con un primo anno di apprendistato ed un secondo, il 1999, in cui conquisterà il secondo titolo in carriera.

Infine, nel 2000, il passaggio nella classe regina, la 500; ancora una volta un primo anno per prendere le misure di moto ed avversari ma arriva anche la prima vittoria in 500 il 9 luglio a Donington dove, dopo una brutta partenza, fece una strepitosa rimonta sotto la pioggia battente; nel 2001 arriva anche il titolo della top class.

A partire dal 2002, con l’avvento della MotoGP, raggiunge la piena maturità agonistica tanto da affrontare dopo due anni di successi con la poderosa Honda RC211V 1000 5 cilindri l’impegnativo e rischioso passaggio alla Yamaha che fino alla fine del 2003 si era dimostrata scarsamente competitiva anche nelle mani di un asso come Max Biaggi.

Fu decisamente una scelta ambiziosa ma che nel contempo manifestava la piena consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità. E fu un successo clamoroso: con la Yamaha conquisterà 4 titoli mondiali e l’accoppiata tra il campione italiano e la moto giapponese diverrà iconica, tanto che dopo la fallimentare parentesi in Ducati del 2011/2012, Valentino tornerà a gareggiare con le moto di Iwata.

VALENTINO ROSSI O LO AMI O LO ODI

Tra i momenti peggiori della sua carriera, e che forse più di tanti altri fattori lo hanno segnato al punto che probabilmente proprio da quegli episodi è iniziata la sua parabola discendente, possiamo sicuramente annoverare l’incidente del 2010 al Mugello ed il coinvolgimento, ovviamente involontario, nell’incidente mortale di Marco  Simoncelli.

Rossi è stato sicuramente un personaggio controverso, di quelli che si amano o si odiano, stimolando accese discussioni tra suoi estimatori e detrattori.

In tanti anni di lunga carriera, Valentino Rossi si è scontrato con i piloti più forti e di generazioni differenti. Tra gli episodi più discussi possiamo citare:

  • La gomitata di Max Biaggi a Valentino Rossi durante il Gran premio del Giappone il 2001, dove subito dopo il tavullese rispose alzando il dito medio.
  • Al GP di Spagna nel 2005, protagonista fu la spallata di Rossi su Gibernau all’ultima curva.
  • Jerez de la Frontera 2011, Rossi tenta il sorpasso su Stoner ma scivola, buttando fuori l’australiano
  • Il “calcio” di Valentino Rossi a Marquez al Gp della Malesia del 2015
  • Il mancato decimo titolo mondiale, sempre nel 2015 che ancora oggi accende forti discussioni tra tutti gli appassionati

Dopo tanti tempo è impossibile non domandarsi come potrà cambiare lo scenario del motomondiale dopo il suo ritiro. Ricordiamo però che il motomondiale è sopravvissuto alla scomparsa dalla scena di tanti campioni famosi e carismatici ma comunque di Valentino Rossi si parlerà ancora a lungo, anche perché dal 2022 sarà presente con un proprio team con moto fornite dalla Ducati mentre le sue personali performance saranno molto probabilmente oggetto di discussione di appassionati delle 4 ruote. Ad ogni modo, il futuro del tavullese riserverà ancora tante sorprese tra cui a breve diventerà papà ma nel frattempo, Valentino Rossi è leggenda.

              
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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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