Non tutti sanno che il noto costruttore giapponese di pneumatici in un ormai lontano passato ha prodotto moto stradali e, in qualità di costruttore di moto, ha partecipato ad alcuni eventi del Motomondiale nelle classi 50 e 125.
La Bridgestone fu fondata a Kurume nel 1931 da Shojiro Ishibashi; il nome Bridgestone è la traduzione in inglese del cognome del fondatore che in lingua giapponese significa “ponte di pietra” anche se la traduzione corretta sarebbe “stone bridge”.
Nel secondo dopoguerra, come molte altre industrie dell’epoca, la Bridgestone si dedicò alla costruzione di moto, ma poiché il suo focus commerciale si concentrava prevalentemente sulla produzione di pneumatici che forniva anche ai costruttori di moto concorrenti, nel 1972 venne deciso di porre fine alla produzione motociclistica.
Anche se fuori dal tema di queste note, ricordiamo che nel 1988 la Bridgestone acquisì l’americana Firestone.
La Bridgestone nel Motomondiale
Nel 1966 la Bridgestone fece una prima fugace apparizione nella classe 50 del motomondiale con i piloti Jack Findlay, Isao Morishita, Steve Murray e Tommy Robb. Le moto erano delle bicilindriche due tempi di derivazione TOHATSU (un altro costruttore di moto oggi dedicato ad altri settori industriali di cui vi parliamo nel seguito); il miglior piazzamento fu un quinto posto ottenuto dal giapponese Morishita al Gran Premio del Giappone del 1972.
In quello stesso anno, quando ormai la Bridgestone aveva cessato di produrre moto, debuttò la Bridgestone 125, una moto realizzata in proprio dal tecnico e pilota olandese Jos Schurgers derivandola dal modello stradale 175 Dual Twin.
La moto raggiunse una buona competitività l’anno successivo quando ottenne la vittoria nel GP del Belgio del 1973 battendo la Morbidelli di Angel Nieto e la Yamaha di Chas Mortimer, oltre alcuni piazzamenti (un secondo e tre terzi posti) terminando così al terzo posto nella classifica mondiale, alle spalle di Kent Andersson e Chas Mortimer entrambi in sella alle Yamaha ufficiali.
Dopodichè non si hanno più notizie certe di partecipazioni al Motomondiale di moto marchiate Bridgestone.
Diamo ora un breve cenno alla Tohatsu che, come abbiamo letto più sopra, fornì alla Bridgestone la base per la sua prima moto da Gran Premio.
La Tohatsu Corporation, che ha la sua sede principale a Tokio, venne fondata nel 1922 come Takata Motor Research Institute; l’attività della azienda era inizialmente concentrata sulla produzione di automotrici per poi allargarsi anche a quella di gruppi elettrogeni.
Anche la Tohatsu nel dopoguerra si dedicò alla produzione di motocicli; a partire dal 1956 dette inizio anche alla produzione di motori fuoribordo. Attualmente la produzione comprende motori fuoribordo, piccole imbarcazioni, pompe antincendio portatili, piccoli mezzi antincendio, pompe per costruzioni e drenaggi, unità di refrigerazione per trasporti.
La prima Tohatsu 50 da Gran Premio era una monocilindrica 2 tempi che debuttò alla fine del 1962.
Nel corso del 1963 la Tohatsu si ripresentò con un 50 due tempi bicilindrico che esprimeva una potenza di 10,5 CV a 14.000 giri al minuto ma che poteva girare fino a 16.000 giri; cilindri in ghisa, alesaggio e corsa 31 x 33 mm per 49,9 cc; carburatori Dell’Orto (inconsueti per una moto giapponese) da 16 mm; alimentazione classica ad incrocio di luci senza dischi rotanti. Trasmissione primaria ad ingranaggi, cambio a sei marce. Telaio tradizionale a doppia culla in tubi. Pneumatico anteriore 2,00/18, posteriore 2,25/18. Il peso era di 56,5 kg. Sembra che sia stato l’unico 50 bicilindrico da Gran Premio mai venduto al pubblico.