L’antefatto (1964/1967, la sfida del 20° secolo: Ford vs Ferrari alla 24 ore di Le Mans. Capitolo 1, il 1964)
Nel 1963, la FORD, consapevole del fatto che con le sue vittorie la Ferrari riceveva ogni lunedì pubblicità gratuite sulle prime pagine dei giornali, cercò di acquistare la Ferrari stessa.
L’approccio ce lo racconta Enzo Ferrari in persona nel suo libro Le mie gioie terribili: “Il 10 aprile 1963 ricevetti una telefonata dal numero uno della Ford italiana che mi chiedeva un appuntamento. Ci incontrammo due giorni dopo nel mio studio di Modena. Il colloquio entrò subito nel vivo. Il mio interlocutore, che già avevo conosciuto un paio d’anni prima, mi chiese se avessi interesse a discutere un piano di collaborazione con la sua casa”.
Inizialmente la proposta consisteva nella realizzazione di una vettura sportiva per una produzione in serie quantitativamente rilevante da introdurre sul mercato europeo, ma era solo un timido approccio per arrivare alla vera proposta che consisteva in un vero accordo industriale.
Ferrari, notoriamente interessato più alle competizioni che non al prodotto di serie e seriamente preoccupato per il futuro della sua Azienda dopo la sua scomparsa, si dimostrò interessato purché a lui fosse stata concessa totale autonomia gestionale ed amministrativa sul Reparto Corse.
Ma all’incontro durante il quale si sarebbe dovuto firmare l’accordo, tenutosi il 20 maggio 1963, Ferrari si tirò indietro dall’affare all’ultimo momento non accettando la soffocante burocrazia del management americano che non gli avrebbe consentito una gestione pienamente autonoma delle attività della Scuderia.
Qualcuno, malignamente, insinuò che Ferrari avesse montato tutta questa operazione per risvegliare l’interesse dell’industria automobilistica nazionale, tant’è che poco tempo dopo venne ratificato un accordo di collaborazione tecnica con la FIAT che portò alla produzione della Dino sia in versione FIAT che in quella Ferrari, collaborazione che poi si trasformò, nel 1969, in partecipazione paritetica; alla scomparsa di Enzo Ferrari nel 1988, il Gruppo Fiat acquisì il 90% del pacchetto azionario della Ferrari lasciando il rimanente 10% all’erede Piero Lardi Ferrari.
Ritornando alla nostra storia, il gran rifiuto indispettì Henry Ford II che perciò decise di far realizzare una vettura da competizione con l’obiettivo di battere la Ferrari sul proprio campo, in particolare alla prestigiosa 24 ore di Le Mans, sostenuto in questa decisione anche dal CEO italo americano Lee Iacocca che vedeva in questa iniziativa la possibilità di riposizionare il marchio, che aveva un’immagine troppo antiquata e poco attrattiva e che in qualche modo era iniziata con la presentazione della Mustang.
Dopo un primo approccio alle competizioni avvenuto appoggiando la nascita della Ford Cobra dell’ex pilota e famoso preparatore Carrol Shelby, venne costituita in Inghilterra la Ford Advanced Vehicles, con sede a Slough che, non avendo esperienze pregresse, si rivolse ad alcuni costruttori inglesi cui affidare lo sviluppo del progetto; vennero contattate la Cooper, la Lotus e la Lola.
La trattativa con la Cooper venne ben presto abbandonata perché quel costruttore non aveva specifiche esperienze nelle competizioni per vetture Gran Turismo e Prototipi; anche la proposta della Lotus, basata sul progetto Europa, venne bocciata e alla fine venne accettata quella della Lola di Eric Broadley che si basava sulla Lola GT Mk6 motorizzata con un 8V.
La direzione delle operazioni e lo sviluppo della vettura fu affidata a Carrol Shelby.
Nacque così la GT40, denominazione derivante dall’acronimo “GT”, in quanto pensata per una vettura Gran Turismo (sebbene poi non verrà mai omologata in questa categoria) ed il numero “40” pari ai pollici di altezza della vettura misurata al parabrezza (1,02 m), come richiesto dal regolamento.
La vettura era dotata di telaio monoscocca in acciaio e motori Ford V8 Small Block con cilindrate che andavano da 4.200 a 4.700cc. La vettura venne presentata all’Auto Show di New York del 1964.
Purtroppo il progetto presentò gravi carenze dal punto di vista aerodinamico, al punto che durante le prove della 24 Ore di Le Mans emerse la tendenza del corpo vettura a generare portanza tanto da sollevare il muso della vettura alle alte velocità; si ovviò modificando il frontale, ne scaturì una linea che sembra ancora oggi attuale, a circa 60 anni di distanza.
Alla classica francese del 1964 lo scontro avvenne su due fronti: nella categoria Gran Turismo vennero schierate Shelby Daytona Cobra Coupé che si opponevano alle Ferrari GTO versione 1964 mentre nel campo dei prototipi la debuttante GT40 tentava di ostacolare le collaudate Ferrari 275/330P (3300cc/4000cc) evoluzione dei prototipi dell’anno precedente.
Le Ford si dimostrarono velocissime, più delle Ferrari, e ben a punto nel comparto telaistico ma anche alquanto fragili.
La vittoria andò alla Ferrari 275P di Vaccarella/Guichet davanti ad altri due prototipi Ferrari e alla Cobra Daytona di Gurney/Bondurant seguita ad 1 giro dalla GTO di Bianchi/Blaton. Tutte le Ford GT40 furono costrette al ritiro per guai ai motori e alle trasmissioni.
Il primo attacco della Ford era andato a vuoto.