Nella storia delle competizioni motoristiche riscontriamo spesso la partecipazione, a volte addirittura contemporanea, di consanguinei come padre/figlio, cugini, fratelli o in certi casi di intere generazioni come quelle degli Andretti (Mario, Michael, Marco) e degli Ascari (Antonio, Alberto, Tonino) nell’automobilismo o degli Everts (Harry, Stefan, Liam) nel motocross.
Non sempre i risultati degli uni e degli altri sono stati alla pari ma in un paio di casi sono stati decisamente eccellenti ricordando come padre e figlio Hill (Graham e Damon) nell’automobilismo, Roberts nel motociclismo (Kenny e Kenny jr.) e i citati Everts si siano tutti laureati Campioni del Mondo.
La ricostruzione di queste dinastie motoristiche si intreccia ancor di più ricordando i fratelli Schumacher ed il giovane Mick, figlio del 7 volte Campione del Mondo di F1 Michael, che dal 2021 è presente in Formula 1 o il nucleo familiare allargato dei Nieto, figli e nipoti del celebre pluri iridato Angel oppure quello dei Villeneuve, dei Brabham, dei brasiliani Fittipaldi e dei Monneret costituito dal padre Georges, dai figli gemelli Pierre e Jean e dal loro fratellastro Philippe.
Ma arrivando ai nostri giorni, non abbiamo dubbi nel citare, tra i nomi più prestigiosi di parenti che calcano le piste delle competizioni ad alto livello, quelli dei fratelli Marquez e di Valentino Rossi e Luca Marini (questi ultimi rappresentano un caso veramente singolare essendo Valentino Rossi, egli stesso già figlio del pilota Graziano, e Luca Marini figli della stessa mamma ma non dello stesso padre, il che lascerebbe pensare che il demone della velocità l’abbiano ereditato dalla mamma Stefania) e, rimanendo nell’ambito della attualità, ci corre l’obbligo di citare anche i fratelli Pol e Aleix Espargarò e Brad e Darryn Binder.
Ma, come risultato globale di famiglia, i fratelli Marquez hanno saputo elevarsi al di sopra di tutti aggiudicandosi il titolo mondiale nelle rispettive categorie per ben due volte nel corso dello stesso anno: nel 2014 Alex fu campione della Moto3 e Marc quello della MotoGP; nel 2019 Marc conquistò l’ennesimo titolo in MotoGP mentre il fratello si laureava nella Moto2. I Marquez sono detentori anche di un altro primato, forse meno prestigioso, cioè quello di essere stati gli unici due fratelli compagni in un team ufficiale nel 2020, anche se per il noto infortunio di fatto Marc è stato presente in un solo GP e poi per il 2021 Alex è stato “declassato” nel team satellite di Cecchinello.
Anche il già citato Kenny Roberts Jr. nel 2007 si ritrovò a dividere lo stesso box con il fratello Kurtis nel team di loro padre Kenny che schierava le KR212V; il miglior risultato di Kurtis fu un 12° posto conquistato al Gran Premio di Germania al Sachsenring.
Ma l’elenco di queste famiglie da corsa è molto lungo e vogliamo qui ricordare altre coppie più o meno famose del Motociclismo del passato.
Non sono molti gli appassionati a conoscenza del fatto che “non è vero che di Agostini ce n’è uno solo” perché all’incirca a metà degli anni 70 calcava le piste anche Felice Agostini, fratello minore del grande Ago, che aveva iniziato a gareggiare nel motocross e si era in seguito dedicato alla pista ma poi, forse soffocato dal nome ingombrante e dalle affettuose preoccupazioni del fratello maggiore, decise di ritirarsi senza lasciare un segno negli annali del motociclismo.
In un solo Gran Premio, quello d’Australia a Eastern Creekn del 1994, Mick Doohan trovò tra i partenti il fratello Scott che terminò la gara in dodicesima posizione in sella ad una Harris/Yamaha.
Anche Nicky Hayden si ritrovò il fratello Roger Lee sullo schieramento di partenza a Laguna Seca nel 2007 con una Kawasaki e nel 2010 con una Honda.
Oltre ai Marquez, i fratelli che hanno ottenuto i migliori risultati globali sono stati i francesi Christian e Dominique Sarron; Christian, il maggiore, conquistò il titolo della 250 nel 1984 poi, passato alla 500, vinse il Gran Premio di Germania a Hockenheim nel 1985 mentre Dominique vinse 4 Gran Premi della 250 e come miglior risultato finale si classificò terzo nel 1988.
Anche i tre fratelli giapponesi Aoki hanno saputo distinguersi e probabilmente senza l’incidente che costrinse Takuma alla sedia a rotelle il palmarès di famiglia sarebbe stato più corposo; infatti, Haruchika, il minore dei tre, è stato Campione del Mondo della 125 nel 1995 e nel 1996, lo sfortunato Takuma salì sul podio del Gran Premio del Giappone nella sua prima gara nella 500, la terza gara in assoluto nel Motomondiale e poi, dopo alcuni buoni piazzamenti, gli sfuggì la vittoria del Gran Premio d’Australia a Phillip Island della 500cc nel 1997 battuto da Crivillé per soli due secondi; infine, il maggiore, Nobuatsu, vinse solo il Gran Premio della Malesia della 250 a Shah Alam nel 1993. Il loro giorno di gloria si concretizzò il 23 aprile 1995 quando i tre fratelli salirono tutti e tre sul podio delle rispettive classi del Gran Premio del Giappone: Haruchika, il minore, conquistò il successo nella 125; Takuma, che aveva ottenuto una wild card per la 500, salì sul terzo gradino del podio alle spalle di Daryl Beattie e Mick Doohan e davanti a Luca Cadalora, Alberto Puig e Kevin Schwantz; infine Nobuatsu, il maggiore, finì secondo nella 250.
Ci sono stati molti altri padri e figli o fratelli che hanno partecipato alle competizioni motociclistiche; tra questi ricordiamo gli italiani Pietro e Mario Ghersi che gareggiarono negli anni ’30 all’epoca dei grandi Varzi e Nuvolari e poi Luigi e Piero Frigerio, figli del sidecarista Ercole, che si cimentarono nel fuoristrada, e ancora i Surtees, i Brambilla, i Milani, i Villa, gli inglesi Leslie e Stuart Graham, i tedeschi Helmuth e Stefan Bradl, gli spagnoli Carlos e Carlos jr Sainz i Lazzarini, gli Haslam, i Barros, i Bolle, i Van Den Goorberg, i Takahashi, i Checa, i De Angelis, i Bostrom, i Laverty, i Kallio, i cugini Isaac e Maverick Viñales, i gemelli Lowes, fino ai gemelli (eterozigoti) turchi Can e Deniz Öncü.
Sicuramente ne abbiamo trascurato qualcuno tra i meno noti, ma di una cosa siamo certi, troveremo sempre padri e figli o fratelli al via di una gara motoristica perché la passione per i motori spesso attanaglia interi nuclei familiari.