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Le Nazioni che possono vantare un solo Campione del Mondo di motociclismo
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Le Nazioni che possono vantare un solo Campione del Mondo di motociclismo

Aprile 6th, 2021 Fabio Avossa Piloti, storie e glorie

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13 giugno 1952, la prima storica vittoria della MV nel Campionato del Mondo.
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Lunedì 17 maggio 1948 a Monaco si disputa il primo ed unico Gran Premio Internazionale di Motociclismo
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Molte nazioni vantano nell’albo d’oro del Motomondiale un nutrito numero di Campioni del Mondo; facile per noi pensare all’ Italia che è forse il paese più rappresentativo avendo piloti titolati già dal 1949, anno di istituzione del Motomondiale.

Nel corso degli anni gli italiani sono stati duramente contrastati dai piloti inglesi, tedeschi, sudamericani, statunitensi, australiani per arrivare ai giorni nostri con gli spagnoli, tutti provenienti da paesi con tradizioni motociclistiche abbastanza consolidate.

Ma ci sono stati anche piloti la cui nazionalità li rende unici perché sono i soli rappresentanti del loro paese ad aver conquistato un titolo di Campione del Mondo; di seguito li ricordiamo con delle brevi note sulla loro attività agonistica.

AUSTRIA – Rupert Hollaus (Traisen, 4 settembre 1931 – Monza, 11 settembre 1954)

Oltre ad essere l’unico austriaco campione del mondo di motociclismo, è anche l’unico pilota motociclistico cui sia stato assegnato il titolo postumo. Ha partecipato al mondiale per tre anni, dal 1952 al 1954, gareggiando nelle classi 125, 250 e 350. Aveva debuttato nelle competizioni nel 1949. Nel 1952 partecipa alla sola classe 250 con una Moto Guzzi ottenendo scarsi risultati; l’anno successivo affianca alla Guzzi 250 una NSU 125 ed una Norton 350; infine nel 1954 passa alla NSU che gli fornisce una 125 con la quale conquista il suo unico titolo mondiale ed una 250 che porta al secondo posto finale alle spalle del compagno di marca Werner Haas. Purtroppo, perse la vita a seguito di un incidente nel corso delle prove del Gran Premio delle Nazioni a Monza ma il punteggio accumulato fino ad allora non fu superato da nessuno e pertanto gli venne assegnato il titolo postumo.

NUOVA ZELANDA – Hugh Anderson (Hamilton, 18 gennaio 1936)

Hugh Anderson nella sua carriera ha conquistato 4 titoli mondiali di velocità (2 nella classe 50 nel 1963 e nel 1964 e 2 nella 125 nel 1963 e nel 1965, realizzando quindi una doppietta iridata nel 1963). Come quasi tutti i piloti di lingua inglese dell’epoca inizia con una AJS 350 ed una Norton 500. Sbarca in Europa nel 1960. Nel 1962, a fine stagione, la Suzuki gli affida una 50 ed una 125 per il Gran Premio d’Argentina; complice l’assenza dei migliori dell’epoca, non ha difficoltà a cogliere una doppietta guadagnandosi così l’ingaggio ufficiale per il 1963. Non si lascerà sfuggire l’occasione conquistando entrambi i titoli, 50 e 125. Nella 1964 si ripete nella 50 mentre nel 1965 riconquista il titolo della 125. Con il ritiro della Suzuki alla fine del 1968 scompare dalle scene anche lui.

SVEZIA – Kent Andersson (Landvetter, 1º agosto 1942 – Landvetter, 29 agosto 2006)

Kent Andersson, pilota svedese 2 volte campione mondiale di velocità (1973/1974) con la Yamaha 125. Oltre che per i 2 titoli mondiali Andersson viene anche ricordato per essere stato il primo pilota ad aggiudicarsi un Gran Premio utilizzando pneumatici Michelin. Debutta nel 1963 in sella ad una Bultaco 125; nel 1964 affianca alla Bultaco una Adler 250. Nella stagione 1966 è alla guida di moto Husqvarna derivate dai modelli da Cross. Nel 1967 passa ad una Yamaha TD1B 250; con la stessa moto nel 1968 partecipa a diverse gare internazionali e iridate con risultati apprezzabili, tanto da guadagnarsi una Maico 125 ufficiale per il 1969, anno in cui, con la Yamaha, è in lizza per il titolo della 250. Si piazzerà al secondo posto mentre il titolo andrà a Carruthers con la Benelli; in realtà Anderson aveva conquistato un maggior numero di punti ma, per la regola sullo scarto dei risultati peggiori in vigore quell’anno, venne classificato al secondo posto. Per questo prestigioso risultato viene chiamato dalla filiale olandese della Yamaha a far coppia con Rodney Gould nel 1970, anno in cui vincerà la gara delle 250 del Gran Premio di Spagna. Nel 1971 gareggia in 125 e 250 ma per un grave incidente finisce anticipatamente la stagione. Nel 1972 partecipa ancora alla 125, dove finisce secondo alle spalle di Nieto, e nella 250. Finalmente nel 1973 conquista il titolo della 125 ripetendosi poi nel 1974. Nel 1976 si ritira dalle competizioni per collaborare con la filiale olandese della Yamaha. È deceduto il 29 agosto 2006.

FINLANDIA – Jarno Saarinen (Turku, 11 dicembre 1945 – Monza, 20 maggio 1973)

Ricordato come “flying finn” (finlandese volante) inizialmente si fece notare perché si presentava sui circuiti del continental circus a bordo del carro funebre dell’azienda di famiglia. Ma ciò che più attirava l’attenzione di questo talentuoso finlandese era l’innovativo stile di guida con il petto schiacciato sul serbatoio (aveva perciò i semi-manubri fortemente inclinati verso il basso) e, con una tecnica introdotta da Redman, spostava il corpo verso l’interno della curva sporgendo il ginocchio verso il terreno. Dal 1970 è presente a tempo pieno nel Motomondiale in sella alle bicilindriche Yamaha 250 e 350, come privato, ricoprendo anche il ruolo di meccanico di sé stesso assistito dalla splendida moglie Soili. La Yamaha apprezza il suo talento ed incomincia a fornirgli qualche componente factory e lui ringrazia conquistando il titolo della 250 nel 1972, anno in cui arriva secondo nella 350 alle spalle del dominatore della categoria Giacomo Agostini. Nel 1973 è ufficiale Yamaha con il compito di portare all’esordio la 500 4 cilindri 2 tempi e di puntare contemporaneamente al titolo della 250. Dopo aver dominato la fase iniziale del Campionato, 3 vittorie in 250 e due vittorie ed un ritiro per rottura della catena in 500, purtroppo la sua carriera si interrompe tragicamente nel groviglio di Monza.

COREA – Takazumi Katayama (Kōbe, 16 aprile 1951)

Katayama in realtà è nato in Giappone da una famiglia coreana. Il suo esordio nelle competizioni motociclistiche risale al 1969. Venne notato dalla Yamaha, che lo assunse come test-rider e lo fece debuttare nella classe 250 nel Motomondiale 1974 e già allora mostrò tutto il suo potenziale con una vittoria, un secondo ed un terzo posto finendo quarto nella classifica finale. Nel 1975 andò a gareggiare negli USA ma con scarsa fortuna. L’anno successivo fu contattato da Chas Mortimer per correre con delle Yamaha private sponsorizzate dall’azienda di accendini Sarome. In quell’anno fu secondo in 250 (con una vittoria, in Svezia), 7° in 350 e 26° in 500. Per la stagione 1977 la Yamaha-Europa gli mise a disposizione una 350 tre cilindri sviluppata da Kent Andersson e Rudi Kurth; alternandola con una TZ bicilindrica, Katayama vinse il titolo della 350. Nel 1979 venne ingaggiato dalla Honda per portare al debutto la rivoluzionaria NR500 a pistoni ovali; le soluzioni inusuali della moto giapponese non gli consentirono di andare a punti e pertanto nel 1980 disputò il mondiale con una Suzuki RG privata.  Ritornato alla Honda, che nel frattempo aveva varato la tricilindrica NS500 2 tempi, ottenne una vittoria al Gran Premio di Svezia del 1982. Alla fine del 1985 annunciò il ritiro per dedicarsi alla gestione di un team in 250 con Baldé e Ferrari, prima di chiudere definitivamente con le competizioni.

SAN MARINO – Manuel Poggiali (Città di San Marino, 14 febbraio 1983)

Due volte campione del mondo, nel 2001 in classe 125 e nel 2003 in 250, si avvicina al motociclismo quando, nel 1993, gli zii lo portarono a Rimini per assistere ad una corsa delle minimoto; se ne appassiona tanto che decide di iscriversi al campionato italiano. Il debutto nel Campionato del Mondo sarebbe dovuto avvenire come wild card nella gara della classe 125 al Gran Premio di Imola del 1998 ma cadde nel corso delle prove del venerdì e del sabato fratturandosi una clavicola dovendo perciò rinunciare alla gara. Nel 1999 lo ritroviamo al via del Motomondiale con un impegno a tempo pieno e nel 2000 arriva anche il primo podio. Il titolo arriva nel 2001 in sella alla Gilera 125, in realtà una Aprilia “vestita” da Gilera come già la Derbi dell’anno precedente (i tre marchi facevano parte di un unico gruppo industriale), ottenuto con tre vittorie ed undici podi. Per questo prestigioso risultato gli fu conferita la Medaglia d’oro di prima classe, il massimo riconoscimento della Repubblica di San Marino. Nel 2003 passa alla 250 con l’Aprilia e conquista il suo secondo titolo. Purtroppo, dopo quest’anno trionfale incomincia misteriosamente la sua fase calante che in qualche modo lo accomuna a Freddie Spencer. Nel 2004 conclude la stagione al 9° posto in classifica generale; decide allora di ritornare in sella alla Gilera 125 GP del team ufficiale Metis Gilera Racing, ma è un’altra stagione fallimentare (almeno per i suoi standard); nel 2006 è nuovamente al via della 250 con la KTM, ma la stagione si rivela un’altra delusione (14° in classifica generale) e perciò decide di prendersi un anno sabbatico. Ritorna nel 2008 con una Gilera RSV 250 del team Campetella ma, visto il ripetersi di scarsi risultati, il 26 agosto comunica ufficialmente il suo ritiro dalle competizioni. Nel biennio 2013/14 torna alle gare prendendo parte CIV SBK con una Ducati. Nel 2019 lo ritroviamo nel paddock nel ruolo di Riders’ Coach per il team Gresini.

UNGHERIA – Gábor Talmácsi (Budapest, 28 maggio 1981)

(foto di copertina)

Talmàcsi approda al Motomondiale nel 1997 con una wild card al Gran Premio della Repubblica Ceca ma non riesce a qualificarsi; tre anni dopo ottiene una seconda wild card per lo stesso Gran Premio che conclude al 20° posto. Dal 2001 fino al 2008 partecipa a tempo pieno ai Gran Premi iridati della classe 125 conquistando il suo unico titolo mondiale nel 2007 in sella ad una Aprilia. Nel 2005 si verifica un episodio che avrà un significativo peso nell’evoluzione della sua carriera: al Gran Premio del Qatar vince ignorando l’invito a cedere la posizione a Mika Kallio, suo compagno nel team KTM, ancora in corsa per il titolo; questo suo rifiuto gli costerà il rinnovo del contratto con la probabile promozione in 250; d’altro canto la forzata permanenza nella 125 lo porterà al titolo iridato nel 2007. Complessivamente, oltre al titolo mondiale, in questo periodo colleziona due terzi posti in classifica generale e 9 vittorie oltre numerosi podi, pole position e giri veloci. Nel 2009 passa alla 250 ma per non ben precisati motivi rompe con il team a stagione in corso ma riesce a trovare una sella nella MotoGP per concludere la stagione; nel 2010 lo troviamo ancora al via del Motomondiale nella Moto2 ma questo sarà anche il suo ultimo anno ai Mondiali. Resta inattivo per la stagione 2011; non riuscendo ad ottenere un ingaggio per il 2012 decide di dedicarsi ai rally ma poi ha un ripensamento e torna alle due ruote accordandosi con il team PRORACE per partecipare al Campionato Mondiale Supersport categoria che lo vede al via anche nel 2013 ma dopo 5 gare arriva il ritiro definitivo a seguito di un infortunio ad una gamba.

              
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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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