La storia degli sport motoristici è piena di duelli mancati.
I motivi sono molteplici; tra i principali sicuramente nel caso in cui le carriere di due piloti si sono appena sfiorate quando l’uno era ormai nella sua fase discendente mentre l’altro era in ascesa; ricordiamo, ad esempio, che nel 1955 Juan Manuel Fangio si dimostrò più veloce di Stirling Moss quando erano entrambi piloti ufficiali della Mercedes dominatrice del Campionato; ma il Moss del 1955 non era certamente il pilota veloce e maturo quale sarebbe diventato in seguito.
Tra i tanti motivi di sfide in pista mancate ricordiamo che alcuni piloti hanno avuto la carriera interrotta bruscamente quanto drammaticamente mentre altri si sono ritirati prematuramente per problemi fisici invalidanti (almeno ai fini della prestazione agonistica) o per scelta personale.
Un esempio abbastanza recente di un duello di cui siamo stati privati e che non abbiamo difficoltà ad immaginare “stellare”, è quello mancato nel motomondiale tra Stoner e Marquez per il ritiro prematuro dell’australiano. In realtà non possiamo immaginare come sarebbe potuto finire perché non sapremo mai se Marquez sarebbe andato comunque in Honda ad affiancare Stoner o se per il primo anno si sarebbe dovuto “accontentare” di una moto clienti o se addirittura non avrebbe cambiato casacca (Yamaha? Ducati?).
In qualche caso la scomparsa prematura di un pilota ha addirittura cambiato lo scenario e la storia della Formula1. L’esempio più lampante riguarda la fine prematura di Gilles Villeneuve che in teoria ha influito sulla carriera di altri due piloti.
Dopo i fatti di Imola 1982 Villeneuve aveva già firmato per la McLaren, proprio quando per la squadra di Woking si stava prospettando un periodo di dominio tecnico. Pertanto, senza la scomparsa prematura del canadese, in McLaren non ci sarebbe stato spazio per Prost quando questi fu licenziato dalla Renault alla fine del 1983; probabilmente Alain sarebbe finito in un team minore e nella migliore delle ipotesi sarebbe arrivato a fine carriera con un “misero” bottino di una decina di vittorie mentre Villeneuve si sarebbe potuto laureare più volte Campione del Mondo con un palmarès di una cinquantina di vittorie e forse sarebbe stato ancora in McLaren quando arrivò Senna; conoscendo i caratteri del canadese e del brasiliano, probabilmente avremmo assistito ad incredibili sfide in pista.
Insomma, sono tanti i motivi perché poi siamo “costretti” a valutare piloti di epoche diverse solo in base al loro palmarès ed alla traccia che di loro hanno lasciato nell’albo d’oro.
Oggi vogliamo ricordare tre tra i probabili più grandi duelli mancati della Formula1.
Due grandi piloti inglesi: Stirling Moss vs Jim Clark
In realtà le loro carriere si incrociarono nel biennio 1960/61 ma nel 1960 Clark debuttava in Formula 1 mentre Moss vantava già una lunga carriera. Nel 1961, nonostante una monoposto più vecchia gestita dal team privato di Rob Walker, Moss si dimostrò migliore di Clark ma è vero che Clark era all’inizio della sua carriera mentre Stirling era all’apice della maturità agonistica. Poi, nel 1962, Moss rimase gravemente ferito in un incidente a Goodwood durante una gara non valida per il Mondiale; le conseguenze delle ferite subite convinsero Moss al ritiro quando era ormai un pilota Ferrari. Proprio quell’anno Moss si era infatti accordato per guidare una Ferrari di Formula 1 sotto le insegne del team di Rob Walker. Sfortunatamente nel 1968 anche la carriera di Clark si interruppe drammaticamente.
Jackie Stewart vs Niki Lauda
Il 1973 viene ricordato come uno spartiacque nella storia della Formula 1: Jackie Stewart, che nella sua nona stagione in Formula 1 conquistava a pieno merito il suo terzo titolo mondiale battendo piloti fortissimi come Fittipaldi e Peterson che disponevano di una Lotus probabilmente superiore alla Tyrrell dello scozzese, annunciava il ritiro dalle competizioni; nessuno in quel momento poteva immaginare che il suo successore sarebbe stato un giovane Niki Lauda. Forse il mondo delle corse era attento alle imprese di Emerson Fittipaldi, di Jody Scheckter o di Ronnie Peterson che disponevano di monoposto più competitive della BRM dell’austriaco.
Ma ci pensò il figliuol prodigo Regazzoni (aveva lasciato la Ferrari alla fine del 1972 per ritornarvi nel 1974) a segnalare a Ferrari l’astro nascente e il Drake accettò la sfida di ingaggiare un illustre sconosciuto, sfida che ripeterà qualche anno dopo con Villeneuve quando sarà proprio Lauda a dare l’addio a Maranello. Probabilmente Lauda non è mai stato il pilota più veloce ma era molto intelligente; da molti gli viene attribuito il merito della rinascita della Ferrari il cui ultimo titolo risaliva a quello conquistato da Surtees nel 1964; probabilmente un giudizio eccessivamente generoso ma non vi è dubbio che, pur non essendo stato l’unico responsabile, ne fece sicuramente parte riuscendo ad imporre al team una disciplina teutonica.
E’ lecito allora domandarsi se Jackie Stewart, qualora non avesse deciso di ritirarsi, avrebbe potuto competere con la nuova accoppiata Lauda-Ferrari dando il via ad un periodo di transizione; probabilmente il fattore decisivo di questa sfida sarebbe stato il fatto che mentre la Ferrari era in una fase di ascesa tecnica le prestazioni della Tyrrell si stavano plafonando.
Ayrton Senna vs Michael Schumacher
In realtà le carriere di Senna e Schumacher si sono incrociate ma, come nel caso di Fangio e Moss e poi di questi e Clark così come di Stewart e Lauda, il loro “incontro” avvenne mentre la stella di Senna era ancora luminosissima mentre Schumacher era agli inizi. Purtroppo la carriera di Senna fu bruscamente interrotta dal drammatico incidente di Imola del 1994, l’anno in cui Schumacher conquistava il suo primo titolo mondiale con la Benetton.
Senna era forse più dotato naturalmente, più istintivo. Schumacher era più “ragionato”, era più forte mentalmente. Senna era fortissimo nell’ottenere quelle clamorose pole position che lanciavano messaggi significativi agli avversari. Forse Schumacher era più propenso all’errore anche se ricordiamo il clamoroso errore di Senna al Monaco nell’88.
Sicuramente Senna ha dovuto sopportare molta pressione da Prost – altro pilota di altissimo livello alla guida della stessa macchina e senza ordini di scuderia – mentre Schumacher ha avuto più vita facile.
Ovviamente a nessuno degli interrogativi di questo articolo avremo mai risposta se non dalla nostra immaginazione.