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La 365P, prima Ferrari stradale a motore posteriore
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La 365P, prima Ferrari stradale a motore posteriore

Gennaio 6th, 2021 Fabio Avossa Amarcord

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Ufficialmente la prima Ferrari stradale a motore posteriore è stata la Dino 206 GT o, se vogliamo sottilizzare, la prima vettura caratterizzata dal marchio del Cavallino (ricordo ai lettori che Dino era un brand dedicato alle “piccole” di Maranello) con questa caratteristica tecnica è stata la 365 GT/4 BB. In realtà c’è stato un precedente rispetto a queste due prestigiose GT: la 365P berlinetta speciale.
La Ferrari 365 P berlinetta speciale, conosciuta anche come “Tre Posti” per la sua innovativa struttura a tre posti davanti, è forse una delle Ferrari più belle di tutti i tempi.

Il prototipo, presentato al Salone dell’automobile di Parigi del 1966 come dream car, esibiva una splendida carrozzeria, disegnata da Pininfarina, che riprendeva gli stilemi della dream car Dino Berlinetta Speciale presentata al Salone di Parigi del 1965 e anticipava le linee della Dino 206 GT che sarebbe stata presentata in novembre al salone dell’automobile di Torino.

La “Tre Posti” era basata sulla Ferrari 365 P2 da competizione da cui era mutuata buona parte della meccanica partendo dal telaio 8971, da un motore 12 cilindri da 4,4 litri simile a quello montato sulle sport/prototipo della serie P2 e da una trasmissione con cambio manuale a cinque marce.
Il motore, alimentato da tre carburatori Weber e depotenziato 380 Cv a 7.300 giri, era posizionato posteriormente.Si può quindi a buona ragione affermare si tratta della prima coupé 12 cilindri a motore centrale della Ferrari destinata ad un uso stradale, anche se non entrò mai nel listino ufficiale della casa di Maranello, essendone stati costruiti solo due esemplari.

Pininfarina realizzò una carrozzeria in alluminio conferendole quella che fu una delle caratteristiche più distintive cioè il layout del cockpit a tre posti, che posizionava il guidatore al centro della vettura, leggermente spostato in avanti rispetto ai sedili dei passeggeri. Questa soluzione verrà ripresa anni dopo anche dalla Matra e dalla McLaren F1. Questo layout viene ritenuto vantaggioso perché offre un elevato livello di visibilità per il conducente e massimizza lo sfruttamento dello spazio interno.
Il prototipo, verniciato in bianco Gardenia, gli interni in pelle nera con pavimento rosso e il tetto trasparente, tra il 1966 ed il 1967 venne esibito a Parigi, all’Earl’s Court a Londra, a Bruxelles, a Ginevra e a Los Angeles per essere poi ceduto alla statunitense Chinetti Motors.
Nel 1967, su richiesta dell’avvocato Agnelli, Pininfarina costruì poi un’altra “Tre Posti” basata sul telaio numero 8815, color argento e dotata di uno spoiler posteriore.


Non si conoscono con esattezza le vicende di questi due capolavori; l’avvocato Agnelli vendette la sua una decina d’anni dopo a un commerciante californiano; da allora è passata di mano alcune volte e forse durante uno di questi passaggi è stata riverniciata in rosso; al momento in cui scriviamo (giugno 2020) la 365P di Agnelli è in fase di restauro a Reggio Emilia, fino a qualche mese fa era azzurro metallizzato con finiture argento. Nel 2014 quella di Chinetti fu messa all’asta.

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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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