Un approfondito ed analitico lavoro svolto sulla carriera di Giacomo Agostini, con particolare evidenza sul confronto con Mike Hailwood, dall’amico Giancarlo Chiabotti, un imprenditore impegnato nel campo della grafica (Produzione inchiostri da stampa e rappresentanza macchine grafiche) ma anche un grande appassionato di moto e sperticato ammiratore di Mike Hailwood.
Torinese, classe ’50, Giancarlo è un motociclista, appassionato di corse e di piloti (“inseguitore di miti” lo chiamò Luca Delli Carri nella dedica che gli fece sul libro “Matti dalle gare”). Collezionista di moto inglesi e di moto da corsa d’epoca. Dal ’67 all’ ’81 assiduo spettatore sui circuiti italiani (tutti i GP delle Nazioni, Temporada romagnola, 200 Miglia e Ospedaletti). Felicemente al TT nel ’78 (saputo del ritorno del grande Mike disse a suo padre: “spero non vi sia concomitanza con una fiera grafica ma io vado a Man”). Dal ’93 entusiasta partecipante delle rievocazioni storiche in pista a rimirare da vicino e in azione le leggende della sua gioventù (a Rimini, Monthlery, Digione, Varano ecc.).
Ha dedicato parte del suo tempo a scrivere qualche articolo per Moto Storiche e d’Epoca (la rivista diretta dall’amico Franco Daudo); ha tormentato Motosprint con lettere “cazziatorie” e pedanti; ha curato l’edizione Italiana del libro “A Man Called Mike”; ha scritto “I Signori della Moto” un esaustivo confronto tra Ago e Mike che gli costò un imponente mole di lavoro ma anche il piacere delle interviste con grandi personaggi.
1965 Agostini MV con Hailwood compagno di squadra
Classe 350
Vince Jim Redman (Honda) con 4 vittorie contro le tre di Agostini e una di Hailwood che, più disimpegnato, colleziona tre ritiri e tre assenze. Infatti la MV punta su Agostini per il titolo dotandolo della nuova 3 cilindri già nel primo GP in Germania Ovest dove Hailwood corre ancora con la vecchia 4. Nella gara decisiva, in Giappone, Agostini ha un’avaria che lo relega al quinto posto e malgrado Hailwood avendo via libera metta dietro Redman, sfuma il titolo per Agostini.
Secondo posto per Agostini.
Commento: Agostini rimpiange il titolo perso per un banale guasto elettrico dimenticando che due delle sue tre vittorie, Finlandia e Italia, le ha conquistate in assenza di Redman ancora infortunato per la brutta caduta all’Ulster dove, assenti le MV, non subiva particolari pressioni.
Classe 500
Vince Mike Hailwood con 7 vittorie contro una di Agostini in Finlandia, in assenza dell’inglese. Agostini, caduto al TT, è sei volte secondo e, spesso, con forti distacchi.
Secondo posto per Agostini.
Commento: Agostini sconta un noviziato nel mondiale che però non sembra nuocergli in 350 alla guida della MV 3 costruita su misura per lui. Diverso il discorso in 500 con la pesante MV 4 che fu di Surtees e di Hocking. Comunque, salvo la gara di apertura della 350 con Hailwood ancora con la vecchia 4, il 1965 resta il solo periodo in cui Agostini ed Haiwood si confrontano con moto identiche, sia in 350 che in 500. Quando, esclusa appunto la Germania Ovest, arrivano entrambi al traguardo, due volte in 350 e 6 in 500, Agostini è sempre dietro Hailwood.
1966 Agostini MV, Hailwood alla Honda
Classe 350
Vince Mike Hailwood alla guida della Honda 4 cilindri, con 6 vittorie contro le 3 di Agostini e un paio di ritiri a testa. L’Honda 4 nelle mani di Hailwood sembra più ostica per Agostini di quanto lo sia stata l’anno precedente in quelle di Redman. Le tre vittorie di Agostini sono ottenute a fronte di due ritiri e di un’assenza di Hailwood.
Secondo posto per Agostini.
Commento: Salgono insieme sul podio 4 volte con Hailwood sempre sul gradino più alto.
Classe 500
Vince Agostini con 3 vittorie contro le 2 di Redman e le 3 di Hailwood entrambi su Honda 4. Titolo Marche alla Honda. Redman, ormai trenacinquenne, punta al titolo della 500 e vince le prime due gare. Alla terza, in Belgio, ha un brutto incidente che mette fine alla sua carriera.
Primo titolo per Agostini.
Commento: Agostini e la MV si battono splendidamente contro la Honda e i suoi plurititolati campioni ma il titolo resta un po’ fortunoso se si considera che:
- Redman esce di scena quando era in testa al mondiale;
- Hailwood subentra nel ruolo di prima guida solo alla quarta gara;
- l’Honda non ha ritenuto necessario far disputare ad Hailwood il primo GP in Germania Ovest;
- e infine, Hailwood si è ritirato in 4 gare su 8 mentre Agostini si è ritirato una sola volta su 9 partecipazioni.
Hailwood e Agostini sono saliti insieme sul podio 4 volte con l’inglese 3 volte sul gradino più alto.
1967 Agostini MV, Hailwood Honda
Classe 350
Vince Hailwood con 6 vittorie (una in assenza di Agostini) contro una di Agostini (in assenza di Hailwood) e una di Ralph Bryans (in assenza di Hailwood). La Honda ha pensionato la vecchia 4 cilindri e ha messo in campo una versione maggiorata a 297 cc della sua 250 6 cilindri. Malgrado la complessità meccanica la moto di Hailwood è anche affidabile e il risultato per Agostini e la MV è devastante.
Secondo posto per Agostini.
Commento: Si può attribuire il cappotto subito da Agostini alla superiorità dell’Honda 6 ma l’unica vittoria contro questa moto Agostini la riporta quando a condurla, invece di Hailwood c’è Bryans, pur sempre un campione del mondo che, in quell’occasione, all’Ulster, correva pure in casa. Ago deve inchinarsi ai cilindri ma anche al manico di Hailwood. Agostini e Hailwood salgono insieme sul podio 4 volte (Agostini una volta è 5°) e l’inglese è sempre sul gradino più alto.
Classe 500
Vince Agostini con 5 vittorie contro 5 di Hailwood. Parità di punteggio, 46 punti, ma un piazzamento in più (cioé un ritiro di meno) per Agostini. Agostini si ritira due volte. Hailwood tre con in più il guasto a Monza che lo relega al secondo posto quando conduceva con 18 secondi di vantaggio.
Secondo titolo per Agostini.
Commento: Agostini fa gare superbe come in Belgio o allo sfortunato Senior TT, ma la vera sconfitta è solo la Honda e non certo Hailwood e infatti salgono insieme sul podio 5 volte, 3 volte è l’inglese sul gradino più alto.
1968 Agostini MV; l’Honda si è ritirata e Hailwood è a piedi
Classe 350
Vince Agostini 7 vittorie su 7. Secondo è Renzo Pasolini che con la Benelli disputa solo 4 gare e ne finisce 3 al secondo posto, terzo è Kelvin Carruthers, il più bravo dei privati.
Terzo titolo per Agostini.
Commento: Si può discutere su quanto la Benelli fosse più pesante della MV. Quanto alla monocilindrica Aermacchi di Carruthers aveva 46 cavalli contro i 65 della MV.
Classe 500
Vince Agostini con 10 vittorie su 10. Secondo è Jack Findlay, il privato per eccellenza, protagonista del film “Continental Circus”, che gira per i circuiti del mondiale col suo furgone, le sue vecchie monocilindriche e la moglie Nanou, meccanico, cronometrista e infermiera.
Quarto titolo per Agostini.
Commento: Findlay sfida la MV di Agostini (più di 80 cv) con una Norton Manx (52 cv) e poi con una Matchless G50 special (magari anche 54 cv). Findlay era chiamato “Jack the fast” e infatti viene doppiato da Agostini soltanto in Germania Est e in Finlandia.
1969 Agostini MV
Classe 350
Vince Agostini con 8 vittorie contro, in sua assenza, una di Silvio Grassetti (Jawa) e una di Phil Read (Yamaha privata). A inizio campionato è Bill Ivy a impensierire Agostini con la Jawa, potente e difficile 4 cilindri 2 tempi cecoslovacca. Poi, dopo la tragedia della Germania Est, la Jawa viene affidata a Grassetti che, computando anche un 3° posto ottenuto con la sua Yamaha privata, conquista la piazza d’onore del mondiale.
Quinto titolo per Agostini.
Commento: È difficile considerare Ivy e Grassetti piloti “ufficiali” alla stregua di Agostini. Grassetti ricorda di aver percepito poco più di un rimborso spese e per di più aver dovuto offrire le cene ai suoi meccanici la cui diaria bolscevica non era adeguata ai prezzi occidentali. Immaginarsi poi la capacità di reazione ai problemi delle corse di una casa confinata “oltrecortina” a confronto con una casa che forniva elicotteri a mezzo occidente.
Classe 500
Vince Agostini con 10 vittorie contro, in sua assenza, una di Godfrey Nash (Norton) e una di Alberto Pagani (LinTo). Ma il vero rivale è Gyula Marsovszky, profugo ungherese naturalizzato svizzero, che a furia di piazzamenti porta al secondo posto nel mondiale la LinTo, artigianale realizzazione del progettista Lino Tonti ottenuta unendo due monocilindrici Aermacchi di 250 cc.
Sesto titolo per Agostini.
Commento: Se in Belgio e in Olanda Agostini rifila un giro a Marsovszky, in Germania Est, Spagna e Francia ne rifila due. Che altro dire?
1970 Agostini MV
Classe 350
Vince Agostini con 9 vittorie contro una, in sua assenza, di Angelo Bergamonti (MV). Bergamonti ottiene la MV solo per le ultime due gare del campionato e pertanto al secondo posto nel mondiale si piazza Kelvin Carruthers con due secondi posti con la Benelli seguiti da quattro piazzamenti con la sua Yamaha privata.
Settimo titolo per Agostini.
Commento: In Jugoslavia ad Abbazia, Agostini doppia tutti meno la Benelli di Carruthers. Sono le grandi soddisfazioni dei privati nel 1970.
Classe 500
Vince Agostini con dieci vittorie contro una, in sua assenza, di Bergamonti (MV). Anche in questa categoria, ingaggiato solo per gli ultimi due GP, non è Bergamonti l’avversario ma bensì il neozelandese Ginger Molloy secondo classificato nel mondiale. Molloy inizia con una Bultaco monocilindrica 350 un po’ maggiorata ma poi si dota della 3 cilindri due tempi Kawasaki in vendita ai privati e derivata dal famoso modello stradale “Mach III”
Ottavo titolo per Agostini.
Commento: Molloy è un duro e se, col Bultaco, si prende 5 minuti in Germania Est e 2 giri in Yugoslavia, poi, col Kawa, va meglio, anche se sul veloce di Monza, gli tocca prendersi un giro. C’è chi, anche col Kawa, di giri ne prende tre (Perrone Gianni, Campanelli Paolo e Loro Vasco).
1971 Agostini MV
Classe 350
Vince Agostini con 6 vittorie contro due di Saarinen e una a testa per Teuvo Lansivuori, Peter Williams e Tony Jefferies. Quest’ultimo su MZ, gli altri con Yamaha private. Il vicecampione è Saarinen che emerge tra i privati per capacità di guida e di messa a punto della moto. Ma la sua Yamaha è come tutte le altre Yamaha private e cioè non all’altezza della MV. Quando Agostini non vince, o si ritira o non ha partecipato.
Nono titolo per Agostini.
Commento: A prova che Saarinen non dispone di materiale speciale ricordo che, in 250, concluse al terzo posto dietro le più preparate ed assistite Yamaha di Phil Read e di Rodney Gould.
Classe 500
Vince Agostini con 8 vittorie contro una di Jack Findlay (Suzuki) e una di Dave Simmonds (Kawasaki), entrambe ottenute in assenza di Agostini. E anche una vittoria di Alberto Pagani (per la sola occasione di Monza su MV) con Agostini ritirato. Ma al secondo e terzo posto della classifica mondiale, separati da un punto, ci sono il neozelandese Keith Turner e l’olandese Rob Bron. Entrambi dispongono della bicilindrica Suzuki derivata dal noto modello stradale “Titan”.
Decimo titolo per Agostini.
Commento: Turner è doppiato in Austria e in Finlandia e Bron si prende un giro in Belgio e due in Germania Ovest. Senza dimenticare che Pagani, a Monza con la MV, un bel giro a Turner glielo da pure lui. Al vicecampione del mondo!
1972 Agostini MV
Classe 350
Vince Agostini con 6 vittorie contro le tre di Saarinen (Yamaha), una di Janos Drapal (Yamaha) e, in assenza di Agostini, una di Bruno Kneubuhler (Yamaha). La Yamaha, impressionata da Saarinen, ora gli fornisce materiale speciale tramite l’importatore finlandese. Ma la MV non era impreparata e schiera una nuova 4 cilindri che conserva ad Agostini la consueta superiorità meccanica. Pasolini e la Aermacchi HD sono una minaccia ma non ancora un problema. Poi c’è Read, ingaggiato dalla MV a campionato iniziato e che guida prima la vecchia 3 e poi la 4. Non crea problemi ad Agostini. Per ora.
Undicesimo titolo per Agostini.
Commento: Finalmente un campionato interessante se pur prevedibile. Comunque, MV 3 o MV 4 contiamo al box di Agostini: Arturo Magni, direttore sportivo. Vittorio Carrano, Lucio Castelli e Ruggero Mazza meccanici. Al box di Saarinen: moglie Soili tuttofare.
Classe 500
Vince Agostini con 11 vittorie contro una di Alberto Pagani (MV) e una, in sua assenza, di Chas Mortimer (Yamaha), Pagani, ottimo pilota, ma conscio del suo ruolo di collaudatore e di spalla, non è, e non vuole essere, un avversario per Agostini. L’unica sua vittoria è resa ineluttabile dal ritiro del suo caposquadra. Resta dunque lo svizzero Bruno Kneubulher (Yamaha ovviamente privata), terzo classificato, a rappresentare l’avversario di Agostini e della MV in questo campionato.
Dodicesimo titolo per Agostini.
Commento: Kneubulher si prende da Agostini un giro in Svezia, due a Monza e tre in Austria. Col 1972, nella classe “regina”, finisce l’epoca dei doppiaggi ai “vicecampioni” e finisce anche l’epoca del pubblico che sfolla durante la 500 mentre Agostini doppia e tripla i suoi avversari.
Era tempo.
1973 Agostini MV
Classe 350
Vince Agostini con 4 vittorie contro 3 di Teuvo Lansivuori (Yamaha), 2 di Janos Drapal (Yamaha privata) e, in sua assenza, una a testa per Edoardo Santos e Tony Rutter con Yamaha private. Con la Yamaha scesa in campo con Saarinen (250 e 500), Lansivuori è praticamente un pilota ufficiale in 350 ma il ritiro per lutto della casa nipponica, dopo la morte di Saarinen a Monza quarta gara del mondiale, non gli giova di certo se pur ancora supportato dal concessionario finlandese. Ma il peggio è la perdita di un amico fraterno e di un abilissimo consulente tecnico con cui poteva intendersi nella lingua nativa, l’unica che conoscesse. Read, con l’altra MV, sembra intenzionato, in 350, a dare una mano ad Agostini (e gliela darà), per poi, forte dei meriti acquisiti, scalzarlo in 500. Pasolini, con l’Aermacchi H.D. ormai competitiva, mette paura ad Agostini prima di ritirarsi a Monza, ma, tragicamente, non si confronteranno mai più.
Tredicesimo titolo per Agostini.
Commento: Agostini e Lansivuori si affrontano nella gara decisiva in Finlandia. Lansivuori ha più punti, corre in casa e fa la pole. Ma c’è Read a dare una bella mano ad Agostini e una bella carenata a Lansivuori facendolo cadere. Ne parla persino Wikimedia (Read ed Ago invece mai). Il vanificato potenziale della Yamaha in quella occasione è ribadito dal giro veloce realizzato da John Dodds su Yamaha privata. Agostini disputa un buon campionato e non ha colpe del fattaccio di Imatra ma il titolo è rapinato.
Classe 500
Vince Phil Read con 4 vittorie contro le 3 di Agostini, le 2 di Saarinen e, una a testa e in assenza delle MV, per Jack Findlay (Suzuki) e Kim Newcombe che, con la Konig, somma ottimi e costanti piazzamenti laureandosi vicecampione. Saarinen, con la debuttante Yamaha 4 cilindri, vince le prime due gare e si ritira nella terza (ma con pole e giro veloce). Poi Monza…. strada spianata per le MV, ma, tra Agostini e Read, è l’inglese a dimostrarsi più scafato prima nel contenere i danni di fronte alla superiorità di Saarinen e poi nel gestire la rivalità interna. Vincente la sua scelta di puntare sullo sviluppo della nuova MV 4 che gli garantisce anche i favori della dirigenza MV.
Terzo posto per Agostini.
Commento: Un campionato amaro e mutilato comunque lo si guardi. Read ha la soddisfazione di un titolo in 500 e di aver detronizzato Agostini. Agostini può ereditare la già vincente moto di Saarinen e abbandonare la MV, il suo declinante motore 4 tempi e il più ostico dei compagni di squadra. Brutto pensare che la grande chance del passaggio in Yamaha di Agostini sia stato propiziato dalla tragedia di Monza.
1974 Agostini Yamaha
Classe 350
Vince Agostini con 5 vittorie contro una a testa di Teuvo Lansivuori, John Dodds, Victor Palomo, Tony Rutter ed Helmut Kassner, tutte ottenute con Yamaha privata (salvo Lansivuori) e tutte con Agostini ritirato o non pervenuto. Ma il vicecampione è il tedesco Dieter Braun, mai vittorioso ma spesso sul podio. Non è il primo venuto. Ha vinto 2 mondiali in 250 e 125. Malgrado non fossero categorie a lui molto adatte (altezza metri 1,88) erano le uniche in cui un privato avesse delle chances.
Quattordicesimo titolo per Agostini.
Commento: Smaltito lo stupore di chi pensava che Agostini non si sarebbe adattato al motore a due tempi, questo celebrato primo titolo di Agostini su Yamaha altro non è che la scontata e anche doverosa vittoria dell’unica vera Yamaha ufficiale contro il nugolo delle meno performanti Yamaha private. Il suo compagno di squadra Lansivuori, sesto nel mondiale con 5 ritiri, sembra un bel po’ meno ufficiale di Agostini. Forse la Yamaha non ritiene il suo aiuto utile quanto invece lo prevede in 500 contro la MV.
Classe 500
Vince Phil Read con 4 vittorie contro le due di Agostini e una a testa per Gianfranco Bonera (MV) e Teuvo Lansivuori (Yamaha). Poi ci sono quelle di Edmund Gzihak e Phil Carpenter nelle boicottate gare della Germania Ovest e del TT. Le seconde guide fanno il loro dovere. Bonera, a Imola, mette una tale inaspettata pressione ad Agostini da lasciarlo senza benzina e Lansivuori mette due volte dietro Read (chissà con che gusto dopo Imatra dell’anno prima). Agostini (già sotto di 10 punti da Read) viene coinvolto in Svezia dalla caduta di Barry Sheene (Suzuki ufficiale), si fa male, salta una gara e non è certo al meglio per la successiva ed ultima (6°).
Quarto posto per Agostini.
Commento: Agostini rimpiange l’errore di Imola e l’incolpevole brutta caduta. Ma sono cose che possono accadere quando c’è lotta tra 3 case e 5 piloti ufficiali. Più difficile che accadano quando si doppia Findlay o Marsovszky o Molloy o Turner o Kneubuhler.
1975 Agostini Yamaha
Classe 350
Vince Johnny Cecotto con 3 vittorie contro una di Agostini, di Pentti Korhonen, di Dieter Braun, di Patrick Pons, di Otello Buscherini, di Charlie Williams e di Hideo Kanaya. Tutti su Yamaha. Intuibile dal numero dei vincitori il salto di qualità delle Yamaha private. Ma la sfida è tra l’ufficialissima Yamaha di Agostini e l’altrettanto performante Yamaha della Venemotos, agguerrita scuderia venezuelana sorretta dal potente locale importatore Yamaha. Il risultato si può tutto concentrare nei 4 podi condivisi da Cecotto e Agostini con Cecotto per tre volte più in alto di Agostini.
Secondo posto per Agostini.
Commento: Non si pensi a uno scontato confronto generazionale tra Cecotto (anni 19) e Agostini (anni 33). Qui c’è l’esperto, plurititolato e prossimo campione della massima categoria che si confronta con un pivello giunto dalle Americhe senza aver mai visto un circuito mondiale. Ma le moto sono pari e … il nome di Cecotto brucia sulle labbra di Agostini e mai lo pronuncia.
Classe 500
Vince Agostini con 4 vittorie contro 2 di Phil Read (MV), 2 di Barry Sheene (Suzuki ufficiale), una di Hideo Kanaya (Yamaha ufficiale) e una per Mick Grant (Kawasaki) al TT disertato dagli ufficiali. La superiorità del due tempi avanza come dimostra anche la Suzuki. Kanaya, seconda guida di Agostini, mette due volte dietro Read che invece nessun aiuto riceve da Armando Toracca e Gianfranco Bonera che si succedono sulla seconda MV.
Quindicesimo titolo per Agostini.
Commento: Per una volta Agostini, dopo il ‘67, e proprio all’ultimo titolo, vince con soltanto quel minimo di superiorità meccanica e di fortuna che accompagna solitamente tutti i vincitori di titoli mondiali.
1976 Agostini MV privata (più, in 500, una Suzuki di rinforzo)
Classe 350
Vince Walter Villa (HD ufficiale) con 4 vittorie contro due di Johnmny Cecotto (Yamaha); una a testa per Agostini (MV privata), Chas Mortimer, Olivier Chevallier, e Kork Ballington, tutti e tre su Yamaha private. Ago coglie, ultima in questa categoria, una bella vittoria in Olanda sia pur con Villa ritirato e Cecotto attardato (8°). Per il resto sono solo ritiri.
Quindicesimo posto per Agostini.
Commento: vedi sotto per la 500.
Classe 500
Vince Barry Sheene (Suzuki ufficiale) con 5 vittorie contro una sola vittoria ciascuno di Agostini (MV privata), Tom Herron (Yamaha privata) e (tutti su Suzuki private) Pat Hennen, John Newbold e John Williams (al TT). Agostini, ancorchè favorito dall’assenza di Barry Sheene, coglie una splendida ultima vittoria sul bagnato del Nurburgring. Sempre con la MV fa anche un 5° e un 6° posto, non ottiene invece punti con la Suzuki.
Settimo posto per Agostini.
Commento: Agostini parla di inevitabile declino di un pilota a 34 anni. Ma lui è un pilota che l’anno prima era vicecampione e campione ed ora è 15° e 7°. Il fatto sta che è cambiata la musica. Non ha più una moto ufficiale, lui che l’aveva sempre avuta in carriera fin dai tempi della Morini. Ora ha una buona moto ma comparabile a quella di tanti altri e i risultati non sono più quelli di una volta. Ma Agostini è un tenace, lo riconosce anche Hailwood. E l’anno dopo ci riprova.
1977 Agostini Yamaha privata
Classe 350
Vince Takazumi Katayama con 5 vittorie contro 2 di Kork Ballington e Johnny Cecotto. Una sola vittoria per Michel Rougerie e Alan North. Tutti quanti su Yamaha. Agostini inizia bene con un 2°, poi sono 6 ritiri, un 10°, un 11° e un 13° posto.
Diciottesimo posto per Agostini.
Commento: Vedi sotto per la 500.
Classe 500
Vince Barry Sheene (Suzuki ufficiale) con 6 vittorie contro le 2 di Alberto Cecotto (Yamaha ufficiale) e una vittoria a testa per Pat Hennen, Will Hartog e Jack Findlay, tutti e tre su Suzuki private. Agostini fa due secondi posti dietro Sheene e Cecotto, ma fa anche un 5°, un 8°, e due 9°.
Sesto posto per Agostini.
Commento: Si conferma che la festa è finita e Agostini getta la spugna. Non prima, però, di salire ancora una volta sul gradino più alto in una gara del campionato di Formula 750. Nello stesso anno Read (Honda) vince Senior e F1 al TT. L’anno dopo, la F1 la vince Hailwood (Ducati), dopo 11 anni di assenza dal TT, per poi vincere, l’anno dopo, il Senior con la Suzuki 4 ex Barry Sheene.
Sono gli ultimi ruggiti dei vecchi leoni.
Agostini si dedicherà poi, con scarso successo, alle 4 ruote e successivamente intraprenderà, stavolta con successo, la carriera di team manager.
Le conclusioni dell’autore: “Dicono che non si vincono 15 titoli per caso. E invece mai parola fu più appropriata. Qui si parla del CASO AGOSTINI. Un caso unico nello sport dei motori. Quando grande talento, volontà e intelligenza si coniugano con le più favorevoli e durature circostanze sportive sommate alla sfortuna, a volte tragica dei suoi avversari. Sulla carriera di Agostini bisognerebbe scrivere due libri. Il primo che analizzi a fondo la sua buona sorte, il secondo che metta in luce le capacità da lui sempre dimostrate. Il secondo, lo ammetto a malincuore, non sarà molto meno voluminoso di quell’altro. Io, comunque, mi prenoto per scrivere il primo. (Giancarlo Chiabotti).