Nel 1962 la Honda mise in produzione la S500, una piccola spider spinta da un 4 cilindri 4 tempi di 531cc che erogava 44CV a 8000 giri/min. La Honda S500 è stata la prima automobile prodotta in serie dalla Honda. Motore anteriore e trazione posteriore con due catene (!!!), una per ogni ruota posteriore, quasi a testimoniare le radici motociclistiche della casa giapponese.
Allo spider, che nel frattempo aveva beneficiato di un aumento di cilindrata fino a 606cc, si affiancò una versione coupè ma la novità più significativa fu l’abbandono della trasmissione a catena, ancora presente su S500 e S600 vendute in Giappone, per passare ad un albero di trasmissione convenzionale in vista di un programma di esportazioni. Nel 1966 la cilindrata fu innalzata fino ad 800 cc.
La piccola sportiva nipponica arrivò in Europa nel 1964; ricordo che era il periodo delle piccole sportive come le FIAT 850 coupé e spider e la Innocenti spider 950 e delle tipiche spider inglesi di come la Austin-Healey Sprite, la MG Midget e la Triumph Spitfire.
Le due piccole sportive giapponesi sfoggiavano brillanti motori 4 cilindri, due gioiellini dalla raffinata meccanica con doppio albero a camme in testa, alimentazione con quattro carburatori Keihin e albero motore ruotante su cuscinetti a rulli (altro retaggio motociclistico) che erogavano potenze specifiche prossime ai 100 CV/litro: nel piccolo 600 scalpitavano 57CV mentre l’800 ne erogava ben 78; all’epoca si fantasticava che quei motorini potessero frullare abbondantemente oltre 8000 giri/min.
La velocità massima era di 160 Km/h, tanto che all’epoca furono definite le sportive più veloci nella categoria fino a 1000cc.
Dopo pochi mesi, per ampliare la propria fetta di mercato, la Honda presentò una utilitaria, la N360 con motore bicilindrico raffreddato ad aria da 354cc e 31CV. Per la spiccata somiglianza con la imperversante Mini Minor venne ribattezzata a furor di popolo la Mini Honda.