American Eagle 750, le Laverda americane
Le prime Laverda 750 vennero importate negli Stati Uniti nel 1968 con la denominazione “American Eagle”; era questo anche il nome della società che si occupava di importarle e distribuirle sul territorio americano, una azienda fondata nel 1966 da John McCormack in società con altri importanti distributori di moto di diversi marchi inglesi e giapponesi.
Il marchio della American Eagle 750 GT era essenzialmente una versione americanizzata di quello Laverda.
Il listino proponeva tre modelli della American Eagle 750, le classiche GT e Sport e la SS caratterizzata da un serbatoio in fibra di vetro più piccolo.
L’American Eagle importò poco più di 100 Laverda ma purtroppo, dopo un discreto successo iniziale, le vendite ebbero un brusco calo quando arrivò sul mercato la Honda 750 Four; l’impresa nel 1970 fallì.
Tra dicembre 1969 e aprile 1970 il funambolico Evel Knievel usò una American Eagle 750cc. per le sue esibizioni.
Esisteva un’altra Laverda ribattezzata American Eagle, la Renegade 150 presentata anch’essa sul mercato americano nel 1968.
Questa piccola Scrambler era basata sulla Laverda 125 Trail con la cilindrata maggiorata a 150 cc ed era dotata di un kit carrozzeria UNICON ideato dal designer americano Lenny Stobar.
Il kit, denominato “Custom Unicon Styling”, proponeva per la prima volta una sovrastruttura integrata in vetroresina su una moto di serie inoltre consentiva di acquistare separatamente alcuni particolari intercambiabili che permettevano di trasformare facilmente e rapidamente la moto da scrambler in trail o fast back street.
Questa piccola motocicletta riveste una particolare importanza nel campo dell’innovazione stilistica perché anticipa di circa cinque anni la famosa Triumph X-75 Hurricane disegnata da Craig Vetter.
La Renagade 150 erogava 16 CV a 7800 giri/min con un peso a secco di 92 kg e una velocità massima di 82 km/h.
La moto ebbe un buon riscontro di acquirenti.
Già nel 1967 la Laverda aveva importato negli Stati Uniti un modello simile, con l’identico propulsore di cilindrata aumentata a 150 cm³, sia con marchio proprio, sia come Garelli Gladiator con l’intento di sfruttare la rete di vendita americana della Garelli, ma con scarso successo.
Mojave 260/360, le Benelli vendute per corrispondenza
Negli anni ’60 la Benelli realizzò una monocilindrica, ribattezzate MOJAVE, per conto della Montgomery Wards, società americana di vendita per corrispondenza. Vennero prodotte due versioni del Mojave: una aveva lo scarico alto e piastra paramotore, l’altra aveva lo scarico in posizione tradizionale senza piastra paramotore. Il motore, elegante nella sua semplicità, probabilmente era derivato dal classico 175 pesarese; era un corsa lunga, aste e bilancieri, a 4 velocità e variava da 260 a 360cc. Non ci sono notizie certe ma, anche a giudicare dall’estetica, è molto probabile che il telaio sia stato realizzato dai fratelli Rickman.