La O.S.I. (Officine Stampaggi Industriali) è stata attiva dal 1960 al 1967.
Siamo negli anni ’60; nei Saloni Espositivi dell’Auto, Torino e Ginevra i più importanti a livello internazionale, spesso sono protagoniste le “fuoriserie” dei carrozzieri nostrani, vetture di serie vestite con carrozzerie più eleganti, meglio rifinite o più sportive. Alcune rimanevano a livello di esemplare da esposizione, altre incontravano talmente i gusti del pubblico da essere costruite in piccola serie. Tra i carrozzieri/designer più in voga dell’epoca ricordiamo la Ghia di Torino.
La O.S.I. venne fondata nel 1960 su iniziativa dell’ing. Luigi Segre, presidente della Ghia, a Torino in via Agostino da Montefeltro 8 di fronte allo stabilimento Ghia. La società nasceva da un accordo tra la Ghia S.p.A. e la FERGAT S.p.A. (azienda specializzata nella lavorazione della lamiera in ferro per la produzione di ruote e componenti per auto, veicoli militari e materiale ad uso agricolo fondata nel 1922) di cui era proprietario l’Avv. Arrigo Olivetti.
L’iniziativa di Segre era lungimirante: dotare la Ghia di una struttura parallela, in grado di produrre per la grande industria dell’auto le piccole serie speciali, senza rinunciare a mantenere il proprio centro di ricerca, design e progettazione. La Ghia è stata quindi una delle prime carrozzerie in Italia a coniugare la produzione di esemplari unici con la produzione industriale.
Inizialmente la O.S.I. produceva in serie il coupé FIAT 2300 S, lo Spider Innocenti 950, la Fiat 1300/1500 Familiare.
Nel febbraio del 1963 l’ing. Segre muore improvvisamente durante un intervento chirurgico; la quota di quest’ultimo venne rilevata da Arrigo Olivetti; l’accordo di collaborazione tra la Ghia e la O.S.I. si interruppe e la direzione venne assunta dall’Ing. Giacomo Bianco della FERGAT.
Venendo a mancare di un centro stile, la O.S.I. si avvalse temporaneamente della collaborazione esterna dello stilista Michelotti. Di quegli anni ricordiamo la Fiat 1200 S coupé e spider (la prima vettura commercializzata con il nome O.S.I.) realizzata sulla base della 1100D e la Ford Anglia Torino, versione ridisegnata della classica Anglia con lunotto rovesciato.
Nel 1965 nacque nel sobborgo torinese di Borgaro il Centro Stile Osi attrezzato per la realizzazione di prototipi e dotato di una galleria del vento per modelli in scala ridotta. In quello stesso anno inizia la collaborazione dell’ing. Sergio Sartorelli (ex Ghia) dapprima come professionista esterno e poi assunto, nel maggio 1966, come “Responsabile dello Stile”.
Sotto la direzione di Sartorelli nasceranno una interpretazione della Ford Mustang, l’Alfa Romeo 2600 berlina De Luxe, l’auto di sicurezza Secura Quattroruote (realizzata in collaborazione con la nota rivista del settore), una berlinetta Alpine, l’auto da città Daf-City, la Cross Country, fuoristrada su telaio Fiat 124, la Week End, fuoristrada su telaio Fiat 850, l’Alfa Romeo Scarabeo 1600 a motore centrale.
Vogliamo qui rendere giustizia alla Ford 20 M TS Coupé perché in genere viene riconosciuto alla Ford Capri il merito di essere stata la prima Ford europea con carrozzeria coupé; tale primato va invece attribuito alla coupè del carrozziere italiano che è stata prodotta dal gennaio 1967 al luglio 1968 in circa 2000 esemplari sul pianale della berlina Taunus 20 M TS motorizzata con un V6 di 1998 cm³ da 90 CV. La vettura fu infatti commissionata alla O.S.I. dalla Ford Europa e pertanto aveva a buon diritto tutti i crismi della ufficialità.
Un’altra vettura degna di una citazione particolare è il prototipo a motore posteriore-centrale Autobianchi G31 che vanta anch’esso un primato, quello di essere la prima vettura del gruppo FIAT a motore posteriore-centrale, prima della X1/9; il prototipo, che non passò mai in produzione, nacque da un’idea di Giacosa che pensò di utilizzare lo stesso gruppo propulsore della Autobianchi Primula, la prima auto del Gruppo a trazione anteriore e motore trasversale, per dare vita a una sportiva a motore centrale posteriore; su una seconda versione del prototipo verrà montato il più potente quattro cilindri 1600 bialbero della 124 Sport.
Al Salone di Torino del 1967 OSI espone le sue ultime creazioni: la originalissima Silver Fox, nota anche come “Bisiluro”, la versione cabriolet a passo accorciato della 20M TS coupè e la Fiat 125 SW Estate Car.
La Silver Fox era un’auto da record motorizzata Alpine Renault 1000; alta circa un metro, aveva il telaio composto da due fusoliere con interposti degli elementi di forma alare regolabili nell’incidenza; le due fusoliere erano collegate da tre elementi tubolari trasversali; l’abitacolo era costituito da due posti separati, uno per ogni fusoliera; il motore era montato trasversalmente dietro il sedile del passeggero in modo da bilanciare il peso del pilota il cui abitacolo era situato nel siluro opposto. Per garantire spazi di arresto molto brevi alle più elevate velocità, la Silver Fox poteva contare su un impianto frenante supplementare di tipo aerodinamico. La vettura nasceva in collaborazione con Piero Taruffi (l’appellativo di Silver Fox/Volpe Argentata gli era stato attribuito con riferimento alla sua candida capigliatura) che aveva avuto esperienze precedenti con simili veicoli.
Alla fine dell’anno, causa divergenze di vedute con la proprietà, l’ing. Bianco dette le dimissioni e da lì iniziò il declino; nel dicembre del 1967 veniva chiuso il centro stile aziendale mentre la produzione delle vetture di serie e dei prototipi continuò sotto la direzione di Sartorelli solo per portare a termine le commesse ricevute.
Poi, dal gennaio 1968 iniziò un’emoraggìa di personale qualificato per cui, allo scopo di non disperdere le ultime competenze rimaste in azienda, Sartorelli suggerì all’ing. Giacosa di assorbire i tecnici e progettisti della O.S.I. nel Centro stile FIAT.
I reparti di produzione delle carrozzerie vennero definitivamente alienati e la O.S.I. rimase in attività nel settore degli stampaggi industriali sino alla chiusura definitiva avvenuta nel 2001.
Pur nella sua breve vita la O.S.I. ha lasciato un segno nel campo dell’automobile; ricordiamo infatti il successo di vendite della Anglia Torino e delle sportive Fiat 1200S nonché la originalità delle linee della Alfa Romeo Scarabeo.