Sebbene nel 1967 si fosse ritirata ufficialmente dalle competizioni iridate, nel 1968 la Suzuki allestì una moto da competizione con una 500 bicilindrica 2 tempi derivata dal modello stradale, la T500 Cobra (1967 – 1978) nota anche come Titan.
La nuova moto da competizione, battezzata TR500 (codice interno XR05), in questa sua prima versione conservava il raffreddamento ad aria come la moto stradale da cui derivava ma il motore era montato su un nuovo telaio ispirato al famoso Norton Featherbed. Per questa operazione la Suzuki si era ispirata alla iniziativa privata del talentuoso pilota e tecnico spagnolo-francese Jacques Roca che, con il sostegno del distributore francese Suzuki, Pierre Bonnet, costruì una versione da corsa della Titan le cui prestazioni impressionarono positivamente la Suzuki tanto da intraprendere la stessa strada. Il debutto avvenne nel 1968 alla 200 miglia di Daytona con i piloti Ron Grant e Mitsuo Itoh che finirono rispettivamente 5° e 9°. Nelle stagioni successive la potenza fu progressivamente aumentata da un iniziale 63,5 a 71,5 CV.
Nel 1971 la TR500 fece il suo debutto in Europa, ancora con il propulsore raffreddato ad aria; in quella stagione la guidarono l’olandese Rob Bron, l’australiano Jack Findlay e il neozelandese Keith Turner. Nel Campionato mondiale di quell’anno Turner si classificò 2°, Bron 3 ° e Findlay 5°; quest’ultimo portò alla Suzuki la sua prima vittoria in un Gran Premio iridato nella classe 500 vincendo il GP dell’Ulster.
Spinta dal successo del bicilindrico raffreddato ad aria, per il 1973 la Suzuki sviluppò la versione raffreddata a liquido, la XR05 II. La TR500 del 1974 arrivò a 78 CV a 8700 giri/min. che sull’ultima versione, quella del 1975, ebbero un ulteriore incremento a 80CV erogati a 8900 giri/min.
Ricordiamo che nel 1972 il motore della Suzuki Titan fu utilizzato, in una versione elaborata da Peter Inchley che erogava circa 70 CV, sulla artigianale JADA 500 da Gran Premio realizzata dal pilota Jack Findlay e dal celebre specialista di freni a tamburo Daniele Fontana (il nome Jada derivava dalle iniziali dei loro nomi); il leggerissimo telaio, in tubi Reynolds, fu realizzato dallo specialista Belletti, lo stesso che aveva realizzato anche un telaio speciale per la Honda 500 di Hailwood; passato Findlay ufficiale con la SAIAD, importatore ufficiale Suzuki per l’Italia, la Jada passò nelle mani del pilota/giornalista Nico Cereghini.
Ma il bicilindrico giapponese visse una nuova vita nel 1976 quando, su iniziativa della SAIAD, la Bimota realizzò la SB1 dedicata ai piloti juniores, che utilizzava il motore TR500 MkIII raffreddato ad acqua con frizione a secco e cambio a sei marce.