Nel 1973 la famiglia Rivolta, a seguito della crisi finanziaria in cui precipitò la loro azienda, l’Iso Rivolta, causata sia dalla crisi petrolifera che dalla concorrenza di marchi dal nobile blasone come Ferrari, Maserati, Lamborghini e Aston Martin, cedette la proprietà al finanziere italoamericano Ivo Pera che cambiò la ragione sociale in Iso Motors & Co.
Avendo già nelle proprie prospettive l’intenzione di cedere l’attività di costruzione delle Gran Turismo di prestigio, sul finire del 1972 la famiglia Rivolta era entrata nella società ORSA, un modesto impianto industriale localizzato nella zona industriale di Cagliari, che all’epoca produceva in piccola serie una vettura scoperta in stile retrò, la ORSA Spring 850, basata sulla meccanica della FIAT 850 che in origine era stata realizzata dalla SIATA di Torino dal 1967 al 1970 negli stabilimenti di Strada di Lanzo. Allo scopo erano state rilevate i diritti e le catene di montaggio dalla SIATA che aveva chiuso i battenti e, visto che la Fiat 850 non era più in produzione, era stato stipulato un accordo con la SEAT che in Spagna continuava a produrre su licenza la berlinetta utilitaria italiana.
La storia della Spring
Nel 1965, dopo un accurato sondaggio operato su un campione di giovani potenziali utenti, forse uno dei primi sondaggi operati nella storia dell’auto, la SIATA, che cercava di riguadagnare quote di mercato, costruì il prototipo di una mini-spider di stile retrò basato sulla meccanica di un’auto popolarissima, la FIAT 850; l’esito del sondaggio era confortato da una moda ricorrente all’epoca che vedeva le migliori espressioni italiane nella Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote di Zagato del 1965 e nella FIAT 500 Gamine di Vignale del 1967; due anni dopo la piccola spider della SIATA entrerà in produzione.
Nonostante la realizzazione “tutto dietro”, la piccola spider italiana esibiva un maestoso radiatore anteriore, ovviamente posticcio.
Purtroppo nel 1970 la SIATA fallisce e le linee di montaggio vengono cedute alla ORSA, un’azienda fondata da un gruppo di giovani industriali sardi grazie ai finanziamenti della “Cassa per il Mezzogiorno”. La ORSA continuerà a costruire nel proprio stabilimento di Cagliari la Spring con meccanica proveniente dalla spagnola SEAT 850 Special che aveva ereditato freni a disco anteriori e motore 903 cm³ della Fiat 850 Coupé. Purtroppo, nonostante l’iniezione di finanze proveniente dalla famiglia Rivolta che nel 1972 aveva acquisito il 75% del pacchetto azionario, gli effetti della crisi petrolifera del 1973 costringeranno la società a cessare la produzione di autovetture nel 1975 e a riconvertirsi alla produzione di automezzi antincendio.
Le caratteristiche della SIATA Spring
Il telaio era quello della Fiat 850 rinforzato con una crociera scatolata; la carrozzeria era ispirata alle spider inglesi ed alle vetture degli anni trenta. Il motore era quello della Fiat 850 Super da 843 cm³ che permetteva a questa piccola spider di superare i 125 km/h. Come optional per 50.000 lire venivano fornite le ruote a raggi che completavano il look trendy e retrò di questo modello.
Costruita in 3500 esemplari, è stata venduta in Italia, Francia, Germania e Stati Uniti.
La SIATA (Società Italiana Applicazioni Tecniche Auto-Aviatorie) è stata attiva dal 1926 al 1970. Venne fondata da Giorgio Ambrosini a Torino nel 1926 con l’obiettivo di dedicarsi alla produzione di componenti per l’elaborazione di automobili, in particolare ricordiamo le componenti per meccaniche Fiat 522, 524, 514 e 508 Balilla.
Durante la Seconda guerra mondiale la SIATA progettò, con la consulenza di Giuseppe Remondini, un micromotore ausiliario per bicilette da cui nacque, se pur con sostanziali modifiche, il Cucciolo la cui produzione verrà in seguito affidata alla Ducati che iniziò così la sua fortunata attività di produttore di moto.
Nel dopoguerra la SIATA, la cui denominazione ufficiale era diventata Società Italiana Auto Trasformazioni Accessori, si dedicò anche alla costruzione di automobili, sempre con meccanica Fiat: la prima, del 1949, è la Amica, piccola cabriolet a due posti su meccanica Fiat 500 Topolino; dell’anno seguente è la Daina cabriolet derivata dalla Fiat 1400. Seguiranno la 208 Sport del 1952 derivata dalla FIAT 8V (sullo stesso corpo vettura era possibile avere anche un 8V della Chrysler); la 300 BC, versione sportiva dell’Amica; un prototipo di utilitaria, la Mitzi del 1954, con un motore posteriore bicilindrico a valvole laterali di 434 cm che non ebbe un seguito produttivo.
Nella seconda metà degli anni ‘50 la SIATA si concentra su modelli derivati dalle Fiat 600 e 1100. Nel 1959 l’Abarth rileva il 49% dell’azienda che cambia ragione sociale in SIATA Auto; il primo prodotto dell’accordo SIATA-Abarth è la 750 su base meccanica Fiat in versione coupé e spyder, oltre una Fiat 600 Multipla allungata e una 600 berlina con carrozzeria bicolore ma l’accordo tra le due aziende torinesi si scioglie ben presto nel 1960. Negli anni sessanta la SIATA produce alcune coupé disegnate da Michelotti su meccanica Fiat 1300/1500; infine nel 1967 viene messa in produzione l’ultima creazione della Siata, la spider retrò Spring 850 che sarà anche l’ultima SIATA: la Casa torinese infatti chiuderà i battenti nel 1970.
Inizialmente l’ORSA (Officina Realizzazione Sarde Automobili) nacque, nei primi anni ’70, dall´idea dei fratelli Focanti di costruire, con i finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno ed il patrocinio della Regione Sarda, automezzi a quattro ruote motrici partendo da autotelai che le forze armate USA svendevano.
Poi l’incontro casuale con quelli che sarebbero stati i loro futuri soci Geminiani ed Ansaldi, già impegnati nel settore automobilistico, diede origine al progetto della costruzione di una automobile sportiva di basso costo. Fu così che si formò la società ORSA di cui i fratelli Focanti detenevano il 50 %; l’altro 50% andò in parti uguali ai soci Ansaldi e Geminiani che però cedette quasi subito il suo 25 % ai Focanti.
Conoscendo molto bene Ambrosini, il proprietario della SIATA, che era in grandi difficoltà, Ansaldi propose ai soci di rilevare l’intero pacchetto di produzione della Spring.
L’affare andò in porto, furono rilevati dalla SIATA il progetto dell´auto, le linee di montaggio, gli stampi e uno stock di pezzi già stampati; contemporaneamente venne costruito un modernissimo capannone nella allora appena nata zona industriale di Cagliari.
Vennero costruite un centinaio di auto vendute prevalentemente all’estero: 60 in Arabia Saudita, 8 in Venezuela. All’inizio si vendettero bene anche in Italia ma poi, nonostante l’iniezione di danaro dei Rivolta, gli effetti della crisi petrolifera del 1973 costringeranno la società a cessare la produzione di autovetture nel 1975 e a riconvertirsi alla produzione di automezzi antincendio da vendere alla Regione Sardegna.
Alla ORSA Spring 850 rimane la particolare esclusività di essere l’unica automobile italiana prodotta in Sardegna.