Contrariamente alla sua immagine di costruttore di auto popolari (vedi Topolino, 600, 500, e poi 127, Uno, Panda, Punto) la FIAT ha quasi sempre avuto nel proprio listino modelli sportivi; in particolare tra il 1959 ed il 1966 produsse due serie di Coupé e Cabriolet, carrozzate dalla Pininfarina, derivate dalla Fiat 1200 Trasformabile. Erano vetture dall’aria sportiveggiante ma dotate di motori poco performanti che le rendevano poco concorrenziali con le avversarie più dirette, le versioni sportive dell’Alfa Romeo Giulietta. Si pensò pertanto di allestirne una versione più grintosa equipaggiata con un motore di nobili origini sportive; allo scopo fu stipulato un accordo con la O.S.C.A. (Officine Specializzate Costruzione Automobili) dei fratelli Maserati.
Con questa operazione la FIAT, che in seguito si ripeterà producendo la FIAT Dino, la Lancia Stratos e la Lancja Thema 8.32, anticipò operazioni analoghe come la Ford Cortina Lotus (1963-1970), la Talbot Sunbeam Lotus (1979-1983), la Ford Sierra RS Cosworth (1986-1992), la Ford Escort RS Cosworth (1992-1996) e altre similari.
La storia di queste sportive torinesi inizia nella seconda metà degli anni cinquanta quando la FIAT decide di realizzare una spider dal gusto più elegante e moderno della 1200 Trasformabile; si partì dalla stessa base meccanica, solo il motore da 1221cc venne modificato per dargli un po’ di brio innalzandone la potenza da 55 a 59CV. Per il design ci si rivolse alla Pininfarina che realizzò una carrozzeria classica e raffinata nella quale, e ancor di più nella successiva versione coupè, si ritrovavano gli stilemi della ben più prestigiosa Ferrari 250 GT 2+2, mentre la sua diretta concorrente, l’Alfa Romeo Giulietta spider disegnata dallo stesso Pininfarina, era ispirata alla più datata, ma non per questo meno fascinosa, Lancia Aurelia B24; gli interni erano impreziositi da un classico volante Nardi con corona il legno e da una ricca e completa strumentazione.
La nuova decapottabile della FIAT, presentata al Salone di Ginevra del 1959, venne denominata 1200 Cabriolet. È un successo tale che diventa la decapottabile più diffusa in Italia, dal marzo 1959 al marzo 1963 ne saranno vendute circa 15.000.
Alla fine dello stesso anno la versione da 1221cc veniva affiancata dalla più potente 1500 S Cabriolet, mossa da un motore bialbero O.S.C.A. di 1491cc, derivato direttamente dal motore della O.S.C.A. MT4 capace di erogare 80 CV. Lo spider torinese così equipaggiato acquistava dei connotati più marcatamente sportivi, infatti il sound e la progressione del motore erano molto simili a quelli del bialbero Alfa Romeo.
Alcune 1500S “fuori serie” vennero allestite direttamente nelle officine O.S.C.A. con leggere modifiche di carrozzeria ed equipaggiate con un motore più potente che arrivava a sviluppare 105 CV, freni a disco all’avantreno, rapporto al ponte allungato e cerchi in lega leggera.
Nel 1963, due anni dopo il lancio della Fiat 1300/1500 Berlina, il motore aste e bilancieri di 1481cc da 72 CV venne montato sul corpo vettura della 1200 Cabriolet che assunse perciò la denominazione di 1500 Cabriolet (senza la «S» che invece caratterizzava le versioni motorizzate O.S.C.A.); la meccanica della nuova 1500 rimaneva immutata quella della 1200 fatta eccezione per l’adozione dei freni a disco all’avantreno. Ne venne allestita anche una versione coupé che, oltre ad essere più fruibile, offriva il vantaggio di una scocca più rigida ed una linea ancora più equilibrata. Il motore della O.S.C.A. mediante l’adozione di un secondo carburatore e la maggiorazione a 1568cc riceveva una iniezione di potenza che arrivava 90 CV mentre la meccanica veniva modificata con l’adozione dei freni a disco sulle quattro le ruote, modifiche che consentivano una velocità massima di circa 180Km/h. La nuova sportiva denominata 1600 S, anch’essa costruita sia in versione scoperta che in versione coupè, era riconoscibile per una presa d’aria dinamica sul lato sinistro del cofano motore in corrispondenza dei carburatori.
Nel settembre del 1963 arriva un restyling che interessa il frontale di entrambe le vetture: il motore viene posizionato leggermente più in basso e conseguentemente viene eliminata la presa d’aria dinamica sul cofano, viene adottata una griglia anteriore orizzontale a tutta larghezza, i paraurti sono dotati di rostri di diverso disegno; solo sulla 1600S viene adottata una doppia fanaleria che le conferisce un aspetto più grintoso. Meccanicamente queste nuove versioni sono dotate di un cambio a 5 marce sincronizzate.
Prodotta fino al 1966 in circa 45.000 esemplari, questa famiglia di auto sportive verrà sostituita dalle omologhe versioni della Fiat 124.