La prima 24 ore di Le Mans venne disputata nel 1923; da allora si è disputata ogni anno fino ai giorni nostri ad eccezione del 1936, per ragioni economiche, e del periodo compreso tra il 1940 ed il 1948 a causa della seconda guerra mondiale. La gara si disputa su un tracciato semi-permanente della lunghezza di oltre 13 chilometri, utilizzando per buona parte strade aperte alla normale circolazione per tutto il resto dell’anno; nel corso degli anni diverse sezioni appositamente costruite hanno sostituito le strade normali. Sin dalla prima edizione il lungo rettilineo dell’Hunaudières è parte integrante e caratteristica del “circuit de la Sarthe”.
L’Hunaudières, uno dei tratti normalmente aperti alla circolazione stradale in quanto fa parte della Route Nationale 158/D338 che collega Le Mans alla città di Tours, inizia dopo la curva Tertre Rouge e termina all’ingresso della curva Mulsanne; inizialmente si sviluppava su una lunghezza di 6,75 Km tanto da risultare il più lungo rettilineo al mondo; in seguito, a causa dei numerosi incidenti causati dalle elevatissime velocità raggiungibili, è stato spezzato in tre tronconi con l’inserimento di due chicane.
Rimane comunque uno fra i più famosi rettilinei al mondo, se non il più famoso in assoluto.
Un rettilineo così lungo ha spinto i progettisti a sviluppare soluzioni aerodinamiche sempre più evolute, spesso realizzate esclusivamente per la 24 ore (ricordiamo le famose “code lunghe” di Ferrari e Porsche degli anni ’70) perché le elevatissime velocità di punta, vista l’abbondanza di tratti rettilinei, sono determinanti almeno quanto le velocità di percorrenza in curva ai fini della prestazione media sul giro. Nel tempo quindi si è registrata una continua escalation delle velocità massime; a partire da velocità di poco inferiori ai 300 Km/h degli anni ’50, negli anni ’70 si superavano abbondantemente in 350 Km/h.
Ma è con i Gruppi C degli anni ’80 che venne raggiunto il culmine delle prestazioni; le velocità incominciarono ad avvicinarsi ai 400 km/h per poi superarli alla 24 ore del 1988 con la WM-P88 di Roger Dorchy che toccò la strabiliante velocità record di 405 km/h.
La Welter-Meunier P88 (o WM P88) era una Gruppo C realizzata nel 1988, con l’appoggio della casa madre, da due tecnici della Peugeot le cui iniziali WM davano il nome alla vettura; non presentava caratteristiche tecniche particolari se non un’aerodinamica molto spinta e raffinata realizzata nell’ambito del progetto “Objectif 400” che si poneva appunto l’obiettivo di superare la barriera dei 400 km/h sul rettilineo dell’Hunaudières.
Il propulsore era un WM-Peugeot PRV ZNS5 V6 90° di 2.974cc con doppio Turbocompressore Garrett che erogava circa 900 CV. A parte questo exploit velocistico, la WM non ottenne mai un risultato di prestigio a Le Mans.
Temendo una ulteriore escalation della velocità, la FIA impose all’ACO (l’ente organizzatore della 24 ore) di modificare il rettilineo che perciò nel 1990 venne spezzato in tre tronconi con l’inserimento di due chicane; da allora i prototipi che gareggiano a Le Mans non sono più in grado di raggiungere i picchi di velocità degli anni ’80, poiché i tre tronconi sono troppo brevi.