Ormai è di dominio pubblico che la fibra di carbonio fornisce il miglior rapporto tra peso e resistenza meccanica, basti pensare ai telai delle Formula 1 che vengono fabbricati con questo materiale a partire dagli anni ’80.
Fu John Barnard che progettò il primo telaio in carbonio per la McLaren MP4/1 del 1981, tecnologia che divenne poi uno standard per la categoria; da allora anche la sicurezza delle monoposto, in caso di impatto, è notevolmente migliorata.
Inizialmente nel motociclismo la fibra di carbonio è stata utilizzata prevalentemente per sovrastrutture o protezioni al solo scopo di risparmiare sul peso; un esempio per tutte le carenature. Poi, con l’approfondimento della conoscenza del comportamento di questo sofisticato materiale, gli ingegneri hanno cominciato ad utilizzarlo per ruote, freni, forcelloni e foderi delle forcelle.
Ma nella MotoGP ancora non si vedono telai realizzati in fibra di carbonio.
Eppure oggi che si parla tanto di flessibilità laterale e verticale i vantaggi nell’uso del carbonio potrebbero essere ben altri; infatti il carbonio offre più opzioni: si può cambiare la composizione del materiale mediante la posa dei fogli variandone la trama e la direzione delle fibre per ottenere proprietà diverse, cosa non possibile con l’acciaio o l’alluminio.
Gli ingegneri potrebbero così essere più precisi nel controllo della rigidità, della flessione e dei punti di torsione con la fibra di carbonio rispetto all’alluminio avendo quindi maggiori possibilità di creare esattamente il giusto tipo di flessione laterale per migliorare l’aderenza e quindi far curvare al meglio la moto.
Tuttavia, ci sono segnali che la MotoGP si stia finalmente muovendo in questa direzione. La maggior parte dei costruttori lavora con la fibra di carbonio come integrazione della convenzionale struttura dei telai in alluminio mediante l’apposizione di “pelli” di fibra di carbonio sull’alluminio per modificarne il grado di rigidità; la Suzuki si è spinta un po’ oltre utilizzando il carbonio per realizzare le bretelle che sostengono il motore.
Ma ormai la conoscenza del comportamento di questo materiale è tale che ci sembra lecito chiedersi quando sarà utilizzato con funzione strutturale, cioè quando potremo vedere il primo telaio realizzato interamente in fibra di carbonio nella MotoGP?
In realtà qualche esperimento in tale campo è stato già visto.
La fibra di carbonio si è vista nei paddock dei Gran Premi motociclistici già nel 1984, quando Niall Mackenzie portò in gara ai Gran Premi di Gran Bretagna e di Svezia una Armstrong/Rotax 250 con telaio in fibra di carbonio realizzato dalla Reynard Motorsport, un costruttore di auto da competizione.
Nel 1984 la HRC costruì una versione aggiornata della famigerata NR500 con un telaio interamente in fibra di carbonio; oltre al telaio erano realizzati in carbonio il forcellone, le ruote, i cursori della forcella, i freni ed i silenziatori. La moto rimase allo stadio di esercizio tecnico mentre la Honda già spadroneggiava nel Motomondiale con la NS500 a due tempi.
Alla 8 ore di Suzuka del 1985 partecipò la Dome Black Buffalo, una Honda CBX750 con telaio in fibra di carbonio, costruita dalla DOME, un costruttore giapponese di auto da competizione. La moto si comportò bene ma fu costretta al ritiro per una caduta.
Nel 1990 la Ferrari Engineering di Piero Ferrari, il figlio del Drake, costruì uno splendido telaio in fibra di carbonio per la Cagiva C590; la moto venne presentata in occasione del Gran Premio di Cecoslovacchia, Randy Mamola lo testò ma lo bocciò ritenendolo troppo rigido.
Dovranno passare quasi 20 anni prima di avere notizie di una proposta interessante con la Ducati GP9 che, pur mantenendo il motore in funzione portante, abbandonò il telaio in traliccio di tubi per sostituirlo con una monoscocca in fibra di carbonio che fungeva anche da airbox. La Desmosedici con il telaio in carbonio ha vinto sette gare tra il 2009 e il 2010, tutte con Casey Stoner. Questa soluzione venne mantenuta fino alla GP11, ma già durante l’ultima parte della stagione 2011 fu sostituita da uno scatolato simile ma realizzato in alluminio per poi passare al più tradizionale doppio trave. Il telaio non è durato molto più a lungo probabilmente perché il concetto di Ducati di utilizzare il motore come parte del telaio non consentiva di ottenere il giusto grado di flessibilità.
In tempi più recenti ricordiamo che nel 2016 la BMW ha presentato due brevetti per i telai motociclistici con fibra di carbonio al posto dell’alluminio e che nel 2017 è nata a Maranello la Vins che ha presentato una moto in due versioni, Vins Duecinquanta e Vins Duecinquanta Competizione, entrambe dotate di telaio monoscocca portante in fibra di carbonio.