Due leggende del Motomondiale le cui carriere non si sono mai incrociate se non nel periodo in cui Stoner ha indossato i panni del collaudatore prima per Honda (2014/2015) e in seguito per Ducati (2016/2018).
In quelle occasioni Casey, nonostante fosse fuori dalle competizioni, aveva dimostrato di essere allo stesso al livello di Marc sul piano della velocità pura.
Peccato non averli mai visti incrociare le loro traiettorie in un Gran Premio iridato, di sicuro sarebbe stata una sfida stellare.
Non è invece proponibile un confronto sui rispettivi palmarès (Márquez conta già 56 vittorie in MotoGP contro le 38 vittorie di Casey Stoner) perché Stoner si è ritirato prematuramente.
Eppure da una intervista rilasciata da Livio Suppo, ex team-manager Ducati e Honda, apprendiamo che i due avrebbero potuto non solo incontrarsi sulle piste del mondiale, ma addirittura costituire un dream-team in Honda. Queste le dichiarazioni di Suppo:
“Il ritiro di Stoner scombinò i piani della Honda: noi pensavamo che corresse per noi per un po’ di anni. Nel 2011 avevamo già firmato con Marquez, con l’idea di fare una squadra Marquez/Stoner. A Jerez nel 2012, Nakamoto gli fece un’offerta che pensavamo fosse irrinunciabile dal punto di vista economico: erano veramente tanti soldi, ma lui disse di no. Credo che lui fosse arrivato all’esasperazione di quella vita”.
Dunque il ritiro di Stoner ci ha sicuramente privato di una di quelle che usiamo definire “la sfida del secolo” ma purtroppo l’australiano ha lasciato la MotoGP nel bel mezzo della sua brillante carriera, quando era al top della maturità agonistica.
Sono due dei talenti più grandi che hanno calcato le piste del motomondiale negli ultimi anni; alcune caratteristiche sicuramente li accomunano: una guida spettacolare, un raro talento che si traduce in una ancor più rara capacità di adattare la propria tecnica di guida alle caratteristiche della moto che viene loro affidata.
I due assi si differenziano profondamente dal punto di vista caratteriale; Stoner era un solitario, introverso, burbero se non addirittura irascibile, Marquez, al contrario, ha un carattere solare con atteggiamenti sempre positivi.
Probabilmente questo aspetto avrebbe potuto essere un vantaggio a favore di Marquez per la sua capacità di superare i momenti difficili con più positività.
Ma chi può dire come sarebbe finita? Come sarebbe stata la loro convivenza nello stesso team?
Probabilmente Stoner avrebbe sofferto l’aggressività di Marquez mentre lo spagnolo avrebbe accusato una leggera inferiorità sul piano della pura velocità.
Ancor più difficile immaginare l’andamento delle loro sfide su moto diverse.
Difficile anche dire se la differenza di età (Stoner è nato il 16 ottobre 1985, Marquez il 17 febbraio 1993), avrebbe avuto un peso considerando che Stoner era all’apice della carriera mentre Marquez era un debuttante in MotoGP ma ha dimostrato di non soffrire di sudditanze psicologiche.
E allora ci si potrebbe affidare al giudizio degli addetti ai lavori.
Livio Suppo: “Questo non lo si può dire, non lo sa nessuno. Sicuramente Casey era un talento pazzesco. Se si fossero ritrovati insieme in MotoGP sicuramente gli appassionati avrebbero visto delle bellissime gare. Poi dire che questo avrebbe ridotto il numero di titoli vinti da parte di Marc è difficile dirlo. Marquez è un altro fenomeno pazzesco e ha vinto battendo piloti davvero molto forti come Dani (Pedrosa), Jorge (Lorenzo) e Valentino”.
Cal Crutchlow: “Pagherei per vedere questa sfida… In una gara normale dove è difficile superare, Stoner vincerebbe più facilmente. Ma in una lotta corpo a corpo avrebbe la meglio Márquez“.
Shūheii Nakamoto, vice presidente HRC: “Di tutti i piloti con cui ho lavorato, penso che Casey Stoner sia stato il migliore. Ce n’erano altri che erano anche veloci e di talento, ma era speciale, il più geniale, persino di Marc Márquez. Casey “odiava” il controllo della trazione. Quando l’abbiamo disattivato, il modo in cui ha accelerato senza perdere la ruota posteriore è stato il migliore possibile secondo le leggi della fisica. Sembrava che avesse un sensore al suo interno. Era un genio, nessuno poteva copiarlo“.
Roberto Clerici, soprannominato Ginetto, meccanico al fianco di Marc Marquez e in passato anche di Casey Stoner: «Marquez è un genio. E un ragazzo d’oro. Come pilota, è il migliore di sempre. Io lo so, ne ho avuti tanti. Ha la capacità di andare oltre i limiti con naturalezza, trova la soluzione a qualsiasi problema. È sempre un passo avanti: il primo a sperimentare un certo stile di guida, a saltare da una moto all’altra nel flag-to-flag, a scegliere questa o quella soluzione tecnica. Con una spaventosa voglia di vincere». «In sei anni non ha mai alzato la voce. Sorride sempre. Una persona semplice, vera». «Forse solo Stoner gli si è avvicinato, come velocità. Però Marc riesce a restare freddo nei momenti che contano».
Dunque, neanche gli esperti del settore sanno dare una risposta risolutiva (e come sarebbe potuto essere); probabilmente sarebbe finita sostanzialmente alla pari, alternandosi sia come titoli che come vittorie.
È lecito pensare allora che il ritiro di Stoner ha probabilmente agevolato l’ascesa di Marquez, forse solo la sua presenza avrebbe potuto mettere in discussione la netta supremazia dello spagnolo.
E in definitiva è altrettanto lecito pensare che sarebbe stata una sfida senza vincitori né vinti.