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I motori Ferrari 4 cilindri in linea
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I motori Ferrari 4 cilindri in linea

Aprile 10th, 2020 Fabio Avossa Amarcord, Ferrari, Piloti, storie e glorie

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E’ ben nota la passione di Enzo Ferrari per i motori pluri-frazionati, in particolare per i 12 cilindri a V,  configurazione che ha caratterizzato tutte le sue prime auto da competizione e per lungo tempo tutte le vetture stradali. In seguito i suoi ingegneri hanno percorso diverse strade producendo motori dalle diverse configurazioni a seconda delle opportunità tecniche o dei vincoli regolamentari spaziando dal 6 cilindri in linea fino al 12 cilindri piatto, esplorando anche la soluzione della W (tre bancate disposte a V che la Ferrari definì a “diadema”) o addirittura del bicilindrico di cui vi abbiamo parlato in un altro articolo. Forse il prodotto più interessante di questa “divagazione” dalla configurazione 12V è il Dino 6V coniugato in diverse cilindrate sia per modelli da strada che da competizione.

Tra le tante configurazioni insolite per la Ferrari che hanno trovato con successo sbocco nelle competizioni possiamo sicuramente annoverare il 4 cilindri progettato a partire dal 1951 dall’ing. Aurelio Lampredi.

Alla fine del 1951, con il ritiro dell’Alfa Romeo dalle corse, in assenza di validi contendenti, la FIA annunciò che per il biennio 1952/53 il Mondiale di Formula 1 sarebbe stato aperto alle monoposto di Formula 2 da 2000cc, categoria meno impegnativa sia dal punto di vista economico che da quello tecnico, favorendo così la partecipazione di Gordini, Cooper e Maserati. Ma ancora una volta la più pronta si trovò la Ferrari  che già all’inizio del 1951 stava lavorando sulla nuova 500 F2 per la quale Lampredi, invece di lavorare sul 12 cilindri della 166 F2,  decise di progettare da zero un inedito quattro cilindri ritenendolo un frazionamento più idoneo alla cilindrata di 2000cc e a quella di 2500cc, che sarebbe entrata in vigore nel 1954, decisione presa con l’assenso di Ferrari stesso.

Dopo i due titoli mondiali conquistati da Alberto Ascari nel 1952 e nel 1953, quel motore generò una famiglia di motori e di modelli che consentirono alla casa di Maranello di ottenere numerose vittorie nelle competizioni degli anni cinquanta. Ve li ricordiamo qui brevemente:

1953

  • 553 F2 (2000cc); più che altro serviva per sperimentare soluzioni da adottare poi sulla monoposto utilizzate nel mondiale;
  • La 625 TF (2500cc) fu la prima vettura da competizione della Ferrari a ruote coperte mossa da un quattro cilindri. La sigla “TF” era probabilmente l’acronimo di Targa Florio, anche se la 625 TF non ha mai preso parte a questa competizione
  • 500 Mondial, una vettura sport da 2000cc; la denominazione Mondialè un omaggio alla conquista del primo Campionato mondiale di Formula 1 della Ferrari conquistao nel 1952;
  • La 735S, una sport 3000 (2940cc) debuttò a Monza nel Gran Premio dell’Autodromo il 29 giugno 1953, (gara non valida per il mondiale marche, affidata alla guida di Alberto Ascari; la vettura purtroppo non riuscì a finire la gara e non fu più vista calcare le piste.

1954

  • Nel 1954 il Mondiale ammette monoposto da 2500cc e la Ferrari non si fa trovare impreparata con la 625 F1 strettamente derivata dalla 500 F2; verrà poi affiancata dalla 553 F1 nel 1954 e sostituita dalla 555 F1 nel 1955.
  • La 553 F1 (2500cc), derivata dall’omonima Formula 2, nota anche con il soprannome di Squalo per le sue forme, nel 1954 affiancò la deficitaria 625 nel tentativo di contrastare le Mercedes ma senza successo; dall’anno successivo sarebbe stata rimpiazzata dalla 555F1 che ne rappresentava l’evoluzione;
  • Il motore della “750 Monza”, una Sport da 3000cc (2999cc), derivava dal quattro cilindri in linea della 500 Mondial;

1955

  • Per la stagione del 1955, alla fine del 1954, la 553 F1 fu sottoposta a radicali modifiche;  il risultato fu la 555 F1, soprannominata Supersqualo;

1956

  • Per il Mondiale Marche del 1956 la Ferrari approntò la 860 Monza la cui sigla ci ricorda che questo è stato il motore 4 cilindri Ferrari di maggior cilindrata (860×4=3440) ed effettivamente era un motore da 3431,93cc;
  • Del 1956 è anche la 500 Testa Rossa evoluzione della 500 Mondial;
  • Nel 1956 si vide proliferare la famiglia delle sport Ferrari a 4 cilindri perché oltre alle citate 860Monza e 500 TR, la Ferrari mise in campo anche la 625 LM dotata di un 4 cilindri da 2500cc; era accaduto che dopo la tragedia di Le Mans del 1955, la ACO(l’ente organizzatore della gara) ridusse il limite massimo della cilindrata dei prototipi  a 2500cc pertanto la Ferrari, non potendo schierare la 860 Monza e la 290 MM (una 12 cilindri), che avevano entrambe una cilindrata di circa 3500cc, fu costretta a correre ai ripari modificando tre 500 Testa Rossa su cui venne installato un nuovo propulsore da 2,5 litri di cilindrata.

Nella storia dei motori 4 cilindri Ferrari è forse giusto ricordare anche il piccolo 1000cc dell’ASA (di cui pure vi abbiamo già raccontato) nato come 854 in casa Ferrari ma poi ceduto ad un imprenditore milanese, tale Oronzo De Nora, noto nel settore chimico.  Già dall’aspetto il motore denunziava la prestigiosa paternità risultando una “fetta” di una bancata del classico 12 cilindri Ferrari, per la precisione due terzi (2×6/3=4).

Ma forse non molti sanno che la Ferrari ha realizzato anche un 4 cilindri Turbo da 1200cc, cilindrata prevista dalla Federazione in una bozza di regolamento per la Formula 1 che sarebbe dovuto andare in vigore nel 1985. Il motore però non fu mai impiegato in alcuna competizione per il dietro-front della FIA che, per motivi prevalentemente politici, decise  di non mettere in vigore il nuovo regolamento per il quale la Ferrari aveva già approntato il suo motore. Enzo Ferrari dimostrò tutto il suo disappunto minacciando di abbandonare la Formula 1 per dedicarsi alle gare nord-americane della Formula CART e per dare concretezza alle sue minacce varò il progetto della 637 di cui vi abbiamo già parlato. Poi i rapporti vennero risanati e, come vi abbiamo raccontato, anche il progetto 637 abortì. Del 4 cilindri Turbo non abbiamo molti elementi se non alcune foto del prototipo esposto nel Museo Ferrari.

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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccannico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da oltre 50 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy).

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