Come abbiamo accennato nell’articolo sui 4 cilindri in linea della Ferrari la passione di Enzo Ferrari per i motori pluri-frazionati, in particolare per i 12 cilindri a V, configurazione che ha caratterizzato tutte le sue prime auto da competizione e per lungo tempo tutte le vetture stradali, era ben nota. In seguito però i suoi ingegneri percorsero strade alternative producendo motori dalle diverse configurazioni a seconda delle convenienze tecniche o dei vincoli regolamentari, spaziando dal 4 cilindri in linea fino al 12 cilindri piatto, esplorando anche la soluzione della W (tre bancate disposte a V) o addirittura del bicilindrico di cui vi abbiamo parlato in un altro articolo.
Tra le tante configurazioni insolite per la Ferrari troviamo il 6 cilindri in linea che l’ing. Aurelio Lampredi sviluppò partendo dalla base del suo riuscito 4 cilindri.
Eccone il breve elenco:
306 S
Nel 1954 la Ferrari costruì il suo primo motore 6 cilindri in linea, il tipo 114. Aurelio Lampredi realizzò un 3 litri le cui misure interne erano identiche al motore 500 Mondial. Il motore da 2.977,28 cc fu montato sulla biposto sport 306 S sperimentale che non ha mai corso.
376 S
Una versione maggiorata a 3.747,48 cc, il Tipo 118, venne realizzata nel 1955 e installata su un telaio derivato da quello della 306 S; nasceva così la 376 S, nota anche come 118 LM. Il motore aveva gli stessi valori di alesaggio e corsa (94 mm x 90 mm) del 4 cilindri 625 F1.
735 LM
Più tardi nello stesso anno venne allestita la 735 LM (nota anche come 121 LM o 446 S), destinato alla 24 ore di Le Mans del 1955; le caratteristiche di alesaggio e corsa di questo motore erano le stesse del 735 S 4 cilindri per una cilindrata di 4.412,49cc.
Bardhal Ferrari Experimental
Nel 1955, la sede italiana della Bardahl Oil Company decide di finanziare la partecipazione alla 500 miglia di Indianapolis di una monoposto assemblata con un tipico telaio roadster americano della Kurtis Kraft spinto da un propulsore Ferrari. Il pilota designato è Nino Farina, il pilota italiano che nel 1950 si era laureato come il primo Campione del Mondo nella storia della Formula 1.
Il motore prescelto fu il sei cilindri in linea tipo “121 Le Mans”, conosciuto anche come 446S o 735LM.
Il propulsore aveva alesaggio e corsa di 102x90mm per una cilindrata totale di 4412cc ed era alimentato da tre carburatori Weber 500DCO/A3; erogava una potenza di 360/380 CV a 6500 giri/min. I tecnici americani suggerirono di sostituire i carburatori con il sistema di iniezione meccanica Hilborn più adatta al metanolo. combustibile normalmente in uso ad Indy. L’assemblaggio finale della monoposto italo-americana, che sarà poi iscritta alla 500 miglia come Bardhal Ferrari Experimental (molto probabilmente con il beneplacito del Drake giacché i classici scudetti Ferrari campeggiavano sui fianchi della monoposto), fu commissionato alla OSCA dei fratelli Maserati.