Nella sua partecipazione alla classe 500 del motomondiale – dove ha gareggiato Cagiva, Honda Suzuki e Yamaha- il pilota californiano Randy Mamola, nato a San Josè il 10 novembre 1959, ha ottenuto 13 vittorie e 57 podi ed è arrivato quattro volte secondo nella classifica generale, con la Suzuki nel 1980 e nel 1981, con la Honda nel 1984 e con la Yamaha nel 1987.
Nonostante non abbia mai conquistato un titolo iridato è considerato uno dei piloti più talentuosi di sempre grazie alla sua capacità di controllo del mezzo; divenne famoso per la sua guida funambolica (spesso percorreva l’intero giro di allineamento in impennata) e per il pazzesco “rodeo” del 1985 con la Honda a Misano.
Aveva già raggiunto il massimo della popolarità anche in Italia quando, nel 1988, fu ingaggiato dalla Cagiva, primo top rider dei tempi moderni disposto ad accettare la sfida di correre con la moto italiana, una sfida che si prospettava impegnativa ed infatti i risultati scarseggiarono, forse anche per la sua guida aggressiva, ma Mamola riuscì comunque a regalare alla casa italiana un podio iridato, il primo per una casa italiana nella classe regina dopo un digiuno lungo 13 anni; l’evento “storico” si verificò quando alla guida della C588 Randy arrivò terzo dietro a Wayne Gardner e Eddie Lawson al Gran Premio del Belgio disputato il 3 luglio 1988.
Con i suoi risultati Mamola è entrato in a far parte di due particolari classifiche:
- Quella dei soli quattro piloti che hanno vinto almeno un GP della Top Class con Moto di tre marchi diversi: Mike Hailwood (Norton, MV Agusta, Honda); Randy Mamola (Suzuki, Honda, Yamaha); Eddie Lawson (Yamaha, Honda, Cagiva); Loris Capirossi (Yamaha, Honda, Ducati);
- E quella dei 10 piloti più vincenti della classe regina che non hanno mai conquistato il titolo dove con 13 vittorie Mamola è secondo ex equo con Biaggi dietro Pedrosa con 31.
Nella sua carriera da professionista, iniziata a 16 anni, ha gareggiato negli USA fino al 1978 conquistando in quattro anni ben 600 trofei di cui 400 per il primo posto; per ottenere questi risultati era “costretto” a correre quattro volte a settimana in tre categorie diverse.
Nel 1979 debutta nel Motomondiale partecipando alle classi 250, 350 e 500; dall’anno successivo si dedicherà solo alla classe maggiore.
Prima di approdare al Motomondiale, nel 1974 era venuta in Italia al seguito di Kenny Roberts per disputare la 100 Miglia di Imola con una Yamaha 250, una gara che si disputava nell’intermezzo tra le due manche della 200 Miglia ma all’epoca aveva appena 15 anni e perciò gli fu impedito di gareggiare.
L’esordio nel motomondiale avvenne al Gran Premio del Venezuela per le classi 250 e 350 e al Gran Premio d’Olanda con una Yamaha 500.
La prima vittoria arrivò al Gran premio del Belgio del 1980 alla guida di una Suzuki 500 ; alla fine del 1992, Mamola si ritirò dalle competizioni
Dopo il ritiro dall’agonismo ha fatto il commentatore per il canale satellitare Eurosport e per qualche anno ha regalato scariche di adrenalina ai vip che potevano permettersi un giro di pista sulla versione biposto della Ducati Desmosedici.
Ancora oggi Mamola è una presenza fissa del paddock.
Nel 2000 è stato inserito nella Motorcycle Hall of Fame e nel 2018 nella MotoGP Hall of Fame, 27 ° pilota entrato a farne parte nonché il primo ad esservi inserito pur senza aver conquistato almeno un titolo FIM.
Ci sembra doveroso ricordare anche il suo impegno nel sociale: dal 1986 ha iniziato a raccogliere fondi per Save the Children e dal 1996 è tra i fondatori dell’associazione Riders for Health che si occupa di fornire moto e addestramento tecnico ai progetti che si propongono di distribuire medicinali o apparati medicali nelle zone rurali dell’Africa.