Se è giusto riconoscere ad Agostini la 123esima vittoria iridata, per analogia dovremmo riconoscere ad Hailwood il 10° titolo mondiale?
Per dare una risposta a questa domanda è necessario, in premessa, ricordare due eventi che modificarono lo scenario delle gare motociclistiche titolate a livello mondiale.
Siamo agli inizi degli anni ’70; il Campionato del Mondo di motociclismo si svolge da oltre 20 anni senza grossi scossoni regolamentari, basato tradizionalmente su 4 classi di cilindrata 125, 250, 350 e 500, cui negli anni ’60 si era aggiunta la classe 50. Tra queste, la classe 500 era ritenuta la classe regina, infatti questa cilindrata era ritenuta la più impegnativa per i piloti rispetto alle ciclistiche, i freni e i pneumatici dell’epoca.
In quegli anni si assisteva al fenomeno emergente delle cosiddette maxi: Laverda, Guzzi, Ducati, Honda, BSA/Triumph, Kawasaki, Suzuki tutte di cilindrata 750 e caratterizzate da tecnologie moderne; queste moto dettero inizio al fenomeno parallelo delle gare per moto derivate dalla serie.
Tutte tranne la Yamaha che invece si presentava con una modesta bicilindrica, la XS650, e vedremo come questa circostanza influenzerà il futuro delle competizioni internazionali.
La Federazione Internazionale (F.I.M.) incominciò quindi a pensare di adeguare la cilindrata massima delle moto Gran Prix alle nuove tendenze agonistiche e di mercato.
Per tastare il terreno nel 1973 venne inizialmente istituita una serie internazionale, denominata Prix F.I.M. 750, comunemente nota come Formula 750, per moto derivate dalla serie con cilindrata massima di 750cc il cui regolamento, alquanto vago, in buona sostanza imponeva un numero minimo di esemplari costruiti.
La formula ebbe successo e pertanto la F.I.M. mise in atto il secondo passo del suo progetto promuovendo la serie al rango di Campionato del Mondo, ma con un proprio calendario separato da quello del Motomondiale canonico.
Il Mondiale Formula 750 si svolse dal 1977 al 1979; in questi tre anni si laurearono Campioni del Mondo Steve Baker, il primo pilota USA Campione del Mondo di Motociclismo, Johnny Cecotto e Patrick Pons, tutti in sella alla poderosa Yamaha OW31 4 cilindri 2 tempi, meglio conosciuta come TZ750.
Ma il Campionato venne snaturato dalla Yamaha che, complice il regolamento che aveva abbassato il numero minimo di esemplari richiesti, non avendo una buona base di partenza nel proprio listino aveva schierato una moto che era praticamente una Gran Prix costruita in serie; in tal modo fece si che il Campionato stesso venisse disertato dalle altre case diventando una sorta di monomarca dominato dalla TZ750 (OW31). Pertanto, venuto il momento di decidere quale classe, tra la 500 e la neonata 750, dovesse costituire la classe regina, venne deciso di mantenere la 500 e contestualmente il Campionato Formula 750 venne definitivamente soppresso al termine della stagione 1979.
Oltre ai già citati Campioni, presero parte alle gare della Formula 750 piloti di grande prestigio quali Giacomo Agostini, Phil Read, Kenny Roberts e Barry Sheene.
Ed è proprio in questa categoria che Giacomo Agostini vanta la sua famosa (e tanto discussa) 123esima vittoria iridata ottenuta vincendo il Gran Premio di Formula 750 disputato il 25 settembre 1977 sul circuito di Hockenheim.
In quegli stessi anni, e precisamente nel 1977, la storica gara del Tourist Trophy dell’isola di Man perdeva la validità mondiale a causa dei ripetuti incidenti mortali e delle conseguenti defezioni di case e piloti.
Per salvare lo storico evento la FIM istituì il Campionato del Mondo Formula TT per moto derivate dalla serie di cui dovevano mantenere “almeno” il basamento motore; in pratica erano poco meno che dei prototipi. Alla fine del 1976 viene varato il Campionato Mondiale di Formula 1 da svolgersi in prova unica al TT dell’Isola di Man per moto i cui unici vincoli erano:
– motore prodotto in 1000 esemplari di cui si doveva mantenere il valore della corsa e le fusioni di testate, cilindri e basamento;
– ciclistica libera;
– rumorosità contenuta nei 115 dB.
La gara prevedeva di percorrere il circuito stradale di 60,72 Km per 6 volte.
Le moto ammesse al campionato erano suddivise in 3 categorie:
– FORMULA 1, per moto 4 tempi da 600 a 1000 cc oppure 2 tempi da 350 a 500 cc
– FORMULA 2, per moto 4 tempi da 400 a 600 cc oppure 2 tempi da 250 a 350 cc
– FORMULA 3, per moto 4 tempi da 200 a 400 cc oppure 2 tempi da 125 a 250 cc.
Dopo le prime due edizioni, 1978 e 1979, disputate in prova unica, appunto il Tourist Trophy, dal 1979 venne aggiunto al calendario anche il Gran Premio dell’Ulster. A partire dal 1982 fu eliminata la Formula3 e nel tempo vennero aggiunti al calendario altri circuiti come Assen, Brno, Donington, Hockenheim, Hungaroring, Imatra, Misano, Montjuic, Pergusa, Zolder. Nel 1984 la cilindrata massima della TTF1 fu ridotta a 750cc e dal 1987 venne abolita anche la Formula 2.
Poi, il crescente successo della SBK fece scemare l’interesse per la FormulaTT che alla fine fu declassata a Coppa del Mondo e progressivamente sostituita dalla stessa SBK.
La prima edizione del mondiale TTF1 fu vinta da Phil Read con la Honda ufficiale mentre la seconda, quella del 1978, registrò il trionfale ritorno alle competizioni motociclistiche di Mike Hailwood che vinse con la Ducati laureandosi così Campione del Mondo Formula TTF1.
Si potrebbe affermare che, reclamando per sé la 123esima vittoria iridata ottenuta al di fuori del tradizionale Motomondiale, per analogia è lo stesso Agostini che di fatto legittima il 10° titolo del suo grande avversario, Mike Hailwood.
Per lo stesso motivo anche Phil Read, vincitore nel 1977, può vantare un titolo in più (otto) nel proprio palmarès.