Agli albori del Motomondiale, tra il 1949 ed il 1957, l’Italia aveva ben cinque case, Benelli, Gilera, Mondial, Moto Guzzi e MV Agusta, che mietevano titoli in abbondanza in tutte le classi, dalla 125 alla 500 passando per la 250 e la 350.
Ricordiamo i titoli conquistati dalle case italiane nei 9 anni compresi in quel lasso di tempo: 7 titoli della 125 andarono a Mondial e MV Agusta; 6 se li aggiudicarono nella 250 Benelli, Mondial, Moto Guzzi e MV Agusta; nella 350, dopo un dominio iniziale delle inglesi Norton e Velocette, la Moto Guzzi fece un filotto di 5 titoli consecutivi dal 1953 al 1957 ed infine nella 500 Gilera ed MV Agusta si spartirono 7 titoli su 9.
In sintesi, in quel periodo le case italiane si aggiudicarono 25 titoli piloti su 36 disponibili, circa il 70%.
Ma poi nel 1957, a fine campionato Gilera, Mondial e Moto Guzzi – precedute dalla Benelli che si era ritirata nel 1951 dopo la morte del suo portabandiera Dario Ambrosini – rilasciarono congiuntamente un comunicato stampa, il famigerato “patto d’astensione”, con il quale annunciavano la loro astensione dal Motomondiale lasciando campo libero alla MV Agusta che dominerà incontrastata per alcuni anni, fino all’avvento delle giapponesi.
In realtà anche la MV aveva sottoscritto il patto ma poi, non senza critiche, fece marcia indietro e, cercando di salvare la faccia, marcò i serbatoi dei propri bolidi con una anonima dicitura “Privat”.
Quella decisione improvvisa ed inaspettata lasciò appiedati molti piloti; la vittima più illustre fu il ternano Libero Liberati, neo campione del Mondo con la Gilera 500 4 cilindri.
Negli anni a venire le case italiane, con la MV Agusta nelle classi 350 e 500 e Ducati pronta a raccoglierne l’eredità nella Classe Regina e con altri costruttori, Aprilia più di tutti, nelle due classi inferiori, conquisteranno ancora molti titoli iridati ma non vedremo mai più nel motomondiale una rappresentanza di costruttori italiani così numerosa contemporaneamente come quella dei primi anni del Motomondiale.