John Hartle, nato il 22 dicembre 1933 a Chapel-en-le-Frith, nel Derbyshire, negli anni ’50 e ’60 era un motociclista tra i più ammirati ed amati del Motomondiale e ancora oggi viene ricordato come uno dei migliori piloti dell’epoca.
Nonostante una serie di battute d’arresto e molta sfortuna sembrava un predestinato ad emergere nello sport motociclistico ma purtroppo la sua carriera e la sua stessa vita furono tragicamente interrotte prematuramente.
La prima gara importante di John fu a Scarborough, un circuito che avrebbe segnato alcune tappe della sua carriera e purtroppo anche della sua vita.
Tra alti e bassi Hartle si avvicinò numerose volte alla possibilità di laurearsi Campione del Mondo.
Nel motomondiale, cui ha partecipato tra il 1955 ed il 1968 a fasi alterne a causa di frequenti incidenti, in poco più di 40 GP ha conquistato 5 vittorie e 34 podi arrivando per tre volte secondo nel Mondiale (nel 1958 in 350 e 500, nel 1959 in 350).
E’ stato pilota ufficiale Norton ed MV Agusta (il suo ingaggio fu consigliato alla casa varesina da John Surtees) e ha gareggiato anche con le Gilera quattro cilindri ex ufficiali del team di Geoff Duke.
Lasciò la scuola a diciassette anni per lavorare alla Eric Bowers Motorcyles e fu proprio Bowers che nel 1952 lo fece debuttare alla guida di una BSA Gold Star.
Disputò il suo primo Gran Premio iridato nella classe 350 del Tourist Trophy del 1955, l’ultimo fu il Gran Premio dell’Ulster 1968, classe 500; ottenne la prima vittoria nella classe 500 al Gran Premio dell’Ulster nel 1956, l’ultima ad Assen nel 1963, ancora nella 500.
Nel 1960 la MV gli preferì Remo Venturi ma poi lo richiamò per partecipare al Tourist Trophy dove vinse lo Junior TT (classe 350), la sua prima vittoria sul circuito mondiale dell’Isola di Man, e arrivò secondo nel Senior TT (classe 500); nello stesso anno, con una Norton 500 privata, vinse di nuovo il Gran Premio dell’Ulster.
Dopo quasi due anni di assenza, tra il 1961 ed il 1962, dalle competizioni mondiali a causa di un incidente sul circuito di Scarborough, nel 1963 si ripresentò nuovamente al via del Mondiale, in coppia con Derek Minter che fu poi sostituito da Read quando si infortunò gravemente a Brands Hatch, in sella alle Gilera quattro cilindri ex ufficiali gestite dal team di Geoff Duke, con cui ottenne una vittoria ad Assen classificandosi a fine stagione sesto in 350 e terzo in 500.
Una frattura cranica alla Coppa d’Oro Shell di Imola del 1964 lo costrinse ad altri due anni di riabilitazione.
Nel 1967 si schierò al via del Mondiale con una Matchless 500 privata con cui fu terzo a fine stagione dietro agli irraggiungibili Agostini e Hailwood; quell’anno al al Tourist Trophy vinse l’edizione inaugurale della classe Production 750 con una Triumph Thruxton Bonneville.
L’anno successivo, il 1968, si ripresentò con la Matchless ma per il TT fu ingaggiato nuovamente dalla MV per affiancare Agostini ma ebbe poca fortuna: un incidente nella Production 750 gli impedì di correre lo Junior TT, mentre al Senior TT fu costretto a ritirarsi per una caduta.
Il 31 agosto 1968, all’età di soli 34 anni, Hartle morì in pista a Scarborough: mentre stava gareggiando nella 500 per evitare un altro pilota ebbe un impatto fatale con i piloni di un ponte; lasciava la vedova Shelagh e la figlia Lesley.
Hartle era molto legato alla sua città natale di Chapel-en-le-Frith, tanto che ne portava sempre lo stemma come emblema del suo casco con il motto latino “Cava et Spera” (Attenzione e speranza)
È stato ricordato nella sua città natale nel 2010 con una targa blu affissa all’edificio dove abitava. A sua memoria è stato istituito il “John Hartle Trophy”, un premio annuale che al Tourist Trophy viene assegnato al vincitore della Superstock.