La classe 50 (Campionato del Mondo classe 50 (e classe 80): le “zanzare”) è stata inserita nel calendario del Motomondiale per 22 stagioni, dal 1962 al 1983.
La serie ha goduto del suo massimo splendore nella seconda metà degli anni ’60, quando Suzuki e Honda sono scese in campo contrapponendo la tecnica del due tempi contro quella del quattro tempi dando vita ad alcuni dei motori più affascinanti mai visti nei Gran Premi.
Quando la FIM determinò la fine di questi mostriciattoli da Gran Premio i motori più potenti sviluppavano 360 cavalli per litro a 22.000 giri/min ed erano accoppiati a cambi a 14 velocità necessari per mantenerli sempre in coppia.
Le moto pesavano circa 50 chili e utilizzavano pneumatici da due pollici (circa 5 cm).
Per sfruttare adeguatamente le modeste potenze a disposizione venivano usate diverse tecniche, dalle diete ferree dei piloti ad un abbigliamento degli stessi particolarmente alleggerito.
Ma il parossismo in questa ricerca della leggerezza fu toccato dalla Honda che fece di tutto per colmare il divario con i due tempi della Suzuki arrivando ad utilizzare freni a pattino come quelli delle biciclette.
Il vantaggio di tale soluzione consisteva in una riduzione di peso e di conseguenza di una minore massa non sospesa; questa tecnica funzionò (Ralph Bryans conquistò il titolo con la Honda nel 1966) tanto che la Honda la provò anche sulla 125, ma in questo caso il cerchio si riscaldava tanto da sciogliere il tallone della gomma.
Nella fase evolutiva di questa soluzione il mozzo della ruota era costituito da un leggerissimo ed esteso disco per poter così utilizzare raggi più corti, quindi più robusti.
Dopo il successo del 1966 la Honda si ritirò dalla classe seguita dalla Suzuki quando la FIM pose il limite di un cilindro alla classe 50.
Incominciava l’era dei geniali artigiani del 2 tempi.