Fra i tanti temi tecnici che la MotoGP propone a noi appassionati – spesso ben informati ma non sempre ferrati in materia di tecnica – annoveriamo la gestione elettronica del motore, la flessibilità dei telai, i forcelloni in alluminio o in fibra di carbonio, l’aerodinamica, le sospensioni Ohlins o WP, telai a trave o a traliccio. Ma ciò che forse affascina e incuriosisce più di tutti è il tema del richiamo delle valvole che ha ormai abbandonato il tradizionale sistema a molle e vede la Ducati unica vessillifera del sistema desmodromico che si oppone al più diffuso sistema di valvole a richiamo pneumatico.
Molti infatti attribuiscono al sistema desmodromico delle valvole (in pratica un richiamo meccanico) la superiorità dei motori Ducati rispetto a quelli che dispongono del richiamo pneumatico.
Si ritiene infatti che questi due sistemi avrebbero risolto, forse in differente misura a vantaggio del desmodromico, il problema della risonanza delle molle e del conseguente sfarfallìo delle valvole agli alti regimi tipico dei sistemi tradizionali con richiamo a molle.
Pur sapendo che non è solo questo il vantaggio del desmodromico, non ci possiamo esimere dall’osservare che da queste due testimonianza fotografiche, che risalgono Gran Premio della Germania Ovest del 1967, si direbbe che oltre 50 anni fa in Honda non avessero rilevato alcun problema al riguardo (e probabilmente le 50 e le 125 della casa dell’Ala Dorata potevano andare ben oltre con i giri).
Siamo sul circuito di Hockenheim; durante la disputa della classe 250, Hailwood, costretto al ritiro per un guasto alla sua Honda RC166 250/6, incita il compagno Bryans a “tirare” i 18.000 giri/min per tenere a bada Read con la Yamaha.
D’altronde l’Honda non era nuova a queste “avventure” tecnologiche, non possiamo dimenticare infatti la RC149, una 125cc 5 cilindri che girava a 20.500 giri/min o la RC116 di 50 cc che erogava la sua massima potenza a 21.500 giri/min ma che poteva spingersi in fuori giri fino allo stratosferico regime di 23.000 giri/min.
Queste moto avevano un ristrettissimo range di utilizzo tanto che per mantenere sempre il motore in coppia avevano cambi plurimarce, 8 per la 125 e 9/10 per la 50.