Ormai i 9 titoli di Rossi, Hailwood e Ubbiali sono decisamente alla portata di questo fenomeno del motociclismo e già molti immaginano che possa puntare ai 13 titoli del connazionale Nieto o addirittura ai 15 di Agostini.
Un luogo comune dice che i record sono fatti per essere battuti, ma a volte questi record vengono realizzati in condizioni particolarmente favorevoli, forse irripetibili. Al riguardo voglio però ricordare che fino ad una ventina di anni fa i 5 titoli di Fangio in Formula 1 sembravano irraggiungibili, poi arrivò Schumacher ad alzare l’asticella e verosimilmente oggi Hamilton si appresta quantomeno a pareggiare i numeri di Schumacher.
Quindi in teoria tutto possibile ma nella pratica vorrei ricordare che, per raggiungere i 15 titoli di Agostini, Marquez dovrebbe conquistare altri 7 titoli al massimo entro i prossimi 10 anni, poi potrebbe iniziare una sua parabola discendente e non è detto che in questo arco temporale non si possa verificare uno stravolgimento dei valori tecnici (ricordo i problemi di Valentino nel 2006) o che, come accadde nel 2007, si presenti sul proscenio del mondiale un’altra accoppiata uomo/macchina esplosiva – come accadde nel 2007 con Stoner o nel 2013 con lo stesso Marquez – capace di contrastare efficacemente Marquez; d’altronde Dovizioso nel 2017 ci è andato abbastanza vicino e non sapremo mai cosa sarebbe accaduto se Lorenzo fosse rimasto in Ducati.
Perciò, prima di inneggiare prematuramente al recordman assoluto, che comunque ritengo uno dei rari fenomeni del motociclismo di tutti i tempi, non ci resta che attendere gli eventi del prossimo decennio.
Vorrei però far notare che il primato di Agostini si ridimensiona se consideriamo solo la classe regina, cioè la 500 e la MotoGP; in questa categoria Agostini ha conquistato 8 titoli, molto più alla portata di Marquez che con questo del 2019 si posiziona ad un titolo da Rossi e a soli due da Agostini.